Svizzera
“Svizzera, allontana Alina Kabaeva!”
Immagine Shutterstock
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Daniele Coroneo
2 anni fa
È la richiesta contenuta in una petizione online lanciata da “cittadini di Russia, Bielorussia e Ucraina” e che ha finora raccolto poco meno di 60mila firme

“Riunite Eva Braun al suo Führer”: è il tono utilizzato dagli autori di una petizione online diffusa sulla piattaforma change.org, che si presentano come “cittadini di tre Paesi: Russia, Bielorussia e una sofferente Ucraina”. La richiesta, formulata in tedesco, francese e inglese, è semplice ed è rivolta alla Svizzera: “Prendete posizione sulla presenza di questa persona nel vostro Paese”. Il riferimento è diretto ad Alina Kabaeva, ex ginnasta e presunta amante (secondo alcune fonti, moglie segreta) di Vladimir Putin. La petizione ha avuto larga eco sulla stampa estera.

Berna vuole vederci chiaro
La petizione, che in due settimane ha raccolto quasi 60mila firme, muove dalle voci diffuse dalla stampa americana, secondo le quali la donna risiederebbe “da qualche parte in Svizzera”. Almeno uno dei figli della coppia sarebbe nato, agli inizi di marzo del 2015, alla Clinica Sant’Anna di Sorengo. Anzi: la Kabaeva avrebbe, secondo alcune fonti, scelto proprio Lugano quale sua casa. La questione è stata presa seriamente da Berna: negli scorsi giorni, il Dipartimento federale di giustizia e polizia ha fatto sapere alla Srf che sono in corso delle verifiche per sapere se Kabaeva sia effettivamente in Svizzera.

“Avete già violato la neutralità, siate coerenti”
Per i firmatari della petizione online comunque non c’è dubbio: Kabaeva è nella Confederazione e a quest’ultima si richiede coerenza, soprattutto in seguito a quella che loro ritengono una chiara scelta di campo operata dalla Svizzera: “Per la prima volta nella storia contemporanea, il vostro Paese ha violato la sua neutralità, cosa che non ha fatto nemmeno nel caso della Germania nazista nel XX secolo (...). E adesso, l’amante preferita (di Putin) si nasconde all’interno dei confini del vostro Stato!”. Anche perché secondo loro, quale ex parlamentare, la Kabaeva è rea di “crimini contro l’umanità”: “È stata fra gli iniziatori del progetto di legge (...) “Dima Yakovlev”. Quest’iniziativa vergognosa ha privato migliaia di orfani russi della possibilità di essere adottati all’estero”. “Molti candidati a cure mediche qualificate sono così morti”, specificano gli autori.

La legge Dima Yakovlev
La legge prende il nome da un bambino russo adottato da genitori statunitensi e deceduto nel 2008 per un attacco cardiaco, dopo essere stato dimenticato in macchina per nove ore dal papà adottivo. L’episodio era stato usato quale pretesto per impedire – fra le altre cose – l’adozione di bambini russi da parte di cittadini americani, nella realtà un mezzo di ritorsione contro le sanzioni personali comminate da Washington nei confronti di persone vicine al Cremlino.

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