Live WEF 2024
Si chiude il WEF, "agli occhi del mondo la Svizzera ne esce bene"
©Gabriele Putzu
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Tutti gli aggiornamenti sull'edizione 2024 del World Economic Forum in corso a Davos su Ticinonews.

La presidente della Confederazione Viola Amherd ha aperto martedì 16 gennaio ufficialmente il Forum economico mondiale (WEF) di Davos, facendo appello alla responsabilità dei presenti per ripristinare la fiducia smarrita. L'evento, che aveva già preso il via lunedì 15 gennaio e termina oggi, venerdì 19 gennaio, ha riunito nella località retica oltre 60 capi di Stato e di governo e quasi 3mila leader economici. Tra loro anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

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Wef 2024: la paura di Trump agita Davos, rischi per l'economia
Dopo il risultato ottenuto nell'Iowa, al Wef l'ipotesi del ritorno dell'ex presidente repubblicano spunta in quasi ogni dibattito.

Come se non bastassero due guerre e un nuovo fronte nel Mar Rosso che rischia di deragliare di nuovo il commercio mondiale, come ai tempi della pandemia, la vittoria di Trump alle primarie in Iowa getta nuova benzina sui focolai che già surriscaldano il 2024. E il Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR) si chiude aggiungendo un evento in più alla lista dei rischi che potrebbero riportare l'economia mondiale indietro invece di proiettarla verso la salda ripresa di cui ha bisogno. Nell'Europa preoccupata dalle due guerre alle sue porte, e dalle elezioni europee in primavera, il pericolo Donald Trump non era ancora nei radar. Diverso per gli Usa, che sentono la stanchezza degli elettori democratici e si preparano a qualunque scenario. Ma, dopo l'Iowa, al forum di Davos l'ipotesi del ritorno dell'ex presidente repubblicano spunta in quasi ogni dibattito. La questione agita evidentemente la numero uno della Bce, Christine Lagarde, che alla domanda diretta su Trump, risponde: "ho bisogno di caffè".

"La miglior difesa è l'attacco"

La battuta tradisce il timore di vedere le tensioni che crescono, invece di diminuire, blocchi sempre più contrapposti che fomentano nuove guerre commerciali con l'Europa e con la Cina. Ma non si può entrare a piè pari nelle elezioni di un Paese democratico, e quindi Lagarde sposta il focus sull'Europa. Qualunque sarà l'esito del voto americano, "la miglior difesa è l'attacco", e "dobbiamo prepararci, essere forti a casa nostra, e per farlo dobbiamo avere un mercato unico forte", ha spiegato, ricordando che l'ex premier italiano Enrico Letta sta preparando un rapporto proprio sul rafforzamento del mercato interno. Per il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, si parla troppo di Donald Trump in Europa. Invece bisognerebbe prepararsi ad ogni scenario "facendo i compiti", ovvero aumentando la competitività anche nel settore della difesa. La situazione dell'economia globale, del resto, continua ad essere molto incerta, quindi bisogna adoperarsi per cercare il rimbalzo dopo la stretta monetaria che ha portato con sé l'inevitabile rallentamento della crescita.

Tensioni internazionali

Verso la fine del 2023, ha spiegato Lagarde, "abbiamo visto l'inizio del periodo di normalizzazione dell'economia che però andrà verso qualcosa che non è la normalità".Il processo di normalizzazione, ha detto, è in corso nel commercio, nell'inflazione e nel mercato del lavoro. E, se tutto andrà bene, questo trend proseguirà anche nel 2024. Entro l'estate dovrebbe esserci anche l'atteso taglio dei tassi, che dovrebbe ridare una spinta alla ripresa. Lo scenario però deve fare i conti anche con gli altri rischi. "Il più grande continua ad essere l'aggressione russa all'Ucraina. Se non la fermiamo la prospettiva è che vi sia una guerra sempre più aggressiva", ha detto il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. Poi ci sono le tensioni nel Mar Rosso, che costringono le navi occidentali ad allungare la rotta verso il Mediterraneo passando per il Capo di Buona Speranza. L'impatto per le catene di approvvigionamento è potenzialmente enorme, tanto che Tesla e Volvo hanno già annunciato la sospensione temporanea della produzione in Europa per mancanza di componentistica.

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WEF: "Un'edizione incentrata sulla geopolitica, ma i conflitti restano"
Lino Terlizzi, giornalista economico, traccia un bilancio della 54esima edizione del WEF. "La Svizzera ha una sua competenza nell'intervenire a Davos, sia sul versante della politica sia su quello economico".

Dopo cinque giorni di incontri e conferenze, termina oggi la 54esima edizione del WEF. Un vertice in cui si è spaziato su vari argomenti, dalla geopolitica all’economia, dalla tecnologia alla crisi climatica. Sul palco sono andati in scena diversi ospiti illustri, che hanno portato la loro visione dell’attuale situazione mondiale. Con Lino Terlizzi, giornalista economico, tracciamo un bilancio di questa edizione. "La geopolitica ha avuto un ruolo preponderante in questa edizione rispetto a quelle passate, con la guerra in Ucraina e la Crisi in Medio Oriente in primo piano. In questo contesto ci sono stati gli interventi del presidente ucraino Volodymir Zelensky e del presidente israeliano Isaac Herzog". Purtroppo "non sono emersi spiragli in nessun versante. Sono stati tuttavia degli interventi molto seguiti e hanno delineato ancora una volta i contorni di queste tragedie ancora in corso".

L'economia verso un rallentamento

Per quanto riguarda l'economia, "c'è un certo consenso rispetto al fatto che c'è un rallentamento dell'economia internazionale", rileva Terlizzi. "Al tempo stesso, rispetto all'anno scorso, la parola recessione compare meno. Ci sono pareri diversi sull'intensità di questo rallentamento. Tranne alcuni paesi singoli, la gran parte delle economie mondiali ha mostrato una resilienza superiore alle aspettative".

L'immagine della Svizzera

Paese ospitante dell'evento, la Svizzera come esce da questo Forum? "Agli occhi del mondo, ne esce bene", evidenzia Terlizzi. "Questo forum annuale è sempre un'occasione visto che tutti i riflettori si accendono sul paese". La Svizzera "ha una sua competenza nell'intervenire a Davos, sia sul versante della politica, con la presenza dei consiglieri federali e molti incontri, sia sul versante economico. Sono molti gli imprenditori, manager, imprese e banche presenti a Davos. Un'opportunità per molti contatti e interventi. E la Svizzera interviene massicciamente al Forum".

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WEF 2024, una sfida per le forze di sicurezza. "Ma tutto si è svolto senza intoppi"
È stato necessario adottare misure di protezione supplementari per 111 persone protette dal diritto internazionale e per altre sette presenti alla conferenza sull'Ucraina di domenica. All'operazione hanno partecipato tutti i Cantoni, il Principato del Liechtenstein e l'Esercito svizzero.

Il Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR) ha rappresentato una sfida per le forze di sicurezza. Tra i 2'800 ospiti presenti 111 persone erano protette dal diritto internazionale. La conferenza sull'Ucraina di domenica ha ulteriormente esteso l'intervento. Quest'anno il contesto geopolitico, gli ospiti di alto livello, l'incontro in vista di un piano di pace per l'Ucraina, le visite ufficiali a Berna lunedì del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e del premier cinese Li Qiang, per non parlare delle manifestazioni contro il WEF, hanno tenuto sul chi vive le forze di sicurezza.

Senza intoppi

Ma il tutto si è svolto senza intoppi, hanno indicato oggi le autorità grigionesi stilando un bilancio dell'evento. Non c'è stato nessun incidente grave, hanno precisato all'agenzia di stampa Keystone-ATS. È stata registrata soltanto una violazione dello spazio aereo limitato sopra Davos, ha indicato dal canto suo l'esercito. Inoltre, le Forze aeree svizzere sono state informate di quattro violazioni di lieve entità sopra l'Austria. È stato necessario adottare misure di protezione supplementari per 111 persone protette dal diritto internazionale e per altre sette presenti alla conferenza sull'Ucraina di domenica. All'operazione hanno partecipato tutti i Cantoni, il Principato del Liechtenstein e l'Esercito svizzero con complessive 5'000 persone.

Visita di Zelensky

Il dispositivo di protezione è stato rafforzato, tra l'altro, per la visita di Zelensky. Quando è stato invitato a tenere un discorso alla "Casa dell'Ucraina" sulla "Promenade" di Davos dopo il suo intervento al Centro dei Congressi, è stato necessario transennare un intero tratto della strada. Decine di tiratori scelti e polizia a terra hanno protetto il presidente ucraino. Lunedì Zelensky ha anche viaggiato su un treno speciale da Berna a Davos. Questo viaggio è stato inizialmente tenuto segreto per motivi di sicurezza. Durante il WEF anche l'Ufficio federale della protezione della popolazione ha contribuito alla sicurezza. Si è concentrato in particolare sul supporto al funzionamento dell'infrastruttura di comunicazione e sulla protezione NBC. Dopo la fine della manifestazione, questo pomeriggio, l'infrastruttura di sicurezza, compresi 52 chilometri di recinzione protettiva intorno a Davos, verrà smantellata. La durata dei lavori dipenderà anche dalle condizioni meteorologiche, è stato riferito. Dal canto suo, la truppa continuerà il proprio impiego fino al termine del servizio d'appoggio, previsto per il 25 gennaio, ha precisato ancora l'esercito.

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Il Consiglio federale ha avuto oltre 60 incontri bilaterali
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I brevi meeting di circa 30 minuti ciascuno con i capi di Stato e di governo sono serviti soprattutto a curare le relazioni. E l'esecutivo si è forse così risparmiato uno o due viaggi all'estero.

Oltre 60 incontri bilaterali in quattro giorni: il Consiglio federale ha compiuto una vera e propria maratona di colloqui al Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR). I brevi meeting di circa 30 minuti ciascuno con i capi di Stato e di governo sono serviti soprattutto a curare le relazioni. E l'esecutivo si è forse così risparmiato uno o due viaggi all'estero.

Gli incontri dei consiglieri federali

La presidente della Confederazione Viola Amherd ha portato a termine un fitto programma. Da lunedì a giovedì ha avuto non meno di 20 colloqui bilaterali, ha comunicato a Keystone-ATS il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), di cui è a capo. Ancora più fitto è stato il programma del ministro dell'economia Guy Parmelin: secondo il suo dipartimento ha avuto oltre due dozzine di incontri bilaterali. Ad alcuni di questi erano presenti diversi membri del Consiglio federale. Il ministro degli esteri Ignazio Cassis ha partecipato a undici incontri ufficiali e a diverse decine di riunioni informali al WEF, secondo il suo portavoce. Le sue priorità sono state le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, nonché il dossier dell'Unione europea (Ue) e la prevista conferenza di pace sull'Ucraina appunto. Il responsabile del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) Albert Rösti è stato al WEF da martedì mezzogiorno a mercoledì pomeriggio: in questo lasso di tempo si sono tenuti cinque incontri programmati. Inoltre, secondo il suo dipartimento ci sono stati anche alcuni incontri spontanei.

Partenza in salita

Inizio in salita per il nuovo Consigliere federale Beat Jans: inizialmente si è recato a Davos per sei incontri programmati, ai quali si sono poi aggiunti altri tre colloqui non previsti. Il suo tema principale era la politica migratoria. La ministra delle finanze Karin Keller-Sutter ha partecipato a un totale di sette incontri bilaterali martedì e mercoledì. Secondo un portavoce, tale numero corrisponde al 15-20% dei suoi colloqui bilaterali internazionali annuali.

Breve e costruttivo

Secondo i dipartimenti, gli incontri sono durati in media circa mezz'ora. Alcuni si sono protratti per un'ora abbondante, altri si sono limitati a un quarto d'ora. Tuttavia, il governo è convinto dell'utilità di questa maratona di colloqui, altrimenti i consiglieri federali non vi avrebbero preso parte, ha assicurato un portavoce. Al WEF è possibile incontrare molte personalità in un lasso di tempo molto breve. Senza il WEF, lo sforzo richiesto per lo stesso numero di colloqui sarebbe molto maggiore, ad esempio in termini di viaggi. Gli incontri sono in parte molto diretti e semplici. Questi colloqui personali consentono uno scambio diretto a livello ministeriale, contribuiscono così in modo significativo a intensificare e approfondire la cooperazione. Oltre a coltivare le relazioni, l'obiettivo è quello di affrontare un'ampia gamma di temi, per lo più in modo informale. Questo serve in primo luogo a promuovere la comprensione reciproca. Si va subito al punto, le discussioni sono sorprendentemente approfondite, ha sottolineato un portavoce.

Incontri più importanti con personalità di alto livello

Gli incontri più importanti per il Consiglio federale sono stati senza dubbio quelli con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il primo ministro cinese Li Qiang e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Erano presenti anche numerosi ministri dei Paesi europei. A Davos, il Consiglio federale ha portato avanti un'offensiva di charme per i previsti negoziati relativi a un pacchetto di accordi sulle future relazioni con l'Ue. Inoltre, Amherd ha dichiarato di aver promosso durante i colloqui avuti il previsto vertice di pace sull'Ucraina a Ginevra.

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Amherd risponde a Mosca: "La Svizzera è dalla parte del diritto"
La consigliera federale ha aggiunto che i suoi incontri nella località grigionese hanno dimostrato che l'impegno della Svizzera nell'assistenza umanitaria e nello sminamento è ben visto.

La presidente della Confederazione Viola Amherd ha respinto le critiche russe riguardo al possibile vertice mondiale sulla pace in Ucraina. "La Svizzera è sempre dalla parte del diritto internazionale umanitario", ha dichiarato oggi ai media al WEF di Davos (GR). La Russia ribadisce regolarmente le sue critiche alla Confederazione per aver abbandonato la neutralità dall'inizio del conflitto. Martedì Mosca ha dichiarato che un summit mondiale sulla pace in Ucraina, a cui Kiev e Berna stanno lavorando da lunedì, è "inutile e dannoso". "Quando si è dalla parte della popolazione civile, si è dalla parte giusta", ha replicato Amherd. La consigliera federale ha aggiunto che i suoi incontri nella località grigionese hanno dimostrato che l'impegno della Svizzera nell'assistenza umanitaria e nello sminamento è ben visto. Ieri il presidente francese Emmanuel Macron si è persino congratulato con la consigliera federale per il buon lavoro che la Confederazione sta facendo per il Paese devastato dalla guerra.

Un pacchetto di accordi con l'UE

Sia l'Ucraina che il Medio Oriente sono stati inclusi in tutte le discussioni a margine del Forum economico mondiale (WEF), così come la situazione della sicurezza globale. Il coinvolgimento della Svizzera in questi dossier potrebbe avere un'influenza positiva sui negoziati con l'UE, ha dichiarato ancora la ministra della difesa. Il governo svizzero vuole negoziare un pacchetto di accordi con l'UE entro la fine dell'anno. Secondo Amherd, il dossier europeo "è sulla buona strada". Dopo il colloquio di lunedì sera con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, oggi Amherd e il suo collega di Governo Ignazio Cassis hanno incontrato il vice commissario UE responsabile del dossier svizzero, Maros Sefcovic. La vallesana non ha precisato se questo incontro abbia portato a qualcosa di concreto. Le due parti devono ancora far approvare il loro progetto di mandato negoziale. Le consultazioni in Svizzera proseguiranno fino a febbraio.

"I temi sono quelli giusti"

Più in generale, la presidente della Confederazione ritiene che la partecipazione dei capi di Stato e di Governo sia stata "molto importante" al WEF di quest'anno. "Quasi tutti i leader erano presenti", ha dichiarato, aggiungendo che "per la diplomazia svizzera è stata un'ottima opportunità". La presidenza di Amherd si preannuncia impegnativa, con il "Summit of the Future" di New York a settembre, seguito dalla seconda presidenza svizzera del Consiglio di Sicurezza dell'ONU a ottobre. La Confederazione si concentra sulla pace sostenibile, sulla protezione dei civili, sul clima e sull'efficienza dell'ONU durante il suo mandato di membro non permanente. Le discussioni condotte mostrano che i quattro temi "sono quelli giusti" e "devono essere rafforzati", ha aggiunto.

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Herzog: "Non nego la tragedia a Gaza, ma dobbiamo difenderci"
Il presidente israeliano Isaac Herzog è intervenuto al WEF, parlando del conflitto a Gaza

"Non nego la tragedia umana a Gaza, è doloroso vedere che i nostri vicini stanno soffrendo così tanto ma abbiamo diritto a difenderci". Queste le parole del presidente israeliano Isaac Herzog, che oggi si è espresso al Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR). "Cosa possiamo farci se i terroristi si nascondono tra i civili?" ha dichiarato il capo di Stato. "Nel sottosuolo di Gaza ci sono enormi città del terrore, alzi un letto e sotto ci trovi un missile. Il terrorismo deve essere tolto dall'equazione", ha aggiunto Herzog, che ha puntato il dito anche contro Teheran. "C'è un impero del male che arriva dall'Iran che spende miliardi di dollari in armi per far deragliare la stabilità della regione e del mondo. E questo deve essere affrontato da una coalizione molto forte", ha precisato al WEF il presidente israeliano.

Due Stati ma con garanzie per israeliani

"Guardando in prospettiva al futuro dobbiamo certamente lavorare per trovare nuovi modi per avere un dialogo con i nostri vicini ma la domanda fondamentale dopo il 7 ottobre è quali garanzie di sicurezza ci saranno per i cittadini israeliani. Quando parliamo di due Stati, la domanda preliminare è quale sicurezza per i cittadini israeliani", ha poi ribadito Herzog. "Israele vuole vivere in pace, e c'è un forte desiderio di coabitazione sia tra gli israeliani che tra i palestinesi, ma bisogna eliminare il terrorismo", ha aggiunto.

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Cosa c'è in programma al WEF
Il consigliere federale Ignazio Cassis incontrerà il vicepresidente della Commissione europea per portare avanti le discussioni sul pacchetto di accordi con l'UE. Atteso il discorso del presidente israliano Isaac Herzog.

Prosegue oggi con la sua penultima giornata l'annuale appuntamento del Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR). Oltre ai vari impegni dei consiglieri federali, tra cui un incontro fra Ignazio Cassis e il vicepresidente della Commissione europea Maros Sefcovic, in programma c'è l'atteso discorso del presidente israeliano Isaac Herzog.

Fare di più per liberare gli ostaggi israeliani

Herzog intende esortare i capi di Stato e di governo a fare di più per liberare gli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas. Il presidente, che ribadirà il rispetto del diritto internazionale, avrà anche un faccia a faccia con Cassis.

Gli accordi con l'UE

La discussione del ministro degli esteri con Sefcovic è invece particolarmente interessante pensando al fatto che il Consiglio federale intende negoziare quest'anno un pacchetto di accordi sulle future relazioni con l'Ue. Il diplomatico slovacco è il responsabile per Bruxelles del dossier svizzero.

Il bilancio di Amherd sul WEF

Da parte sua, la presidente della Confederazione Viola Amherd stilerà un bilancio dei suoi colloqui di questi giorni al WEF e parlerà con il primo ministro tunisino. Pure Guy Parmelin si presenterà davanti ai media per un riassunto della sua settimana in terra grigionese. Sarà in quel di Davos anche il presidente della Banca nazionale svizzera (BNS) Thomas Jordan, che affronterà la questione della politica monetaria alla luce dei profondi cambiamenti e delle sfide dell'economia globale.

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Il premier del Pakistan rientra in anticipo a Islamabad da Davos
Il motivo è legato agli attacchi in Iran da parte di Islamabad

Il primo ministro ad interim del Pakistan, Anwar-ul-Haq Kakar, lascerà in anticipo il Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR) dopo l'annuncio degli attacchi in Iran da parte di Islamabad: lo ha reso noto il governo. "Ha deciso di abbreviare la sua visita visti gli sviluppi in corso", ha detto in una conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri, Mumtaz Zahra Baloch.

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Blinken bloccato in Svizzera, problemi tecnici al suo aereo
Una fonte statunitense ha riferito che l'aereo, all'aeroporto di Zurigo, ha avuto un "guasto importante" dovuto a una "fuoriuscita di ossigeno".

Il segretario di Stato degli Usa, Antony Blinken, ha dovuto ritardare la sua partenza dalla Svizzera, dov'è intervenuto al Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR), a causa di un guasto al suo aereo. Una fonte statunitense ha riferito che l'aereo, all'aeroporto di Zurigo, ha avuto un "guasto importante" dovuto a una "fuoriuscita di ossigeno". Al capo della diplomazia statunitense, che da Davos a Zurigo ha volato in elicottero, è stato messo a disposizione un secondo aereo, mentre i membri del suo staff hanno dovuto rientrare a Washington su voli commerciali. Blinken ha fatto tappa nei Grigioni al termine del suo lungo tour diplomatico in Medio Oriente, il quarto dall'attacco di Hamas a Israele il 7 ottobre.

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Macron al Wef invoca gli eurobond su alcune priorità dell'Ue
Il presidente francese si è appellato all'Unione europea affinché emetta nuove forme di debito comune, come durante la pandemia di Covid-19 con il piano NextGenerationEu, per investire nelle ''grandi priorità d'avvenire''.

Il presidente francese Emmanuel Macron, intervenendo al Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR), ha lanciato un appello all'Unione europea (Ue) affinché faccia "maggiori investimenti", con una strategia ''molto più forte'' per i prossimi anni, ''osando gli eurobond'' su alcune ''grandi priorità'' strategiche comuni dell'Ue. "Forte dei risultati degli ultimi anni - ha dichiarato Macron citando, tra l'altro, il piano di rilancio dell'Ue (NextGenerationEU) - penso che dobbiamo fare molto di più". "Servono maggiori investimenti", ha sottolineato, invocando anche un rafforzamento dell'"Europa sociale". All'indomani della conferenza stampa di inizio anno all'Eliseo, Macron si è appellato agli europei affinché emettano nuove forme di debito comune, come durante la pandemia di Covid-19 con il piano NextGenerationEu, per investire nelle ''grandi priorità d'avvenire'' della nostra Unione. "Servono maggiori investimenti pubblici europei", ha dichiarato, "forse osando di nuovo degli 'eurobond'" su alcune grandi priorità, come la difesa comune.

L'ottimismo di Macron

Malgrado l'attuale situazione internazionale, Macron si è detto ''ottimista'' sulle molteplici ''sfide'' che attendono l'Europa al varco e ha detto che il 2024 - anno delle elezioni nell'Ue - sarà un anno ''chiave'' per l'Unione. Dinanzi alla folta platea di Davos, il leader francese ha vantato le riforme da lui condotte in questi ultimi anni al livello nazionale per rendere la Francia più forte e attrattiva nonché il lavoro verso l'affermazione di un'Europa "più unita, più sovrana e più efficace". "La nostra Europa - ha sottolineato il presidente francese - ha saputo costruire le fondamenta di un'Europa della difesa, il che pareva impensabile fino a sei-sette anni fa''. Ha citato, tra l'altro, l'adozione nel luglio 2020 del Piano di rilancio, con l'introduzione per la prima volta di una forma di mutualizzazione del debito al livello comunitario, la risposta dei vaccini al Covid-19 o l'unità dei paesi europei dinanzi alla guerra russa in Ucraina.

Progressi positivi, ha detto, ma che a suo avviso ''non sono sufficienti'' per rispondere alle sfide del futuro. Quindi la necessità di ''velocizzare l'agenda europea'', realizzando anche ''maggiori investimenti'', incluso con nuove forme di "debito comune".

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Al Wef il ministro dell'energia brasiliano promuove la partnership con la Svizzera
Il Brasile è già il principale partner commerciale della Svizzera in America latina.

Il ministro dell'energia del Brasile, Alexandre Silveira, ha approfittato di un incontro bilaterale a con l'omologo svizzero Albert Rösti - a margine del Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR) - per promuovere una partnership con la Confederazione sui settori dove Brasilia presenta maggiori potenzialità: mercato del carbonio, minerali strategici e della transizione energetica. Il Brasile è già il principale partner commerciale della Svizzera in America latina. "Il nostro Paese è un esempio globale nelle politiche di accesso all'energia, ora vogliamo stimolare ulteriormente la produzione di energia pulita e una crescita industriale verde, focalizzata sulla riduzione delle emissioni di carbonio e sulla promozione di una transizione energetica equa e inclusiva, che porti allo sviluppo economico e sociale per (...) la nostra popolazione", ha detto Silveira. Quest'ultimo ha incontrato anche il direttore esecutivo dell'Agenzia internazionale per l'energia (Iea), Fatih Birol.

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Milei: "Occidente in pericolo per colpa del socialismo"
È quanto affermato dal presidente argentino nel suo intervento al Forum economico mondiale di Davos.

"Il mondo occidentale è in pericolo" a causa del "socialismo". Lo ha detto il presidente argentino Javier Milei a Davos (GR). "Sono qui oggi per dirvi che l'Occidente è in pericolo", ha dichiarato Milei al Forum economico mondiale (WEF), in una feroce difesa del capitalismo e del libero mercato durante il suo primo viaggio all'estero da presidente. "Purtroppo negli ultimi decenni, spinti da un idea benpensante di voler aiutare il prossimo o por il desiderio di appartenere ad una casta privilegiata, i principali leader del mondo occidentale hanno abbandonato il modello della libertà per abbracciare diverse versioni del collettivismo", ha aggiunto il leader della destra ultraliberista argentina nel suo intervento ad una conferenza su "sicurezza e cooperazione". Milei aveva annunciato prima di arrivare a Davos che avrebbe partecipato al WEF con l'obiettivo di "proporre le idee della libertà in un foro contaminato dall'agenda socialista 2030".

Contro agenda ambientale e di genere

Il presidente argentino ha anche sostenuto che l'agenda ambientale e quella di genere sono invenzioni dei socialisti a fronte del fallimento del loro modello collettivista. "A fronte del loro innegabile fallimento i socialisti hanno messo da parte la lotta di classe e l'hanno rimpiazzata con altri presunti conflitti sociali ugualmente nocivi per la società e la crescita economica". Per il leader ultraliberista la prima di queste "battaglie ridicole" è stata quella instaurata tra l'uomo e la donna. "L'unico risultato di quest'agenda femminista radicale è un maggior intervento dello Stato e la creazione di una burocrazia nazionale e internazionale dedicata a promuovere quest'agenda. L'altra battaglia instaurata dal socialismo è quella dell'uomo contro la natura secondo cui l'uomo danneggia il pianeta, il quale dev'essere protetto a tutti i costi, anche arrivando a promuovere il controllo della natalità e la tragedia dell'aborto", ha aggiunto. Per Milei i neo marxisti hanno saputo cooptare il buonsenso comune e queste idee hanno pervaso tutte le istituzioni, dalle università fino alle organizzazioni internazionali, e quest'ultima è "la conseguenza più grave". Il presidente argentino ha concluso il suo discorso affermando che "per fortuna siamo sempre di più quelli che si oppongono a questa forme di collettivismo e invitiamo tutti a riprendere il cammino della prosperità e della libertà".

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Macron: "Il vertice di pace in Ucraina è un'iniziativa utile"
È quanto dichiarato dal presidente francese oggi a Davos.

Il presidente francese Emmanuel Macron accoglie con favore un possibile vertice mondiale per la pace in Ucraina, annunciato lunedì dalla consigliera federale Viola Amherd. "È una tra le iniziative utili", ha dichiarato a Keystone-ATS il capo di Stato impegnato oggi a Davos (GR). Tuttavia, Macron è rimasto prudente riguardo all'incontro: "Le condizioni devono permetterlo", ha detto prima del suo discorso al Forum economico mondiale (WEF).

Su Berset al Consiglio d'Europa: "Mi piace quello che fa"

Il presidente francese si è poi espresso su un appoggio alla possibile candidatura di Alain Berset in qualità di segretario generale del Consiglio d'Europa. "Sono cose che non si possono dire ufficialmente", ha chiosato. "Ma mi piace molto quello che fa", ha aggiunto Macron con un ampio sorriso. "Posso dirvi ancora una volta che (Berset) è un mio grande amico", ha dichiarato il presidente francese prima di intervenire al Forum di Davos. Oltre all'ex presidente della Confederazione, sono in corsa per la guida del Consiglio d'Europa il commissario europeo per la Giustizia Didier Reynders e l'ex ministro estone Indrek Saar.

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Attacco hacker all'Amministrazione federale, colpite diverse pagine web
©ALESSANDRO CRINARI
©ALESSANDRO CRINARI
A rivendicare l'attacco, motivato con la partecipazione di Zelensky al Wef di Davos, è stato il gruppo filorusso "NoName". Non vi è stata nessuna fuga di dati.

Gli hacker russi hanno attaccato l'Amministrazione federale, rendendo temporaneamente irraggiungibili alcune pagine web. Lo comunica la stessa Confederazione, spiegando che il gruppo filorusso "NoName" ha rivendicato l'attacco, motivandolo con la partecipazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensyj al Forum economico mondiale (Wef) di Davos. Gli specialisti di Berna, si legge nella nota, hanno rapidamente rilevato il ciberattacco e adottato le misure necessarie per ripristinare quanto prima il funzionamento delle pagine web. Lo stesso gruppo, ricordiamo, aveva già colpito il portale della Confederazione nel giugno dello scorso anno.

Non è stato un attacco a sorpresa

L'Ufficio federale della cibersicurezza (Ufcs), continua la nota, "si attendeva un attacco già alla vigilia della visita ufficiale del presidente ucraino, così lo scorso 10 gennaio aveva messo in guardia i gestori delle infrastrutture critiche, invitandoli ad adottare misure adeguate, invito in seguito attuato dall'Amministrazione federale". Con simili attacchi "volti a limitare la disponibilità delle pagine web, i criminali vogliono di solito ottenere una risonanza mediatica per diffondere la loro ideologia, sovraccaricando le pagine web con richieste mirate in modo che non siano più accessibili. In caso di attacco DDoS non vi è alcuna fuga di dati".

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Ucraina, Cassis: "Mosca al summit di pace? Al momento è impossibile dirlo"
"Tutto dipende dal modo in cui i Paesi influenti vorranno essere coinvolti", ha detto il consigliere federale riferendosi a Mosca.

Il consigliere federale Ignazio Cassis non è in grado di dire se la Russia sarà invitata al Vertice mondiale della pace in Ucraina, qualora si concretizzasse. A febbraio si recherà in Cina e in India per cercare di sondare questi Paesi sulla questione. "I contorni non sono ancora chiari", ha dichiarato oggi alla stampa il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) a margine del Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR). "Tutto dipende dal modo in cui i Paesi influenti vorranno essere coinvolti", ha detto riferendosi a Mosca.

I contatti con la Russia proseguono

Secondo una fonte dell'Amministrazione federale, il vertice - che non si sa ancora se si terrà a Ginevra e in quale data - potrebbe essere un evento intermedio. Ma "non ci sarà una conferenza di pace degna di questo nome e che porti alla cessazione delle ostilità senza la Russia", ha sottolineato Cassis. Nonostante il raffreddamento delle relazioni con Mosca in seguito alle sanzioni, i contatti con questo Paese proseguono. Cassis ha ribadito che i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, ai quali si sono aggiunti di recente Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Egitto ed Iran ndr.) dovranno essere il più possibile rappresentati al Vertice della Pace. Per questo motivo il consigliere federale ticinese visiterà due di questi Paesi a febbraio.

Preoccupa la situazione in Medio Oriente

Oggi a Davos, Cassis si è inoltre detto "molto preoccupato" per una regionalizzazione del conflitto nel vicino Medio Oriente. Il ministro degli affari esteri ha invitato il suo omologo iraniano a usare "tutto il suo potere" per evitare un'escalation, in particolare con gli Huthi nello Yemen. Il capo del DFAE ha incontrato a lungo Hossein Amirabdollahian in mattinata. Quest'ultimo gli ha comunicato "l'intenzione" di Teheran di lavorare per questo obiettivo, ha dichiarato alla stampa a margine del WEF. Cassis è preoccupato per gli attacchi degli Huthi al traffico marittimo, in un momento in cui gli operatori svizzeri del settore sono gravemente colpiti. È anche preoccupato per le tensioni tra Teheran e il Kurdistan iracheno. "La posizione ufficiale dell'Iran è che la guerra in Medio Oriente deve finire", ha aggiunto il consigliere federale, che domani incontrerà il presidente israeliano Isaac Herzog. Secondo Cassis, più il conflitto si protrae, più diventa difficile proteggere i civili. La prossima settimana il consigliere federale parteciperà a una discussione ministeriale sul Medio Oriente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a New York.

L'Iran e il nucleare

Dal canto suo, nell'incontro con Cassis, il ministro degli esteri di Teheran Hossein Amirabdollahian ha dichiarato che l'Iran è impegnato a tenere negoziati per il rilancio dell'accordo sul nucleare del 2015. L'iniziativa per rilanciare il patto avanzata dal sultano dell'Oman è sempre sul tavolo, ha aggiunto il capo della diplomazia di Teheran, citato da Tasnim. I colloqui per tornare al Jcpoa, avviati alla fine del 2021, si trovano in fase di stallo dopo che i partecipanti occidentali (Francia, Gran Bretagna e Germania) hanno criticato l'Iran per avere aumentato le sue attività nucleari, anche con l'arricchimento dell'uranio a un livello superiore rispetto alle restrizioni previste dall'accordo.

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Blinken, "non vedo condizioni per cessate il fuoco"
È quanto affermato dal segretario di Stato americano nel suo intervento al Forum economico mondiale di Davos.

"Non vedo allo stato attuale le condizioni per negoziare un cessate il fuoco stabile" in Ucraina: lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken, parlando al Forum economico mondiale (WEF) di Davos. Per Blinken alla base dell'eventuale negoziato deve esserci la volontà della Russia "di impegnarsi in buona fede sui principi che ha sfidato con la sua aggressione, ovvero l'indipendenza dell'Ucraina".

Kiev: "La priorità è cacciare la Russia dai cieli ucraini"

Da parte sua il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba ha affermato che la priorità del suo paese per il 2024 è quella di ottenere il controllo dei suoi cieli, mentre l'assalto su vasta scala della Russia al paese entra nel suo terzo anno. "Nel 2024, ovviamente, la priorità è cacciare la Russia dal nostro cielo. Perché chi controlla i cieli definirà quando e come finirà la guerra", ha detto Kuleba a una tavola rotonda sulla difesa europea.

un anno fa
Per Ubs "il 2024 sarà un anno difficile", a dirlo il presidente del Cda
Secondo Colm Kelleher "entro giugno di quest'anno la grande banca intende fondere le società operative e le filiali importanti dei due istituti, e dovrà quindi tagliare i costi".

Il 2024 sarà probabilmente "un anno difficile" per UBS perché dovrà adeguare la propria struttura organizzativa a causa dell'integrazione di Credit Suisse. A dirlo è il presidente del consiglio d'amministrazione della grande banca Colm Kelleher, intervistato oggi da Bloomberg TV in occasione del Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR). L'operazione nel complesso sta comunque andando "molto bene", ha precisato Kelleher. Stando al dirigente di passaporto irlandese, UBS ha inizialmente svolto la parte "relativamente facile" dell'integrazione riducendo le capacità.

"Bisognerà affrontare il tema legato al taglio dei costi"

Credit Suisse comprende circa 1100 entità legali. "Questa è la parte che deve essere affrontata per tagliare i costi", ha dichiarato il manager, secondo cui il gigante bancario zurighese intende fondere le società operative e le filiali importanti dei due istituti ex rivali entro giugno dell'anno in corso. Kelleher ha ammesso di aver avvertito in modo molto esplicito in passato sui rischi della cultura aziendale presso Credit Suisse. Nel complesso è però rimasto positivamente sorpreso dai dipendenti acquisiti da UBS in provenienza dalla ex concorrente. Il presidente del cda ha poi affermato di essere fiducioso sulla possibilità di lasciarsi alle spalle il problema dei deflussi legati a Credit Suisse. Il bilancio del terzo trimestre ha infatti già mostrato come tale fenomeno stia scemando.

L'acquisizione di Credit Suisse

Il 66enne si è anche espresso a favore di maggiori poteri per l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma). A suo dire, l'organo aveva messo in guardia i vertici di Credit Suisse, ma né la direzione né il cda hanno reagito con sufficiente prontezza. UBS ha salvato la banca rivale perché voleva fare la cosa giusta per il sistema e per i suoi azionisti, ha sottolineato il manager che ha trascorso gran parte della sua carriera - trent'anni - presso Morgan Stanley. Una liquidazione avrebbe portato grande incertezza. Con il senno di poi si parla di "acquisto del secolo, ma sul momento abbiamo corso un grosso rischio", ha evidenziato.

un anno fa
L'appello di una ex ostaggio di Hamas: "Non dovrei essere qui"
Nili Margalit è venuta a Davos per chiedere al mondo impegnarsi per il rilascio delle 136 persone ancora detenute.

"Sono una persona semplice" e "non dovrei essere qui". Nili Margalit è stata tenuta in ostaggio da Hamas per quasi due mesi. È venuta a Davos (GR) per chiedere al mondo di impegnarsi per il rilascio delle 136 persone ancora detenute. "Non tornerò mai alla vita che avevo prima del 7 ottobre", ha dichiarato la 41enne israeliana in un'intervista a Keystone-ATS. Insieme ad altri, è la prima ex ostaggio a visitare la Svizzera dopo il suo rilascio. "Non riesco a esprimere la mia preoccupazione per coloro che ho lasciato", ha dichiarato la donna, che ammette di "non stare bene". Sta partecipando "alla conferenza più importante del mondo per parlare a loro nome perché loro non possono farlo".

Il senso della prigionia

Per non mettere in pericolo gli ostaggi, non vuole raccontare quello che pensa, né riferire delle discussioni che ha avuto con i suoi rapitori. Ma i loro volti sono ancora ben presenti nella sua mente. Margalit, di professione infermiera, ha aiutato la ventina di anziani detenuti con lei da Hamas in un tunnel. Ha stilato una lista di medicinali ed è diventata "i loro occhi", poiché la maggior parte di loro non aveva con sé gli occhiali dopo l'attacco del gruppo al loro kibbutz. "In questo modo sono riuscita a trovare un senso a questa prigionia", dice.

Critiche al CICR

Mancanza d'aria, una ciotola di riso e mezza fetta di pane come unico pasto giornaliero, mancanza di medicinali, le condizioni erano difficili. Le autorità israeliane e le famiglie degli ostaggi hanno criticato il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) per la sua incapacità di fornire le medicine necessarie agli ostaggi. Mirjana Spoljaric, presidente dell'organizzazione umanitaria, ha risposto dicendo che queste accuse mettono in pericolo sia gli ostaggi che il personale del CICR. "Capiamo che il CICR non ha alcuna autorità a Gaza", ha dichiarato Noam Peri, figlia di un ottuagenario ancora detenuto nel tunnel. La responsabilità può essere attribuita solo ad Hamas, dice. "Ma l'organizzazione, gli Stati Uniti, il Qatar e tutti i presenti a Davos "devono fare tutto il possibile" e "scegliere da che parte stare".

Fiducia anche nella Svizzera

Margalit non intende lasciare Israele. Ma non può tornare a casa sua. "La mia casa è bruciata. Non mi è rimasto nulla". Suo padre è stato ucciso il 7 ottobre da Hamas. Profondamente colpita, non può guardare avanti finché gli ostaggi non saranno liberati. Da parte sua, Noam Peri sa che suo padre, è "un uomo forte" e "ottimista". A differenza di altre famiglie di ostaggi, non si esprime sulla decisione del Consiglio federale di considerare Hamas un'organizzazione terroristica. "Non sono un diplomatico, né un politico", spiega. "Non posso dire alla Svizzera quale sia l'approccio migliore", aggiunge, affermando di "confidare" che Berna trovi la strada migliore da seguire. Spera comunque che la Svizzera cerchi di dare il suo contributo.

un anno fa
Il conflitto in Medio Oriente oggi in agenda al WEF
Attesa la partecipazione del presidente israeliano Isaac Herzog e di una delegazione composta dai parenti di alcuni ostaggi ancora nelle mani del gruppo islamico.

Oggi al centro delle discussioni al Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR) ci sarà la situazione attuale in Medio Oriente e in particolare il conflitto tra lo Stato ebraico e Hamas. In agenda è infatti prevista la partecipazione del presidente israeliano Isaac Herzog.

Pressione politica per il rilascio degli ostaggi

Stando ad un comunicato stampa, il capo di Stato si recherà all'evento annuale insieme alla consorte Michal Herzog. Oltre alla First Lady israeliana ci sarà anche una delegazione composta dai parenti di alcuni ostaggi ancora nelle mani del gruppo islamico radicale detenuti a Gaza. Herzog intende pronunciare un discorso e intrattenere una serie di incontri con altri esponenti politici di spicco. Secondo l'ufficio presidenziale israeliano, l'obiettivo della sua visita nella località grigionese è quello di esercitare "un'intensa pressione politica" proprio per il rilascio degli ostaggi e rendere i capi di Stato e di governo consapevoli delle conseguenze dell'attacco perpetrato da Hamas il 7 ottobre. A Davos sono presenti anche diversi ministri del Qatar e degli Emirati Arabi Uniti, considerati mediatori in questo conflitto, oltre che varie delegazioni giunte delle regioni del Medio Oriente, tra cui Arabia Saudita, Giordania, Libano e Iraq.

Discorsi di Macron e Milei

Oggi farà la sua apparizione al WEF anche il capo di Stato francese Emmanuel Macron, il quale terrà un discorso sul ruolo che il proprio Paese gioca nel futuro dell'Europa. Atteso anche l'arrivo del neoeletto presidente argentino Javier Milei, che affronterà a Davos il suo primo viaggio all'estero in qualità di leader del Paese andino. Il capo di Stato ultraliberale - che non ha temporeggiato per introdurre già numerose riforme nel suo Paese - terrà anche lui un discorso e ne approfitterà per affrontare vari colloqui bilaterali. Inoltre sarà presente anche il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.

un anno fa
Protesta anti-WEF a Zurigo
© X Organisierte Autonomie Zürich
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La dimostrazione, indetta da diverse organizzazioni di estrema sinistra e non autorizzata, si è svolta senza grandi incidenti.

Circa 200 persone hanno manifestato questa sera a Zurigo contro il Forum economico mondiale (WEF) in corso a Davos (GR). Lo ha constatato sul posto un giornalista di Keystone-ATS. La dimostrazione indetta da diverse organizzazioni di estrema sinistra, non autorizzata, si è svolta senza grandi incidenti.

Esplosi petardi e fuochi d'artificio

La polizia era presente con un imponente contingente di uomini e ha annunciato con altoparlanti che avrebbe tollerato il raduno solo se pacifico. I manifestanti - molti dei quali avevano il viso coperto - si sono riuniti dopo le 19.00 a Helvetiaplatz e si sono mossi in corteo poco prima delle 20.00 in direzione di Langstrasse. Lungo il percorso sono stati fatti esplodere petardi e fuochi d'artificio e sono state fatte numerose scritte con spray. Dopo circa un'ora, il corteo è tornato a Helvetiaplatz e si è disperso.

un anno fa
Vertice di pace sull'Ucraina, la Svizzera pronta a organizzarlo a Ginevra
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Ginevra ospiterà anche una conferenza internazionale sullo sminamento in Ucraina il prossimo ottobre. Alcuni mesi fa, il Consiglio federale aveva deciso di stanziare 100 milioni di franchi per contribuire alla bonifica di circa 156'000 km quadrati di terreni potenzialmente contaminati nel Paese.

Se il progetto andrà in porto, il vertice mondiale sulla pace in Ucraina si svolgerà a Ginevra. Lo ha appreso Keystone-ATS oggi a Davos (GR) da una fonte dell'amministrazione federale vicina al dossier. Ieri la presidente della Confederazione, Viola Amherd, aveva annunciato che la Svizzera è pronta a ospitare l'evento, come auspicato dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Oggi quest'ultimo ha confermato al Forum economico mondiale (WEF) che i lavori sono iniziati.

Ginevra ospiterà anche una conferenza internazionale sullo sminamento in Ucraina il prossimo ottobre. Alcuni mesi fa, il Consiglio federale aveva deciso di stanziare 100 milioni di franchi per contribuire alla bonifica di circa 156'000 km quadrati di terreni potenzialmente contaminati nel Paese. A Davos, Amherd ha ribadito questo impegno durante un colloquio con la vice prima ministra e ministra dell'economia ucraina, Yulia Svyrydenko.

un anno fa
Zelensky: "Putin incarna la guerra e non cambierà"
Screenshot video/WEF YouTube
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Intervenuto al World Economic Forum di Davos, il presidente ucraino ha chiesto sanzioni ancora più severe nei confronti della Russia. "Quest'anno deve portare a una decisione"

"Un uomo, Vladimir Putin, ha rubato 13 anni di pace sostituendola con dolore, dolore, dolore che colpisce tutto il mondo. Putin incarna la guerra, è lui la sola ragione perché certe guerre e conflitti persistono e tutti i tentativi di riportare la pace sono falliti, e lui non cambierà". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo al Forum economico mondiale di Davos. "Abbiamo bisogno che Putin perda" e "possiamo farlo. Quest'anno deve essere decisivo", e il leader russo non sarà mai soddisfatto di un conflitto congelato, ha sottolineato il presidente ucraino. "Vi ricordo che dopo il 2014 c'è stato un tentativo di congelare la guerra in Donbass. C'erano garanti influenti, tra cui la cancelliera della Germania e il presidente francese. Ma Putin è un predatore non soddisfatto dai prodotti congelati. Dobbiamo difenderci, difendere i nostri bambini e le nostre mogli e possiamo batterlo sul terreno, lo abbiamo provato".

"Ogni investimento nella fiducia dei difensori accorcia il conflitto"

"Dobbiamo ottenere una superiorità aerea per l'Ucraina come abbiamo ottenuto quella nel Mar Nero", ha continuato Zelensky . "Possiamo farlo, i partner sanno ciò di cui abbiamo bisogno e quali quantità. Permetterebbe progressi sul terreno. Due giorni fa abbiamo provato che possiamo colpire aerei russi che non erano stati abbattuti finora". Ogni riduzione della pressione sull'aggressore aggiunge anni alla guerra, "ma ogni investimento nella fiducia dei difensori accorcia il conflitto", ha sottolineato Zelensky nel suo discorso, dopo aver criticato gli appelli occidentali durante questi mesi di guerra a non portare il conflitto verso una ulteriore "escalation" chiedendo più armi e azioni da parte dei partner.

"Quest'anno deve esserci una decisione forte"

Come possiamo essere soddisfatti - ha poi detto Zelensky - di sanzioni che nemmeno bloccano la produzione di missili russi? In ogni razzo russo ci sono componenti chiave di Paesi occidentali, è un fatto". "Naturalmente sono grato per ogni pacchetto di sanzioni approvato dai partner", ma la pace si potrà avvicinare solo "assicurando che le sanzioni funzionino al 100%. Ed è una debolezza occidentale che l'industria nucleare russa non sia ancora oggetto sanzioni, anche se Putin è l'unico terrorista che ha preso in ostaggio una centrale nucleare", ha sottolineato Zelensky. Inoltre, "deve esserci quest'anno una decisione forte per dirigere gli asset russi congelati alla difesa contro l'aggressione russa e la ricostruzione dell'Ucraina".

"Per avvicinare la pace abbiamo bisogno di voi"

Zelensky ha usato il palco di Davos per sottolineare che Putin non vuole fermarsi all'Ucraina: "Se qualcuno pensa che questo riguardi solo noi, che riguarda solo l'Ucraina, si sbaglia", ha dichiarato, evidenziando poi come "la risposta di Putin alle richieste di pace sono state forniture di sempre più armi da Corea del Nord e Iran". "La guerra finirà con una pace giusta e stabile, e vogliamo che siate parte di questa pace a partire da ora. Per avvicinare la pace abbiamo bisogno di voi", ha poi affermato il leader ucraino rivolgendosi alla platea. "Qui in Svizzera abbiamo dato un contributo chiave al suo raggiungimento", ha aggiunto riferendosi agli incontri sull'implementazione della formula di pace ucraina e la decisione di organizzare un summit della pace a livello di leader in territorio elvetico. Un vertice al quale Zelensky ha invitato "ogni leader e Paese che rispettano la pace e la legge internazionale".

"Contiamo sul sostegno Usa"

In precedenza, Zelensky aveva definito su "X" "significativo" l'incontro avuto con il segretario di Stato americano Anthony Blinken. "Abbiamo discusso dell'ulteriore cooperazione in materia di difesa tra Ucraina e Stati Uniti. La difesa aerea e le capacità a lungo raggio sono particolarmente importanti per il nostro paese". Il presidente ucraino ha anche ringraziato il presidente degli Stati Uniti, il Congresso e il popolo americano per "il costante e potente aiuto all'Ucraina". "Contiamo sul continuo sostegno degli Stati Uniti, che è essenziale per il nostro paese", ha sottolineato Zelensky, riferendo di aver informato, a margine del Forum economico mondiale, Blinken e Jake Sullivan "dell'attuale situazione del campo di battaglia, dei compiti chiave per le forze di difesa ucraine quest'anno e dei mezzi necessari per adempierli".

Blinken a Zelensky: "Manterremo il sostegno all'Ucraina"

"Siamo determinati a mantenere il nostro sostegno all'Ucraina e lavoriamo molto strettamente con il Congresso su questo", ha detto dal canto suo il segretario di Stato americano Antony Blinken dopo l'incontro con Zelensky. È invece in discussione al Congresso Usa il via libera a nuovi aiuti militari. "So che i nostri colleghi europei faranno lo stesso", ha aggiunto.

un anno fa
Amherd apre il WEF: "Ripristiniamo la fiducia dei cittadini"
La presidente della Confederazione ha aperto ufficialmente la 54esima edizione del Forum economico a Davos, facendo appello alla responsabilità dei presenti.

La presidente della Confederazione Viola Amherd ha aperto oggi ufficialmente il Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR) facendo appello alla responsabilità dei presenti per ripristinare la fiducia smarrita. La vallesana ha criticato in particolare le élite imprenditoriali che promuovono il populismo, così come l'ascesa dell'autoritarismo.

Ripristinare la fiducia

Ripristinare la fiducia dei cittadini ("Rebuilding Trust" è tra l'altro lo slogan dell'edizione 2024 del WEF) non è solo compito dei governi, ha evidenziato stamattina Amherd parlando davanti a rappresentanti dell'economia, della politica e della società. "È anche un dovere delle imprese. È chiaro che i crescenti squilibri sociali stanno alimentando il populismo, anche nei Paesi ricchi". "Quando la cosiddetta élite si celebra come una casta superiore mentre molte famiglie faticano ad arrivare a fine mese, la diffidenza aumenta", ha avvertito. I governi a quel punto non vengono più "né ascoltati né capiti". "Una parte della popolazione non ha fiducia in noi", ha proseguito la ministra della difesa. Serve quindi uno scambio aperto e trasparente, raggiungere compromessi e dimostrarsi affidabili, ha aggiunto la consigliera federale, che si è poi rivolta direttamente alla sala: "Molti di voi hanno l'opportunità di rafforzare la coesione e l'equilibrio sociale nelle vostre aziende".

"Mettiamoci al lavoro"

La Svizzera si sta adoperando per ricostruire questa fiducia, ad esempio attraverso i suoi tradizionali buoni uffici o come membro del Consiglio di sicurezza dell'Onu, ha dichiarato Amherd. Come il suo predecessore Alain Berset un anno fa, la presidente della Confederazione ha espresso preoccupazione per gli approcci "autoritari" che mettono in discussione le regole della comunità internazionale. Nonostante la dilagante mentalità orientata al blocco, la Svizzera vuole contribuire alla ricerca di soluzioni, ha assicurato. "Possiamo spezzare le tendenze negative, mettiamoci al lavoro", è stato il suo incitamento.

"L'UE può fare da guida"

Dopo gli interventi del fondatore Wef Klaus Schwab e del premier cinese Li Qiang, ha preso la parola la presidente della Commissione europea  Ursula von der Leyen: "Ancora una volta la realtà che fa riflettere è che ci troviamo a competere più intensamente tra paesi rispetto al passato", ma "questo non è il momento per il conflitto o la polarizzazione, è il momento di costruire la fiducia, di guidare la collaborazione globale più che mai", ha sottolineato di fronte al plenum. A suo dire "l'Europa può e deve prendere il comando nel dare forma alla risposta globale" alle sfide. Riferendosi al conflitto in Ucraina, ha quindi affermato che "la Russia sta fallendo nei suoi obiettivi strategici. È un prima di tutto un fallimento militare", ma anche economico e diplomatico, e "tutto questo ci dice che l'Ucraina può vincere questa guerra. Ma noi dobbiamo continuare a sostenere la sua resistenza. L'Ucraina ha bisogno di un sostegno finanziario prevedibile nel 2024 e oltre".

un anno fa
Già oggi al Forum economico interverranno gli ospiti di spicco
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Si tratta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, del premier cinese Li Qiang e della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen.

Oggi, martedì, in occasione dell'inizio dei lavori presso il Forum economico mondiale (WEF), si esprimeranno già i maggiori ospiti di spicco. Prenderanno la parola infatti il capo di Stato ucraino Volodymyr Zelensky, il primo ministro cinese Li Qiang e la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. A dare il la, questa mattina al Forum di Davos (GR), sarà la presidente della Confederazione Viola Amherd con un discorso di benvenuto. Seguirà poi un folto programma. Per l'intervento del premier Li - che prenderà la parola pochi minuti dopo la consigliera federale - c'è grande attesa: considerato uno stretto alleato della Russia, sotto i riflettori del WEF l'Occidente spera di poter coinvolgere maggiormente Pechino proprio per quanto riguarda le ostilità da parte di Mosca.

Zelensky interverrà nel pomeriggio

Tuttavia, oggi l'ospite più illustre al forum è senza dubbio il presidente ucraino Zelensky. Uno sguardo al programma rivela che il capo di Stato, giunto ieri in Svizzera, prenderà la parola nel pomeriggio. Subito dopo il suo intervento, è prevista una tavola rotonda alla quale siederanno anche i "ministri" Amherd e Cassis per discutere sullo sminamento in Ucraina. Ma Zelensky terrà incontri bilaterali anche con esponenti dell'Unione europea e dell'Alleanza atlantica con l'obbiettivo di promuovere l'integrazione del suo Paese nell'UE e nella NATO. Oggi si getteranno inoltre le basi a favore del "vertice per una pace giusta in Ucraina", come annunciato ieri da Amherd davanti ai media.

Al centro anche gli incontri coi rappresentanti UE

Non da ultimo, anche Ursula Von der Leyen interverrà nella giornata odierna. Per la Confederazione, nella località grigionese, al centro dell'attenzione ci sono proprio gli incontri con vari rappresentanti dell'UE. La Svizzera non ha però temporeggiato: la consigliera federale Amherd ha infatti già incontrato ieri sera la presidente della Commissione europea, confermando il rapido avvio dei negoziati per un pacchetto di accordi con l'UE.

un anno fa
Svizzera e Ue confermano il rapido avvio dei negoziati
© CdT/Gabriele Putzu
© CdT/Gabriele Putzu
Secondo la presidente della Confederazione, Viola Amherd, il colloquio di questa sera con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è servito essenzialmente per informarsi reciprocamente sullo stato del dossier Ue.

La Svizzera ha già avuto un importante incontro di alto livello a Davos (GR) nel primo giorno del Forum economico mondiale (WEF): la presidente della Confederazione Viola Amherd ha avuto questa sera un colloquio con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sul dossier Ue. Entrambe le politiche di spicco, secondo quanto dichiarato dalla consigliera federale, hanno confermato il rapido avvio dei negoziati su un pacchetto di accordi sulle relazioni future. Tuttavia, non si sono impegnate a stabilire un calendario fisso, come ha dichiarato Amherd ai media dopo l'incontro di 15 minuti. Si sono assicurate reciprocamente di voler negoziare rapidamente. La direttrice del DDPS ha dichiarato di voler sfruttare la "finestra temporale ideale" nel 2024, prima delle elezioni europee, prima che la prossima Commissione, nella sua nuova composizione entri in funzione in estate.

Un incontro per informarsi reciprocamente sullo stato dei dossier

La presidente della Confederazione ha ricordato alla presidente della Commissione europea che in Svizzera sono in corso consultazioni fino a metà febbraio e che è necessario risolvere questioni di politica interna prima di un mandato solido. Senza dirlo chiaramente, ha lasciato intendere che la questione dei sindacati, che hanno espresso pubblicamente le loro preoccupazioni, è stata brevemente affrontata. Amherd e Von der Leyen hanno concordato di chiamarsi in modo "non complicato", se sarà necessario, per fare il punto sui progressi compiuti, ha dichiarato la consigliera federale, secondo la quale l'incontro di Davos è servito essenzialmente per informarsi reciprocamente sullo stato del dossier Ue. Da parte sua Von der Leyen ha dichiarato che il colloquio è stato "molto buono e molto amichevole", senza fare ulteriori commenti sui contenuti. In precedenza, nel dare il benvenuto a von der Leyen, Amherd aveva detto di essere contenta che avesse ancora tempo per lei a tarda sera.

Un segnale positivo

Le relazioni con l'Ue sono uno dei temi più scottanti dell'agenda politica del Consiglio federale. Secondo Amherd, si tratta del dossier più importante del suo anno presidenziale. Osservatori hanno considerato l'incontro di oggi come un segnale positivo dopo mesi di colloqui a livello tecnico. Il Consiglio federale ha adottato un mandato negoziale a metà dicembre. Cinque giorni dopo, la Commissione europea ha pubblicato la sua bozza di mandato. L'obiettivo dichiarato sia da parte svizzera sia da parte Ue è quello di poter avviare i negoziati entro due o tre mesi. La delegazione svizzera intende cogliere l'occasione del WEF per tenere ulteriori colloqui sul dossier dell'Ue. Il ministro degli esteri Ignazio Cassis incontrerà Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione Ue responsabile del dossier svizzero. Il Ministro dell'economia Guy Parmelin intende parlare con Iliana Ivanova, Commissaria Ue per l'innovazione, la ricerca e l'istruzione.

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Biodiversità, l'appello di Sergio Ermotti ai governi
© CdT/Gabriele Putzu
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UBS auspica un quadro legislativo e normativo comune a livello internazionale per attrarre gli investimenti destinati alla natura.

Il direttore generale di UBS Sergio Ermotti si aspetta che i governi facciano di più per mobilitare capitali privati destinati a lottare contro la perdita di biodiversità. Oggi a Davos (GR) ha annunciato che nel 2024, per la prima volta, il colosso bancario elvetico pubblicherà informazioni su questo tema. "Le istituzioni finanziarie possono facilitare il contatto tra investitori, ma la principale forza trainante dev'essere la politica. Non possiamo essere noi", ha dichiarato Ermotti alla stampa in occasione del Forum economico mondiale (WEF), che ha aperto i battenti questa sera.

Occorre collaborazione

UBS auspica un quadro legislativo e normativo comune a livello internazionale per attrarre gli investimenti destinati alla natura. In un rapporto pubblicato oggi, la grande banca ammette che la finanza deve sostenere la promozione di nuove tecnologie per ridurre la perdita di biodiversità entro il 2030. Per Ermotti è necessaria la collaborazione tra governi, mondo accademico, settore privato e società civile. Il deficit di investimenti per ridurre la perdita di biodiversità raggiungerà i 700 milioni di dollari (circa 600 milioni di franchi al cambio attuale) all'anno entro il 2030. Il ticinese ha promesso che quest'anno UBS pubblicherà, insieme ai risultati, indicazioni conformi alle direttive del gruppo di lavoro internazionale sulle dichiarazioni finanziarie legate alla natura (TNFD, Taskforce on nature-related financial disclosures).

un anno fa
Amherd: "La Svizzera sostiene il processo di pace"
La presidente della Confederazione e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno incontrato la stampa. Amherd: "Pronti a organizzare un summit per la pace".

Si sono svolti oggi, nella tenuta Lohn, i colloqui tra i consiglieri federali Viola Amherd (capo del Dipartimento della difesa, della protezione della popolazione e dello sport), Ignazio Cassis (capo del Dipartimento degli affari esteri), Beat Jans (capo del Dipartimento di giustizia e polizia), e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, accompagnato dal Ministro degli esteri Dmytro Kuleba e dal Capo dell’Ufficio presidenziale Andriy Jermak. Amherd e Zelensky hanno poi fornito informazioni sui risultati dello stesso incontro in una conferenza stampa.

Per prima ha preso la parola Amherd, la quale ha ricordato che “le persone devono subire un altro inverno di guerra”. La visita di Zelensky è stata definita un "onore". La Svizzera sostiene il processo di pace, ha ribadito la consigliera federale, ed è pronta a organizzare una conferenza in tal senso. I dettagli riguardanti i prossimi passi da intraprendere sono ora in corso di definizione. La presidente della Confederazione ha ricordato anche l'aiuto elvetico nell'aiuto umanitario e nello sminamento. "La Svizzera ha stanziato 1,5 miliardi di franchi fino al 2028 per sostenere l'Ucraina e la sua ricostruzione".

Un tribunale speciale?

La Svizzera partecipa anche al Registro dei danni istituito dal Consiglio d’Europa e fa parte del nucleo di Stati che, in considerazione delle lacune sul piano della responsabilità per i crimini commessi nell’ambito dell’aggressione russa, vogliono istituire un tribunale speciale.

Zelensky: "Neutralità non significa ignorare la realtà"

“Neutralità non significa ignorare la realtà”, ha detto dal canto suo Zelensky, il quale ha ringraziato la Svizzera per aver accettato le sanzioni europee. "È importante che la Svizzera aiuti anche dal punto di vista finanziario", ha sottolineato. Si è parlato anche di sforzi di pace e “siamo grati che i nostri team stiano ora organizzando un vertice globale sulla pace”, ha aggiunto il presidente ucraino.

"Il mondo intero è contro l’aggressione della Russia”

Venuto il momento delle domande, un giornalista ha chiesto chi dovrebbe partecipare al vertice di pace. "È aperto a tutti i paesi che rispettano la sovranità dell'Ucraina. Il mondo intero è contro l’aggressione della Russia”, ha risposto Zelenskyj, secondo cui se i paesi volessero davvero che la guerra finisse, "sosterrebbero l’Ucraina". Zelenskyj ha anche detto che vorrebbe avere la Cina al vertice di pace, e coinvolgerla, “ma non tutto dipende da noi”.

Impegno in favore dello sminamento

Nel quadro della cooperazione internazionale, dal 24 febbraio 2022 la Svizzera ha stanziato circa 400 milioni di franchi per l’Ucraina e i Paesi limitrofi. Quale parte del sostegno elvetico, alla fine del mese di settembre il Consiglio federale ha destinato 100 milioni di franchi per lo sminamento umanitario. In questo ambito, per il 2024 nelle regioni di Charkiv e Kherson è prevista la realizzazione di un progetto della Fondation suisse de déminage con sede a Ginevra. A ottobre, nella città di Calvino si terrà una conferenza di alto livello sulle sfide dello sminamento in Ucraina.

Statuto di protezione S a oltre 90'000 persone

Oggi si è inoltre discusso di multilateralismo, sicurezza alimentare globale e migrazione. Dallo scoppio della guerra di aggressione, il 24 febbraio 2022, la Svizzera ha concesso lo statuto di protezione S a un totale di oltre 90'000 persone. Attualmente vivono in Svizzera con tale statuto circa 66'000 rifugiati ucraini. Per la loro protezione si prevede che nel 2024 la Confederazione investa 1,2 miliardi di franchi.

un anno fa
Nussbaumer e Herzog hanno accolto Zelensky
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I due hanno informato il loro interlocutore circa l’attività parlamentare in corso in Svizzera, ribadendo la rilevanza del sostegno a lungo termine per l’Ucraina e la sua ricostruzione.

Nella guerra contro l'aggressore russo, l'Ucraina può contare sulla solidarietà della Svizzera. Questo il messaggio che i presidenti del Consiglio nazionale, Eric Nussbaumer, e degli Stati, Eva Herzog, hanno trasmesso al presidente Zelensky in visita a Berna. La visita di cortesia a Palazzo federale, in una Berna blindata con gli elicotteri che sorvegliavano dall'alto la capitale e tiratori scelti sui tetti, ha avuto luogo alla vigilia dell’incontro del Presidente ucraino con la Presidente della Confederazione Viola Amherd e della sua partecipazione all’appuntamento annuale del World Economic Forum a Davos, si legge in una una nota odierna dei servizi parlamentari pubblicata su "X".

Nussbaumer e Herzog hanno informato inoltre il loro interlocutore circa l’attività parlamentare in corso in Svizzera ribadendo la rilevanza del sostegno a lungo termine per l’Ucraina e la sua ricostruzione. A margine dell’incontro odierno ha avuto luogo anche uno scambio di opinioni tra il Presidente Zelensky e diversi presidenti di gruppi parlamentari e presidenti di partiti. Subito dopo l’aggressione russa all’Ucraina, i due rami del parlamento avevano rilasciato una dichiarazione con cui chiedevano un cessate il fuoco immediato, aiuto umanitario e l’associazione della Svizzera alle sanzioni adottate dall’Unione Europea contro la Russia.

un anno fa
WEF, per gli economisti domina ancora l'incertezza
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Stando all'ultimo rapporto sulle prospettive pubblicato in occasione del WEF la crescita economica è ostacolata da numerosi fattori, tra cui le condizioni finanziarie ancora rigide e le tensioni geopolitiche.

L'incertezza continuerà a dominare le prospettive economiche anche nel 2024, con la crescita ostacolata dai venti contrari tra cui le condizioni finanziarie ancora rigide e le tensioni geopolitiche. E l'Europa sarà l'area geografica con il Pil che soffre di più: ne sono convinti gli economisti sondati nell'analisi annuale pubblicata in occasione del Forum economico mondiale (WEF) di Davos.

La maggioranza si aspetta un indebolimento

Più della metà degli economisti (56%) si aspetta un indebolimento della crescita quest'anno, mentre il 43% non vede cambiamenti o ipotizza un qualche miglioramento. Un'ampia maggioranza (oltre il 70%) ritiene poi che le condizioni finanziarie si allenteranno nel corso dell'anno, visto che ormai ovunque l'inflazione è in calo. "L'ultimo rapporto sulle prospettive degli economisti mette in luce la natura precaria dell'attuale ambiente economico", ha detto Saadia Zahidi, direttrice generale del WEF, spiegando che con le divergenze che accelerano, l'economia globale continuerà ad essere sotto pressione quest'anno. "La crescita è in stallo, le condizioni finanziarie restano rigide, le tensioni globali si accentuano e le disuguaglianze aumentano", secondo Zahaidi, che vede la necessità di rilanciare la cooperazione globale per dare slancio ad una crescita "sostenibile e inclusiva".

Stime deboli per Europa, USA, Medio Oriente e Nord Africa

Guardando alle diverse aree geografiche, se le prospettive per l'Asia restano positive e sostanzialmente invariate rispetto allo scorso anno, l'outlook per l'Europa si è significativamente indebolito: il 77% degli economisti (il doppio dell'ultimo sondaggio) si aspetta una crescita debole o molto debole. Stime deboli anche per gli Usa, Medio Oriente e Nord Africa: sei economisti su dieci si aspettano una crescita moderata. Meno certezze per la Cina, con il 69% che si aspetta una crescita moderata dai consumi non brillanti. Secondo gli esperti l'economia globale soffre anche della frammentazione in aumento: per l'87% la geopolitica alimenterà la volatilità nell'economia e nei mercati, aumenterà la localizzazione rafforzerà i blocchi geoeconomici e amplierà il divario Nord-Sud nei prossimi tre anni. Le politiche industriali rimarranno non coordinate.

Lo sviluppo dell'IA

Gli economisti fanno delle previsioni anche sullo sviluppo dell'intelligenza artificiale: oltre il 70% ritiene che nel 2024 aumenterà l'efficienza e l'innovazione soltanto dei paesi ad alto reddito. E nei prossimi 5 anni i benefici sulla produttività diventeranno "economicamente significativi". Il 73% degli esperti non vede invece un impatto positivo sull'occupazione nelle economie a basso reddito.

un anno fa
Inizia il Wef, dalla presenza di Zelensky all'agenda dei consiglieri federali
© World Economic Forum / Benedikt von Loebell
© World Economic Forum / Benedikt von Loebell
Da oggi fino a venerdì a Davos si terrà il Forum economico mondiale. Dal capitolo sicurezza ai temi che verranno trattati, ecco un riassunto di quello che accadrà nella località retica.

Prende il via oggi a Davos il Forum Economico Mondiale, il Wef. L'evento, che terminerà il 19 gennaio, riunirà nella località retica oltre 60 capi di Stato e di governo e quasi 3mila leader economici. Tra loro, come già annunciato la scorsa settimana, anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Terlizzi: "Ci sarà una dimensione geopolitica ragguardevole"

"Sarà un Wef in cui ci sarà una dimensione geopolitica ragguardevole, forse più che nelle passate edizioni, ma certamente si parlerà anche di economia", ha spiegato a Ticinonews il giornalista economico Lino Terlizzi. "Le economie a livello mondiali sono, in gran parte, in posizione di resilienza, per certi aspetti anche migliore rispetto alle precedenti previsioni. Occorrerebbe una diminuzione delle tensione geopolitiche per favorire una maggiore crescita economica internazionale", ha continuato l'esperto.

I temi sul tavolo

L'edizione 2024 del Forum economico mondiale sarà fondata sulle sfide importanti che pone il mondo attuale, tra cui quelle tecnologiche e ambientali, come intelligenza artificiale e sostenibilità. "Le innovazioni tecnologiche hanno ormai fatto il loro ingresso nel mondo finanziario e come sempre ci sono aspetti positivi e negativi. È chiaro che qualche regola serve, ma non bisogna ingessare il mercato. Questo deve potersi sviluppare", ha aggiunto Terlizzi.

La presenza di Zelensky

Il presidente ucraino parteciperà al Wef e il 16 gennaio terrà il suo discorso sul tema "raggiungere la sicurezza e la cooperazione in un mondo frammentato". La sua presenza è stata annunciata dagli stessi organizzatori poco meno di una settimana fa, una tempistica criticata da Peter Regli, già capo dei servizi segreti svizzeri. "Vorrei ricordare che siamo in guerra e Mosca ha un obiettivo: eliminare Zelensky. Detto in altre parole: i sicari russi saranno già pronti in Svizzera", ha commentato a Ticinonews, spiegando che "annunciare la sua presenza con così tanto anticipo non è stato molto positivo" e che Berna "dovrà costruire una roccaforte a Davos per proteggerlo".

Le misure di sicurezza

Già a partire da ieri, nella località grigionese, sono stati istituiti diversi posti di blocco, mentre da venerdì sono in vigore delle limitazioni dello spazio aereo sopra Davos. Per garantire la sicurezza dei presenti è stata eretta una recinzione di 52 chilometri attorno al perimetro, mentre a tutela della manifestazione e dei suoi ospiti, in aggiunta alle forze dell'ordine, saranno presenti fino a cinquemila soldati. Per l'occasione le forze dell'ordine sono costituite da specialisti della difesa cibernetica, tiratori scelti, unità cinofile e servizi sanitari dell'Esercito.

I consiglieri federali

Al Wef saranno presenti sei consiglieri federali, assente Elisabeth Baume-Schneider. La Presidente della Confederazione Viola Amherd aprirà l'evento martedì 16 gennaio insieme al fondatore del Wef, il professore Klaus Schwab. Amherd - a capo del Dipartimento della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) - incontrerà capi di Stato e di Governo. Per quanto riguarda i contenuti, la priorità verrà data alle relazioni che la Svizzera intrattiene con i Paesi europei e con l'Unione europea (UE). La situazione in materia di sicurezza in Europa e nel Vicino Oriente, così come l'indebolimento dell'economia globale, costituiranno ulteriori temi al centro dei colloqui.

Crescita economica e indebitamento

Karin Keller-Sutter, vicepresidente del Consiglio federale e a capo del Dipartimento federale delle finanze (DFF), affronterà diverse questioni finanziarie internazionali, in particolare quelle relative agli sviluppi nel settore della crescita economica e dell'indebitamento e al loro impatto sull'architettura finanziaria internazionale. Sono previsti diversi incontri bilaterali, tra gli altri con la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, e con il presidente del Consiglio per la stabilità finanziaria Klaas Knot.

Economia e protezione del clima

Il Consigliere federale Guy Parmelin - a capo del Dipartimento federale dell'economia, dell'educazione e della ricerca (DEFR) - approfitterà per promuovere diversi temi prioritari per i suoi dossier. Parmelin incontrerà il Primo ministro vietnamita Phạm Minh Chính, il Vicecancelliere tedesco e Ministro dell'economia e della protezione del clima Robert Habeck, la Commissaria UE per la ricerca, l'innovazione e l'istruzione Iliana Ivanova, il Presidente del gruppo della Banca mondiale Ajay Banga e la Presidente della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) Odile Renaud-Basso.

Ucraina e ricostruzione

Il Consigliere federale Ignazio Cassis, responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), concentrerà i suoi sforzi sulla situazione in Ucraina, sul conflitto in Medio Oriente e sul dossier europeo. A margine del Wef, nella giornata di ieri Cassis ha presieduto con l'Ucraina la quarta riunione dei consiglieri per la sicurezza nazionale sulla formula di pace del Presidente Volodymyr Zelensky. Durante il Wef il capo del DFAE parteciperà, insieme alla Presidente della Confederazione Viola Amherd e alle autorità ucraine, a un evento sullo sminamento umanitario in Ucraina. È inoltre previsto un incontro con il Vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefčovič per discutere delle relazioni tra la Svizzera e l'UE.

Intelligenza artificiale

Il Consigliere federale Albert Rösti - a capo del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) - aprirà un incontro di esperti dedicato alla promozione dello sviluppo sostenibile mediante l'intelligenza artificiale. In agenda vi è inoltre il proseguimento delle discussioni avviate il 2 novembre 2023 a Londra in occasione del Vertice sulla sicurezza dell'intelligenza artificiale. Il Consigliere federale Rösti sarà anche uno dei relatori principali della tavola rotonda dedicata al ripensamento delle infrastrutture nel settore dell'energia.

House of Switzeland

Infine il neoeletto consigliere federale Beat Jans, a capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), approfitterà dell'occasione per stabilire contatti nel settore della migrazione. Parteciperà tra l'altro allo scambio di esperienze della "Refugee Employment Alliance" istituita nel 2022 sulle strategie di successo in materia di integrazione nel mercato del lavoro dei rifugiati provenienti dall'Ucraina.

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