
Ieri gli esperti della Confederazione e del Politecnico di Zurigo hanno mostrato gli scenari climatici della Svizzera. Il nostro Paese cambierà in maniera sostanziale in futuro: sarà più caldo e meno nevoso. A tal proposito abbiamo potuto discutere con Marco Gaia, Responsabile Previsioni e consulenze di MeteoSvizzera che ci ha spiegato le conseguenze che possono verificarsi in Svizzera e in Ticino. Gaia ha anche analizzato il ruolo degli attori coinvolti nella lotta al cambiamento climatico.
Come mai i cambiamenti climatici sono più marcati in Svizzera rispetto al resto del mondo?
“La Svizzera è considerata un hotspot, un punto veramente caldo rispetto al resto del mondo. Questo perché si trova sostanzialmente lontana dagli oceani. Questa è una caratteristica comune con il resto del centro Europa. Essendo lontano dagli oceani che con loro la massa d’acqua tendono a smorzare i cambiamenti delle temperature, la Svizzera registra un cambiamento superiore. In più è anche una regione alpina con una buona parte del territorio che sale di quota. Anche in questo caso abbiamo visto che le regioni a media quota o ad altra quota si stanno scaldando di più rispetto alle regioni di pianura”.
Come cambierà in futuro il Ticino?
“Ben o male, noi in Ticino viviamo in un clima che tende ad essere più simile all’area mediterranea rispetto a quella del centro nord Europa. Le siccità saranno più intense sul versante Sudalpino che non sul versante Nordalpino. Si registrerà anche la diminuzione della neve durante il periodo invernale a media quota: se oggi abbiamo 25 giornate all’anno con delle nevicate, potremmo ad arrivare ad averne una decina. Questi sono degli esempi che mostrano come il Ticino, rispetto alla Svizzera, sarà molto toccato”.
Quali sono le differenze rispetto agli scenari del 2018?
“Per calcolare gli scenari del 2025 abbiamo utilizzato delle metodologie più moderne rispetto al 2018. La cosa interessante è che le tendenze generali sono confermate. Questa è un’indicazione di quanto sia robusta la conoscenza scientifica attuale in merito a questi temi. Ci siamo accorti che il riscaldamento in atto a livello globale e a livello svizzero è più veloce rispetto a quello che stimavamo nel 2018”.
La Svizzera sta facendo abbastanza?
“Non è una questione se si può o non si può, piuttosto se si vuole o non si vuole. La Svizzera come tante altre nazioni si è impegnata siglando gli Accordi di Parigi e ha definito obiettivi alquanto ambiziosi, ma necessari entro il 2050. Al momento la nostra società -e con società intendo tutti: popolazione, politica e imprenditori- si sta muovendo troppo lentamente. Se ci muoviamo come stiamo facendo adesso non raggiungeremo questo obiettivo. È necessario accelerare”.
