
Cresce la pressione sul Consiglio Federale, che, secondo molti cantoni, dovrebbe riprendere in mano le redini della pandemia. È l’opinione del direttore del dipartimento della sanità lucernese, Guido Graf, che sul Blick ha dichiarato: “È importante che la Confederazione riassuma il suo ruolo guida, in modo da evitare un mosaico cantonale”. Della stessa lunghezza d’onda, il suo omologo di Zugo, Martin Pfister, secondo il quale, ormai, la situazione epidemiologica non differisce più di tanto tra i cantoni. Pertanto, “è opportuno che il nucleo delle misure si applichi uniformemente in tutto il paese”, ha detto alla testata svizzero-tedesca. E questo ancor di più se la situazione negli ospedali diventasse critica. Lo stesso discorso è sostenuto anche da Soletta, Svitto e Giura, che si aspettano un’armonizzazione delle misure a livello nazionale.
Alcuni cantoni già inaspriscono
In certe zone della Svizzera, però, non si attende Berna e si procede con misure più restrittive. È il caso dei Grigioni, dove da oggi e fino a Natale la mascherina sarà obbligatoria dalla terza elementare in poi. Da domani lo stesso sarà valido per gli allievi basilesi a partire dalla quinta elementare. A Nidvaldo, infine, questa misura è già in vigore da ieri per tutte le scuole del livello secondario e gli insegnanti. In questo cantone, infatti, circa il 50% dei nuovi casi è riconducibile all’ambiente scolastico. Già ieri, ricordiamo, il presidente della conferenza dei direttori cantonali della sanità, Lukas Engelberger, si aspettava nuove misure restrittive dai cantoni, come, appunto, la reintroduzione dell’obbligo della mascherina nelle scuole o anche a eventi dove il certificato covi è obbligatorio.
Focus sulle case anziani
Gli occhi sono anche puntati sulle case di riposo. Basilea città si è già mossa, richiedendo il certificato covid e la mascherina per le visite. Provvedimenti in questo senso sono attesi anche ad Obvaldo.
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