
Ennesimo colpo per la stampa svizzera. Risale a oggi la notizia della storica svolta di 20 minuti, che ha deciso di abbandonare il giornale cartaceo in tutta la Svizzera e di puntare tutto sul digitale. Alla base della decisione: il cambiamento delle abitudini dei consumatori e il calo degli introiti della stampa. La riorganizzazione comporterà la perdita di 80 posti di lavoro e vedrà nascere un'unica redazione per la Svizzera tedesca e romanda. Anche il Ticino dovrà salutare il giornale, ma senza gravi ripercussioni sul personale. Ad essere coinvolta, nello specifico, è un’unità e mezzo del reparto grafico e di impaginazione. Da noi contattato, il direttore di TicinoOnline e 20 Minuti Gianni Giorgetti ci ha spiegato che le discussioni con i collaboratori sono in corso. L’obiettivo è trovare soluzioni al più presto.
Sindacati: "Difendere il pluralismo d'informazione"
I sindacati hanno subito reagito alla notizia. ‘’È ora di agire per difendere il pluralismo e la sovranità dell’informazione’’, ha scritto, allarmato, il sindacato dei media SSM. A fargli eco Syndicom, che critica duramente e in particolare la centralizzazione delle redazioni. ‘’Con il previsto taglio di 80 impieghi presso 20 Minuten e 20 Minutes l'editore TX Group non solo mette a repentaglio l'esistenza di numerosi professionisti, ma anche la diversità mediatica in Svizzera’’. Non lesina critiche, peraltro, l’associazione dei giornalisti Impressum. ‘’Con i massicci tagli di posti di lavoro previsti nelle redazioni di 20 Minuten e 20 Minutes TX Group continua il suo graduale smantellamento del panorama giornalistico svizzero, puntando a sostituire i cronisti con l'intelligenza artificiale’’.
Colombi: "Ritengo che per la carta ci sia ancora vita"
L’addio al cartaceo di 20 minuti apre, peraltro, a riflessioni più ampie. Come le conseguenze per l’intero settore. ‘’20 minuti è strettamente legato al gettito pubblicitario, perché non è un quotidiano in abbonamento. E questo denota, purtroppo, una sofferenza forte del settore’’, evidenzia, da parte sua, il vicepresidente dell’associazione ticinese editori di giornali (stampa svizzera), nonché CEO del gruppo CDT, Alessandro Colombi, secondo il quale esiste ancora spiraglio per la carta stampata. "Ritengo che per la carta ci sia ancora vita. Tuttavia – mette in chiaro Colombi - questa non deve essere generalista, bensì dirigersi verso l’approfondimento. Qualcosa in più che giustifichi un abbonamento’’.