
Un giovane lupo, di 6-8 mesi, è stato abbattuto a Mezzovico, apparteneva al branco Carvina. Una femmina di circa otto mesi è stata abbattuta sul territorio di Isone e apparteneva al branco transfrontaliero della Val Colla. È questo il bilancio della regolazione proattiva dei branchi portata avanti dal 1 dicembre al 31 gennaio in Ticino su ordine del Consiglio di Stato. Ne abbiamo parlato con il capo dell’Ufficio caccia e pesca Tiziano Putelli, il quale ha affermato che “non spetta a me giudicare l’esito finale, ma devo dire che quello che abbiamo messo in campo è quello che – oggettivamente – poteva essere fatto. Lo avevamo detto fin dall’inizio che si trattava di operazioni complicate". In primis "i branchi occupano parte del loro tempo nel territorio italiano e ciò, in questi due mesi, ha complicato parecchio la situazione”. Il motivo è da ricondurre al fatto che il branco dell’Onsernone, così come quello della Val Colla, sono stati sulla parte italiana, "quindi dove non potevamo agire”.
Due interventi possibili
Esistono due possibili interventi sui branchi in Svizzera: la regolazione, ossia l’abbattimento di alcuni giovani, e la rimozione, ossia l’eliminazione totale del branco. Per il Ticino l’UFAM aveva autorizzato solo delle regolazioni. “La rimozione è molto più semplice, perché viene definito il perimetro occupato dal branco e i lupi presenti possono essere rimossi senza degli ordini o delle regole particolari”. La regolazione è invece tutta un’altra questione: “ci si limita solo ai giovani nati durante l’anno. In questo senso, fra dicembre e gennaio i giovani hanno raggiunto una taglia quasi da adulti, quindi c’è più difficoltà nel distinguerli nel branco”. Infine, gli interventi di regolazione sono possibili a determinate condizioni. “Una è la presenza del branco e il tiro era possibile a partire dalla presenza di 3 esemplari. Questo ha quindi complicato ulteriormente le possibilità concrete di valutare un tiro”.
Guardiacaccia al lavoro
Un impegno che ha impiegato i guardiacaccia per 1’050 ore da dicembre ad oggi. “Un agente ha la doppia funzione di guardiacaccia e guardiapesca, quindi alla gestione del dossier lupo si somma tutta una serie di compiti, come il recupero della selvaggina ferita o la peste suina africana, così come controlli di pesca e inquinamento”. Di conseguenza, la gestione del dossier lupo non è un compito da poco conto che non può quindi essere inserito nei compiti di routine, “ma necessita di personale. Tant’è che la stessa legge federale sulla caccia prevede che la Confederazione dia degli aiuti finanziari ai Cantoni per la gestione di questo dossier e quindi dar seguito a quanto previsto dal diritto federale, proprio perché è un compito molo oneroso”. In questi due mesi, almeno due persone al giorno hanno lavorato per la regolazione dei lupi, “ma nelle 1'050 non sono conteggiate né le ore dei collaboratori tecnici, né le mie. Queste sono le ore dei guardiacaccia sul terreno. Ciò fa capire quanto sia complicato e oneroso svolgere operazioni di questo tipo”.
Niente cacciatori
Le forze sarebbero chiaramente potute essere di più, chiedendo l’aiuto dei cacciatori. Ma in Ticino si è scelto di non farlo. “Con la Federazione cacciatori ticinesi abbiamo discusso e sappiamo che c’è un’apertura per una collaborazione quando abbiamo degli ordini con bassi rischi di errore, come per la regolazione dei branchi dove non ci sono rischi particolari per eseguire un tiro". Tuttavia, nella regolazione in cui bisogna riconoscere i giovani dell’anno – praticamente identici agli adulti – e fare tiri in prossimità del branco, "è chiaro che non si può demandare ai cacciatori una tale responsabilità, e nessun Cantone l’ha fatto”. E proprio in virtù di alcune rimozioni, i cacciatori sono stati coinvolti nei Cantoni a noi vicini. Vallese, dove sono stati abbattuti 27 lupi. E Grigioni, dove ne sono stati uccisi 12.
