Ticino
Abusi nella Chiesa, "Solo parlandone si possono aiutare le altre vittime"
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Redazione
10 ore fa
Sono cinque le persone che in otto mesi si sono rivolte al gruppo Gava per avere subìto abusi da parte di membri del clero. La presidente: "Parlare di questi temi significa poter affrontare il problema".

Sono cinque le persone che in otto mesi si sono rivolte al gruppo Gava per avere subìto abusi da parte di membri del clero. Casi ormai prescritti e in parte già noti alla diocesi. "Questo è dovuto a tanti fattori, ma in particolare alla paura di non essere creduti", spiega a Ticinonews Myriam Caranzano, presidente del gruppo Gava, il Gruppo di Ascolto per Vittime di Abusi in Ambito Religioso. "Si tratta di farsi raccontare qualcosa commesso da una persona di cui tutti parlano bene. Inoltre, spesso si parla di bambini ai quali l'autore ha fatto credere in un qualche modo di essere responsabili, se non colpevoli di quanto sta succedendo".

Cosa fa Gava

Gava ascolta e aiuta le persone, ma non sempre trasmette la segnalazione alle autorità giudiziarie o alla chiesa. "Dipende da cosa vuole la persona che ci ha chiamato", aggiunge Caranzano. "C'è chi ha voluto incontrare il vescovo, chi ci ha chiesto di far sapere ai giornalisti quanta sensibilità ci vuole nel parlare di queste tematiche. Non abbiamo una procedura standard". Loro, aggiunge l'amministratore apostolico Alain de Raemy, "vogliono essere sicuri che abbiamo davvero capito cosa hanno vissuto e avere il gruppo Gava è di grande aiuto, perché ci sono persone, che avendo subito gli stessi traumi, sanno parlare e condividere con chi ha sofferto".

"Solo parlandone si può affrontare il problema"

Per de Raemy le segnalazioni di abusi devono però anzitutto passare dal Servizio Lav per l’aiuto delle vittime di reati del Cantone. "È un luogo di ascolto indipendente e professionale, dove una persona viene ascoltata e poi decide cosa fare. Io ho l'obbligo di denunciare e segnalare i casi alla giustizia", precisa. L'importante, in ogni caso, è parlarne. "Il nostro invito a chi non si è ancora fatto avanti", conclude Caranzano, "è di provare a parlarne. Rendere note queste cose significa poter affrontare il problema, che è più grande di quello che sembra, al fine di aiutare le vittime ed evitare che questi abusi si ripetano".