Svizzera
“Swisscom ha degli obblighi verso la Svizzera”
Redazione
3 anni fa
Sindacalisti e parlamentari criticano il progetto pilota del colosso delle telecomunicazioni di esternalizzare parte dei call center in Kosovo

Non è certamente passata inosservata la notizia che Swisscom ha intenzione di esternalizzare parte dei propri call center in Kosovo. Il colosso svizzero delle telecomunicazioni ha confermato quest’oggi al SonntagsBlick che il test pilota durerà da marzo 2022 fino alla fine dell’anno. Poi la società deciderà se e come allestire un call center all'estero.

Le preoccupazioni di Syndicom
Di fronte a questi fatti, il sindacato Syndicom si aspetta un chiaro impegno da parte di Swisscom a favore della Svizzera come luogo di lavoro. “Negli ultimi anni Swisscom ha reagito al calo dei prezzi con la riduzione dei costi del personale e tagli di posti di lavoro”, afferma il segretario generale del sindacato Daniel Hügli al SonntagsBlick. Ciò ha ulteriormente aumentato la pressione sul personale rimanente e può influire sulla salute dei dipendenti.

Critiche in parlamento
Il progetto pilota ha suscitato reazioni negative anche in parlamento. ”Un’azienda vicina alla Confederazione ha un certo obbligo nei confronti della Svizzera”, sottolinea il Consigliere nazionale Martin Candinas (Il Centro, GR) al domenicale. Egli è convinto che “se Swisscom trova dei dipendenti adatti per il proprio call center in Kosovo, li troverà anche nella Surselva, nell’Alto Vallese o nel Toggenburg”.

Anche il presidente della Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni Michael Töngi (Verdi, LU) esprime il suo scetticismo: “Il 25 ottobre la Commissione discuterà gli obiettivi strategici di Swisscom. Chiederemo sicuramente alla dirigenza cosa ne pensa di questa esternalizzazione. A seconda dell’esito della discussione, gli obiettivi strategici in questo settore dovranno essere adeguati”

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata