
Il Consiglio federale ha presentato un controprogetto indiretto all’iniziativa “Stop al blackout” che prevede la possibilità di costruire nuove centrali nucleari in Svizzera. Una mossa che viene criticata dai Verdi, che annunciano la possibilità di lanciare un referendum. "Si tratta di una mossa intesa a sabotare la svolta energetica", sottolinea il partito ecologista in una presa di posizione odierna. "Al momento di presentare un controprogetto indiretto all'iniziativa sul nucleare, su spinta della lobby nucleare, Albert Rösti e la maggioranza del Consiglio Federale, UDC e PLR in primis, propongono di autorizzare la costruzione di nuove centrali atomiche in Svizzera, andando addirittura oltre ai propositi dell’iniziativa stessa".
Le critiche
Il partito ecologista sottolinea che la costruzione di centrali di nuova generazione costerà decine di miliardi ai contribuenti e cita gli esempi di centrali in Francia e Finlandia, entrambe costate oltre tre volte il budget iniziale. "Le uniche due andate in servizio in Europa nell’ultimo quarto di secolo sono costate: quella francese oltre 19 miliardi di Euro e quella finlandese 11 miliardi, e dire che per ognuna delle due erano preventivati in origine poco più di 3 miliardi", sottolinea Samantha Bourgoin, vicepresidente dei Verdi Svizzera. Critiche arrivano anche sul fronte della sicurezza e della gestione delle scorie radioattive, oltre che sulla dipendenza dall’importazione di uranio. Secondo i Verdi, il nucleare rallenterebbe la transizione verso le energie rinnovabili.
L’alternativa proposta
Come soluzione, i Verdi puntano sull’“Iniziativa Solare”, che promuove l’installazione di pannelli fotovoltaici su tetti, facciate e infrastrutture esistenti, ritenendo questa opzione sufficiente a coprire il fabbisogno elettrico nazionale. "Come Verdi chiediamo energia pulita, senza ricorrere a reattori pericolosi. Se il Consiglio federale e il Parlamento continueranno dunque a perseguire la strada del nucleare, lanceremo il referendum", ribadisce Aline Trede, presidente del gruppo parlamentare. Una risoluzione in merito sarà sottoposta ai delegati riuniti in assemblea il prossimo 23 agosto.