
Dopo la crisi di Credit Suisse, il Consiglio federale intende rafforzare i requisiti riguardanti i fondi propri delle banche sistemiche con filiali all’estero, dotare l'autorità di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) di maggiori poteri e instaurare un regime di responsabilità per tutte le banche. Questi elementi fanno parte di un pacchetto di provvedimenti a livello di legge e di ordinanze, poco più di una trentina, che verranno inviati in consultazione in maniera scaglionata dal prossimo autunno, volti ad inasprire le disposizioni "too big to fail" (TBTF) allo scopo di ridurre i rischi per lo Stato, per i contribuenti e per l'economia svizzera. Lo ha spiegato oggi davanti ai media la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter. Anche se siamo riusciti a risolvere la crisi del Credit Suisse grazie al rilevamento della banca da parte di UBS e agli aiuti statali, ha sottolineato la "ministra" delle finanze, quanto accaduto ha evidenziato che le disposizioni TBTF presentavano lacune che ora abbiamo deciso di colmare appoggiandoci ai risultati di una valutazione approfondita e al rapporto della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla fusione d'urgenza Credit Suisse.
Maggiore responsabilità
Fra le misure a livello di legge, Keller-Sutter ha citato in primo luogo l'introduzione di un regime di responsabilità che mira a rafforzare la prevenzione. Concretamente, le banche dovranno definire in un documento quali siano le persone responsabili di determinate decisioni al loro interno. Ciò dovrebbe consentire di attribuire chiaramente le responsabilità in caso di comportamento scorretto e di infliggere sanzioni mirate, tra cui anche la restituzione di bonus già corrisposti, ha spiegato Keller-Sutter. Fra le sanzioni che la FINMA potrebbe infliggere figura anche il divieto dell'esercizio della professione, ha aggiunto la consigliera federale del PLR.
BNS e liquidità
Oltre a ciò, alla luce della crisi del Credit Suisse, il Consiglio federale ha deciso di estendere il potenziale di approvvigionamento di liquidità attraverso la Banca nazionale svizzera (BNS), ha dichiarato la presidente della Confederazione. Da un lato, si intende sancire a livello di legge semplificazioni giuridiche per il trasferimento di garanzie dalle banche alla BNS. Dall'altro saranno introdotte disposizioni a livello di ordinanza che obbligheranno le banche a predisporre garanzie per l'ottenimento di liquidità attraverso la BNS e altre banche centrali. Per le SIB ciò avverrà con l'introduzione di un requisito quantitativo minimo.
La FINMA
Il Governo intende anche estendere le competenze della FINMA, che potrà disporre di misure più precocemente e in modo più efficace. All'autorità di vigilanza sarà inoltre concesso di infliggere multe - sanzioni amministrative pecuniarie - contro istituti che commettono infrazioni. Inoltre saranno previsti requisiti più stringenti per i piani di stabilizzazione e liquidazione. La FINMA potrà ordinare misure per eliminare eventuali lacune dei piani di stabilizzazione. Saranno inoltre ampliate e recepite a livello giuridico anche le opzioni di liquidazione. Per consentire alla FINMA e alle autorità di valutare in qualsiasi momento la situazione delle banche in una crisi di liquidità, in futuro gli istituti interessati dovranno trasmettere tempestivamente informazioni complete e aggiornate, e le analisi di scenari.
Fondi propri
Fra le misure cruciali decise oggi figurano anche le disposizioni sui fondi propri, ha affermato Keller-Sutter. Saranno quindi applicate disposizioni più stringenti per la valutazione degli attivi che non sono sufficientemente redditizi in caso di crisi fra cui software attivati e attività fiscali differite. Vi si aggiungono indicazioni più precise circa la durata e la sospensione del pagamento degli interessi per gli strumenti di capitale AT1 (obbligazioni convertibili in azioni che servono ad assorbire le perdite quando il capitale regolamentare di una banca scende sotto una soglia definita).
Filiali estere
Il Consiglio federale, ha poi affermato Keller-Sutter, ha rinunciato ad esigere un incremento generalizzato dei fondi propri per le grandi banche sistemiche con filiali all'estero. Al suo posto, però, l'Esecutivo prevede misure per le partecipazioni in filiali estere. Oggi le banche svizzere sono tenute a coprire solo in parte con capitale proprio tali partecipazioni, ha spiegato la consigliera federale. Una perdita di valore di queste filiali comporta anche una riduzione dei fondi propri di base di qualità primaria della casa madre non destinati a loro. Queste risorse vengono quindi sottratte alla casa madre, che non può più disporne per coprire i rischi della sua attività operativa. Nel caso di Credit Suisse, ha sottolineato la "ministra" delle finanze, non è stato possibile attuare in modo conseguente un'importante misura di gestione della crisi, ovvero la cessione di alcuni settori di attività, perché così facendo la casa madre svizzera non sarebbe più stata in grado di adempiere le esigenze in materia di fondi propri. A livello strategico, insomma, il margine di manovra di Credit Suisse era quindi fortemente limitato. Questa situazione sarebbe problematica anche nel caso in cui altre SIB fossero colpite da una crisi.
Cosa cambierà
In futuro, per ovviare a questo problema, le SIB dovranno dedurre integralmente il valore contabile delle filiali estere, ossia le partecipazioni, dai fondi propri di base di qualità primaria della casa madre. Così facendo viene garantito che le perdite di valore delle filiali estere non abbiano ripercussioni sui fondi propri di base di qualità primaria nel bilancio della casa madre. Tale provvedimento, ha puntualizzato Keller-Sutter, rafforza al contempo la dotazione di capitale proprio della casa madre in quanto unità svizzera all'interno della struttura del gruppo bancario.
Ripercussioni su UBS
Rispondendo a una domanda in merito alle critiche pubbliche formulate dal CEO di UBS, Sergio Ermotti, secondo cui le disposizioni sulle filiali estere farebbero rincarare i servizi della banca compromettendone la concorrenzialità, Keller-Sutter ha sostenuto che una banca più stabile e più resistente alle crisi è anche più attrattiva. Per noi, simili misure sono proporzionate, ha aggiunto. Secondo le stime - assai incerte - del Consiglio federale, la casa madre UBS dovrebbe dotarsi di 18 miliardi di dollari di capitale aggiuntivo supplementare per soddisfare i requisiti. I fondi propri duri dovrebbero ammontare a 26 miliardi di dollari. Il progetto di legge sui requisiti patrimoniali che una banca madre con sede in Svizzera dovrà soddisfare per coprire le sue partecipazioni in filiali estere dovrebbe essere sottoposto a consultazione nell'autunno del 2025. Per l'attuazione dei provvedimenti sono previsti lunghi periodi di transizione.