
Da inizio maggio, per almeno due anni, le persone in attesa di rimpatrio dopo una richiesta d’asilo fallita, conosciute con gli acronimi di “Nem” e “Tp”, ospitate a Camorino, saranno trasferite al Colorado Café di Bodio, che potrà accogliere fino a 30 persone. Gabriele Fattorini, direttore della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie, esprime soddisfazione per la soluzione trovata. “La ritengo positiva, considerando che sono diversi anni che si sta cercando una proposta idonea, fuori terra”, dice Fattorini ai microfoni di Ticinonews. Perciò “questa rappresenta, di fatto, la situazione ideale, per quanto provvisoria, per alloggiare per almeno due anni le persone che hanno un termine di partenza”.
Le condizioni
Il Cantone ha posato gli occhi sull’ex postribolo dopo una ricerca non facile. Alcuni mesi fa, ha quindi preso contatto con il Comune di Bodio, che si è detto d’accordo con l’insediamento di questi migranti nello stabile, ma ad alcune condizioni. “In passato, ad inizio anni 2000, avevamo già ospitato a Bodio dei profughi in attesa di rimpatrio, o dei profughi verso i quali non era ancora stata presa una decisione, e l’esperienza non era stata positiva”, spiega il sindaco Stefano Imelli. “Non per problemi con la cittadinanza o con l’autorità comunale, ma perché erano stati alloggiati in stabili che non erano assolutamente idonei”. Per questo motivo “una delle prime cose che abbiamo detto al Cantone è stata: se volete venire a Bodio, dovete organizzare tutto a puntino affinché sia un posto degno di essere chiamato “ospitalità”, e dove i migranti siano seguiti 24/24 da qualcuno”. E in effetti, il Cantone ha voluto inserire all’interno della struttura un collaboratore della Croce Rossa.
Confronto continuo
Malgrado l’accordo trovato, il Municipio si riserva la facoltà di tornare sui suoi passi. “Abbiamo concordato un periodo di prova di due anni, ma abbiamo anche concordato un tavolo di discussione continuo”, precisa Imelli. “Se dovessero esserci dei problemi (ma non credo), potremmo rivedere la soluzione Bodio in ogni momento e anche in tempi molto brevi”.
Una soluzione cercata a lungo
Sulle condizioni del bunker di Camorino, da alcuni considerate inadatte, si è spesso alzata la voce del collettivo R-esistiamo, con anche una petizione firmata da 1’600 persone che ne chiedeva la chiusura. Secondo Fattorini, però, la strada intrapresa non è legata a queste critiche espresse. “È dal 2019 che si sta cercando una soluzione a questo alloggio di Camorino, il quale era comunque ritenuto una struttura della Protezione civile adeguata all’alloggio delle persone”. È vero però “che questa soluzione fuori terra presenta sicuramente degli indubbi vantaggi rispetto a quella attuale”, termina Fattorini.
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