
Di ritorno dal suo viaggio in Sud America, il consigliere federale Guy Parmelin ha dichiarato oggi che i negoziati per l'accordo di libero scambio tra la Svizzera il Mercosur si sono rivelati "assai complessi". Le parti non sono infatti riuscite a trovare un'intesa su tutti i punti, ad esempio per quanto riguarda la tutela della proprietà intellettuale. Tuttavia, il ministro dell'economia si è detto soddisfatto. "Siamo orgogliosi di questi negoziati", ha affermato il capo del Dipartimento federale dell'economia (DEFR) in apertura della conferenza stampa, tenutasi nel primo pomeriggio a Zurigo. "Abbiamo ottenuto un ottimo risultato per la Svizzera", ha aggiunto, senza nascondere che il processo, sin qui, è stato arduo. Sono infatti complessivamente 14, ad oggi, le tornate di incontri avuti con l'organizzazione economica sudamericana. La Confederazione ha ancora tanto lavoro da fare, ha ammesso Parmelin. "Non siamo riusciti a trovare un accordo su tutti i punti, ma abbiamo concordato di proseguire i vari colloqui", ha rivelato il consigliere federale vodese.
Accordo Libero Scambio
A proposito dell'accordo di libero scambio tra la Svizzera (e l'AELS) con i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay), il ministro democentrista ha ammesso di non aver trovato un'intesa con Brasilia per quanto concerne la tutela della proprietà intellettuale: un aspetto fondamentale, secondo Berna, soprattutto per l'industria farmaceutica elvetica. Secondo il presidente di Economiesuisse, Christoph Mäder - anche lui presente alla conferenza stampa - l'essenziale è stato raggiunto: l'accordo prevede infatti un esplicito divieto di discriminazione tra prodotti locali e quelli importati e, in caso di controversia verrebbe convocato un tribunale arbitrale.
Risparmio da 180 milioni annui
Mäder ha fatto da eco a Parmelin, definendo a sua volta l'accordo "un grande successo" e "un ottimo risultato" per l'intera piazza economica elvetica. "L'accordo è economicamente vantaggioso per Berna, che vedrà le esportazioni esonerate da dazi doganali elevati", ha spiegato Mäder. Secondo le stime della Confederazione, il patto consentirebbe risparmi doganali considerevoli per i Paesi dell'AELS (Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia), nella misura di 180 milioni di franchi all'anno. Con un bacino di oltre 270 milioni di consumatori, i mercati del Sud America sono un'importante destinazione dell'export rossocrociato. Nel 2024 la Confederazione ha esportato in Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay merci per un valore superiore a 4 miliardi di franchi, il 32% in più rispetto al 2014, ha affermato Mäder. Questo accordo consente di migliora notevolmente la competitività dell'economia svizzera, in particolare delle PMI.
Formaggio e cioccolato, DOP garantita
Anche se il Brasile non si è lasciato convincere per quanto concerne la tutela della proprietà intellettuale, l'accordo tra la Confederazione e il Mercosur prevede che l'indicazione geografica dei prodotti venga rispettata: "La denominazione di origine protetta DOP, in particolare per quanto riguarda il cioccolato e il formaggio, e la denominazione Swiss per quanto concerne gli orologi e i cosmetici, verrà garantita", ha chiosato Parmelin. "L'indicazione DOP tutela i prodotti elvetici come ad esempio il 'Gruyère'", ha spiegato il responsabile del DEFR. "Non è stato quindi facile affrontare la questione, poiché nei Paesi del Mercosur risiedono e lavorano molti immigrati svizzeri che producono ad esempio il formaggio secondo le antiche tradizioni e ricette". Berna, dal canto suo, per determinati prodotti del settore agricolo, si è detta disposta a concedere ai quattro Stati sudamericani un totale di 25 contingenti bilaterali. Tali concessioni sono state concepite in modo da essere compatibili con l'agricoltura nazionale e da non compromettere gli obiettivi della politica svizzera. Stando al ministro dell'economia, si tratta, tra l'altro di 3'000 tonnellate di carne bovina, olio alimentare, grano e 50'000 ettolitri di vino rosso. "Questi contingenti rappresentano meno del 2% del consumo totale in Svizzera, e non dovrebbero avere alcun impatto sulla produzione interna", ha affermato Roger Gschwend, capo del campo di prestazioni Commercio mondiale presso la Segreteria di Stato dell'economia (SECO). A trarne vantaggio saranno soprattutto i paesi del Mercosur, poiché migliorerà la loro competitività rispetto ad altri Stati.
Le critiche
Due giorni fa, alla vigilia della conferenza stampa, l'Unione svizzera dei contadini (USC) ha dichiarato che esaminerà con attenzione il testo per valutare le opportunità e i rischi per l'agricoltura locale. In particolare, per gli agricoltori, si tratta di scoprire se e quali concessioni siano state fatte per prodotti sensibili proprio come la carne bovina, il latte e il vino. Per l'USC in caso affermativo, saranno necessarie misure di accompagnamento per compensare la "perdita di competitività". L'accordo è stato criticato poi anche dai Verdi. Gli ecologisti - già "pronti" ad un eventuale referendum - temono che la protezione delle foreste tropicali e i diritti delle popolazioni locali "saranno definitivamente sacrificati sull'altare dello sfrenato libero commercio agricolo". Dal canto suo, Parmelin ha affermato oggi che l'accordo contiene un intero capitolo dedicato alla sostenibilità. E include, tra l'altro, i diritti dei lavoratori, il divieto del lavoro forzato e minorile e la protezione delle popolazioni indigene. Inoltre, i Paesi del Mercosur si sono impegnati a proteggere la biodiversità, a combattere la deforestazione e la pesca illegale e a ridurre i trattamenti ormonali nella produzione di carne.