Svizzera
Dazi Usa, Beretta: "Dal punto di vista dell’import si può leggermente correggere la situazione"
Redazione
2 giorni fa
Fare offerte volte ad aumentare l’import dal paese a stelle strisce potrebbe essere una buona carta da giocare per evitare i dazi al 39%. L'economista però avverte: "È importante che la Svizzera non si sovraesponga al potere contrattuale di un paese grande, rendendosi dipendente".

La presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter e il direttore del dipartimento federale dell’economia Guy Parmelin sono volati a Washington con l’obiettivo di proporre alle autorità statunitensi un’offerta per evitare dazi al 39%. Una tariffa doganale imposta dal presidente statunitense Donald Trump per il quale la priorità è il deficit commerciale. Ed è su questo punto che il Governo può giocare le sue carte secondo l’economista Edoardo Beretta. In particolare, facendo offerte volte ad aumentare l’import dal paese a stelle strisce.

Le possibilità della Svizzera

Nel 2024, infatti, la Svizzera ha esportato verso gli Stati Uniti beni per circa 65 miliardi di franchi e ne ha importati 26. La Confederazione ha rapidamente incrementato l’export verso gli Usa, “quindi anche da un punto di vista dell’import si può leggermente correggere la situazione”, afferma Beretta. Tuttavia, avvisa l'economista, “è importante che la Svizzera non si sovraesponga al potere contrattuale di un paese grande, rendendosi dipendente dall’import americano in certi settori”. Si potrebbe anche proporre di produrre maggiormente determinati beni negli Stati Uniti oppure chiedere di risparmiare alcuni settori chiave dell’economia elvetica. “La farmaceutica e il settore meccanico di alta precisione sono quelli più critici e potenzialmente toccati dai dazi supplementari”, spiega il professore di macroeconomia internazionale all’Università della Svizzera Italiana.

"Negoziato sì, ma non a tutti i costi"

Sempre secondo Beretta, la partita è tutta da giocare: “penso che gli Stati Uniti vogliano trovare un accordo in qualche modo”. Inoltre, “il fatto che due membri del Consiglio federale siano partiti per Washington per avere un negoziato diretto con l’amministrazione americana ci dice che le soluzioni non sono chiare nemmeno alle parti”. Tuttavia, la discussione non deve avvenire a tutti i costi. “L’economia svizzera non deve essere danneggiata”, avvisa Beretta. Non rimane dunque che attendere l'esito del viaggio della presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter e del vice Guy Parmelin. Stando a una nota, “il Consiglio federale provvederà a comunicare tempestivamente gli sviluppi rilevanti per il pubblico”.