
Tra le più comuni pesci e alghe. Ma non mancano anche meduse, tartarughe e cozze. Sono una molteplicità le specie che vivono nel Ceresio, lago di cui si sta parlando molto a seguito della proliferazione dei cianobatteri che hanno provocato chiazze fosforescenti sulla superficie dell’acqua. Con il calo delle temperature, atteso già nei prossimi giorni, la presenza massiccia dei cianobatteri dovrebbe attenuarsi, se non scomparire del tutto. Per saperne di più sull’attuale stato di salute del lago, Ticinonews ha interpellato il professore di ecologia delle acque dell'Istituto scienze della Terra (IST) della SUPSI, Fabio Lepori. “Malgrado siano stati fatti dei progressi significativi negli ultimi decenni, arrivano dei segnali che mostrano che ci sono ancora problemi”, spiega Lepori. “Il primo è quello della fioritura dei cianobatteri. Un secondo riguarda le microplastiche, di cui si è già parlato tanto”. Infine, un terzo segnale arriva dalle concentrazioni di ossigeno, le quali nel lago di Lugano “rimangono ancora critiche, soprattutto in profondità, dai 70 metri in giù. E questo non solo non è un fenomeno naturale, ma è uno stato che non è neanche conforme alla legislazione svizzera”.
Le cause
Uno stato di salute, quindi, che non è dei migliori. Tra i fattori principali vi è sicuramente il surriscaldamento dell’acqua, anche se non è l’unico. “Sono due gli elementi principali. Il primo è quello dell’atrofizzazione, ovvero l’apporto eccessivo di sostanze nutrienti al lago che poi stimolano la crescita di alghe, come appunto i cianobatteri”, prosegue Lepori. Un secondo fattore riguarda il riscalamento climatico. “Il lago di Lugano si sta scaldando e anche piuttosto velocemente”.
Un paragone con il Verbano
L’arrivo di specie non native è un altro dei motivi di pressione sull’ecosistema. Negli ultimi anni “ne sono giunte diverse, le quali probabilmente cambieranno il funzionamento del lago nei prossimi decenni”. Negli ultimi mesi e anni sono state segnalate ad esempio meduse originariamente cinesi, tartarughe provenienti dagli Stati Uniti e cozze originarie del Medio Oriente. Specie alloctone che sono arrivate trasportate da altri continenti, e che sono tenute d’occhio, in particolare se invasive. Discorso diverso per il Verbano che, nonostante la perenne discussione sui livelli dell’acqua, in molti aspetti non è paragonabile al Ceresio. “Il lago Maggiore ha una qualità delle acque che è sostanzialmente migliore rispetto a quella di Lugano: ha meno nutrienti, meno fosforo ed è quindi meno a rischio di fioritura di cianobatteri”.
Cosa ci aspetta in futuro?
La domanda da porsi adesso è solo una: come sarà il Ceresio tra 50 anni? “Dipende dall’efficacia degli interventi che verranno attuati. Dal mio punto di vista bisognerebbe agire sulla prevenzione, sulle cause primarie delle criticità”. Un altro fronte su cui sarebbe utile operare “è quello del rilevamento precoce dei problemi, rispetto a quanto avviene adesso; al momento passa ancora molto tempo tra il momento in cui viene osservata una difficoltà e quello in cui le autorità prendono delle decisioni o fanno le analisi del caso”, conclude Lepori.