Ticino
Abolire tutte le misure? “È azzardato”
Il medico Christian Garzoni si dice preoccupato per la decisione di eliminare anche la mascherina. “Non è allarmismo, ma avrei preferito un’apertura in due tappe”

Sono solo due i cantoni che vorrebbero essere più prudenti nei confronti delle aperture. Tutti gli altri, compreso il Ticino, appoggiano la prima variante del Consiglio federale che prevede l’abbandono di principio di tutti i provvedimenti previsti dall’ordinanza Covid-19.

La posizione del Governo
Il nostro Cantone, però, come ha sottolineato ai microfoni di Ticinonews il presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli vuole mantenere le mascherine in alcuni luoghi al chiuso, tra cui nei negozi, sui trasporti pubblici e nelle strutture sanitarie. Si tratta di una mossa “prudente” per Bertoli che sostiene l’utilizzo della protezione facciale perché “dà delle garanzie in più”. “Come all’entrata di una crisi non si agisce in un colpo solo, così bisogna farlo anche all’uscita, per questo almeno transitoriamente chiediamo di mantenere l’obbligo di questa misura”, ha commentato. Ma, se la politica è a favore di un abbandono (grossomodo) totalizzante delle misure, gli esperti del settore sanitario non sono di certo dello stesso avviso. A confermalo è Christian Garzoni, direttore sanitario della Clinica Luganese Moncucco definendosi “fautore della prudenza”.

“Una via molto liberale e aperta”
“È vero che la situazione epidemiologica è molto favorevole. Però, anche se gli ospedali si svuotano abbiamo tassi di infezione molto alti e per questo penso che sarebbe stata meglio un’apertura in due tappe”, spiega Garzoni. Questo non perché “si fa allarmismo”, ma perché “abbiamo fatto grosse aperture una settimana fa e sarebbe meglio aspettare per capire cosa succede”. Il Ticino ha scelto una “via mediana” ma comunque “molto liberale e aperta”. Il Governo, appunto, ha chiesto di tenere le mascherine in alcuni ambienti ma per Garzoni “sarebbe meglio tenerla obbligatoria ovunque al chiuso”. In tal senso il medico sottolinea di aver paura infatti “che si vengano a creare delle situazioni pericolose”.

“Ci vuole prudenza”
“Abbiamo imparato che quando c’è un’apertura c’è un aumento della circolazione del virus. Abbiamo abolito le quarantene, è stato abolito il telelavoro e per questo il virus circolerà di più adesso”, sottolinea. Gli ospedali non sono ancora vuoti, “ci vuole prudenza”, spiega definendo la prima variante del Consiglio federale “un azzardo”.

“Improbabile che arriverà una variante più aggressiva”
Sull’evoluzione della pandemia e, soprattutto, sull’arrivo di nuove varianti pericolose il medico spende parole rassicuranti anche se – ammette – “è impossibile fare previsioni”. “Nel tempo questo tipo di virus diventa meno aggressivo, sicuramente leggeremo titoli di varianti ma probabilmente anche questo coronavirus diventerà più banale”, sottolinea. “Statisticamente – conclude – è improbabile che arriverà una variante più aggressiva anche perché la popolazione nel tempo è diventata immune e di conseguenza non è più così a rischio di ammalarsi”.

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