Ticino
Manifestanti alla cassa, l'esempio degli altri Cantoni e la proposta ticinese
©Gabriele Putzu
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Redazione
un giorno fa
L'iniziativa lanciata in Ticino è già in vigore a Berna, Lucerna e Zurigo: scopriamo come e se ci sono precedenti.

Far pagare il dispiegamento di polizia a chi crea problemi alle manifestazioni. Un’eventualità proposta settimana scorsa in un’iniziativa parlamentare cantonale, primo firmatario Alain Bühler, che è già legge in altri Cantoni. Per capire meglio requisiti e implicazioni, Ticinonews ha esplorato come funziona l'applicazione di questa legge nel resto della Svizzera e se ci siano già stati dei manifestanti che hanno dovuto pagare per il loro comportamento.

Il precedente e i requisiti

Era il 2021, periodo di intense manifestazioni a Berna contro le misure anti-Covid. Proteste per cui, in seguito, a 18 persone è stato richiesto di restituire un totale di 4'900 franchi. È questo il principale precedente dell'applicazione di una legge simile, entrata in vigore nel Cantone svizzero-centrale nel 2020. Una norma del genere esiste però anche a Lucerna e da quest’anno a Zurigo. Leggi diverse in qualche sfumatura, ma in principio i requisiti per il rimborso sono gli stessi: una mancanza di autorizzazione e/o una violazione grave delle condizioni della stessa a causa di un comportamento colpevole o negligente. Dev’esserci inoltre un intervento straordinario che abbia generato costi rilevanti per la polizia. In sintesi, è possibile vengano addebitati costi alle organizzazioni, e in determinati casi ai partecipanti, sia in caso di manifestazione autorizzata che non. La chiave sta nella colpa grave che causa un intervento di polizia straordinario. Ma attenzione, va sempre valutato caso per caso se la manifestazione abbia effettivamente generato questi costi straordinari, se ci sia davvero stata una colpa o una violazione evidente, e se l’addebito pecuniario è proporzionato.

La proposta ticinese

In generale, all’introduzione di queste leggi nei Cantoni, non sono mancati dubbi e timori che ci possa essere una sorta di deterrente che porti i cittadini a non esprimere le proprie libertà e i propri diritti. Su questo aspetto abbiamo interpellato il primo firmatario della proposta ticinese, il deputato UDC Alain Bühler. "È il cosiddetto 'chilling effect', già ampiamente dibattuto dal Tribunale federale , perché ovviamente ci sono stati dei ricorsi. Il TF ha però confermato che si può far pagare dei costi di polizia in determinate situazioni", afferma Bühler. Facendo un confronto con gli altri Cantoni, la proposta in salsa ticinese va anche oltre, su certi aspetti. Ad esempio la soglia massima di 50mila franchi, ma anche l’iscrizione esplicita nella legge anche degli episodi di perturbazione del traffico. "Non si tratta di andare a prendere manifestanti che occupano o attraversano una strada per qualche minuto - spiega il granconsigliere - ma di evitare che accada come quella sera a Lugano in cui hanno bloccato uno svincolo autostradale. Sono situazioni inaccettabili e se c'è un costo dovuto all'intervento di polizia, i manifestanti devono pagarlo, non di certo la cittadinanza". Toccherà ora esprimersi alla Commissione preposta e poi al Gran Consiglio, in un dibattito che si preannuncia intenso.