
Dopo il terremoto Credit Suisse, il governo svizzero passa al contrattacco e decide di rafforzare il dispositivo "too big to fail", evitare nuovi salvataggi pubblici, e rimettere ordine tra responsabilità e poteri delle autorità. All’annuncio del Consiglio federale, le reazioni non si sono fatte attendere: critici sia i socialisti, che vogliono più interventi e più incisivi, sia l’Associazione Bancaria, che parla di un pacchetto «sovraccarico e dannoso».
Il pacchetto di misure
Le disposizioni, annunciate dalla presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter, si articolano in oltre trenta misure e includono:
- Più capitale per le grandi banche con filiali estere, per evitare che le perdite fuori confine mettano a rischio la casa madre.
- Poteri rafforzati per la FINMA, che potrà intervenire prima e infliggere multe.
- Maggiore responsabilità interna, con decisioni tracciabili e possibili sanzioni personali.
- Accesso facilitato alla liquidità della BNS, ma solo con garanzie solide.
- Piani di emergenza più robusti, per gestire meglio future crisi bancarie.
Le reazioni alla proposta
Il pacchetto di oltre trenta misure, tra leggi e ordinanze, tuttavia, ha subito suscitato un acceso dibattito. Da un lato, UBS e l’Associazione svizzera dei banchieri, che criticano norme giudicate eccessive e dannose per la competitività del settore; dall’altro il PS, che accusa il Governo di non osare abbastanza. In mezzo, i Verdi liberali invocano l'equilibrio, mentre solo il PLR difende e sostiene la proposta, considerata come un passo importante per evitare che in futuro siano i contribuenti a pagare il conto. Il presidente dell’Associazione Bancaria Ticinese (ABT) Alberto Petruzzella si pone in maniera netta sulla questione: “Una burocrazia supplementare e un aumento dei costi per le banche” ha commentato, aggiungendo: "Abbiamo cominciato a vedere queste nuove regole, bisognerà studiare i dettagli, poi ci sarà un iter parlamentare. Bisognerà vedere le regole che entreranno in vigore. Certo è che il problema non sembra concernere una grande banca come UBS, ma sembrerebbe che tutte le banche saranno coinvolte in questi cambiamenti normativi. E questo dà un po' fastidio".
Costi esorbitanti per le banche
Petruzzella esprime la sua preoccupazione per l'estensione delle nuove norme a tutto il settore bancario: “La Finma (Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari)", spiega ai microfoni di Ticinonews, “per risolvere un problema delle banche sistemiche ha infilato nel pacchetto tutta una serie di misure che toccano tutte le banche. In Svizzera ce ne sono circa 240: quattro sono sistemiche, le altre no. Non si capisce perché si debbano sorbire tutta questa burocrazia supplementare di cui non si vede la necessità, ma dove si conoscono invece i costi, che ci saranno eccome.”
Una limite per la competitività
Secondo le stime del Governo, questa mossa potrebbe costare a UBS fino a 26 miliardi di dollari in capitale supplementare. La banca replica con un conto ancora più salato: 42 miliardi. E avverte: "così si rischia di uscire dal solco internazionale". Petruzzella ribadisce i rischi di una tale manovra: “Si parla di decine di miliardi. Significa centinaia di milioni o un miliardo di costi che tutti gli anni la banca ha per retribuire questo capitale. La banca automaticamente diventa meno competitiva delle altre che operano a livello mondiale. Non sono dunque dettagli, sono questioni fondamentali". Resta ora da capire se le nuove regole riusciranno davvero a prevenire futuri crolli senza penalizzare la piazza finanziaria svizzera. Sempre Petruzzella: "creeranno burocrazia, creeranno costi e tutti questi costi alla fine li pagano i clienti".