
Martedì
la Confederazione comunicherà i premi di cassa malati per il 2024. Stando alla direttrice di Santésuisse Verena Nold il rincaro previsto per il prossimo anno dovrebbe essere dell'8-9%. L'argomento è da anni uno dei temi caldi sui banchi della politica sia a livello nazionale, sia a livello cantonale. Sul piano federale Centro e Partito Socialista hanno presentato le proprie iniziative per frenare il rincaro. Per quella del Centro, denominata "per un freno ai costi" nel settore sanitario, le Camere federali hanno preparato un controprogetto, il cui dossier è pronto per le votazioni finali che si terranno il 29 settembre. Quella del PS è invece giudicata troppo estrema e costosa da Consiglio nazionale e dagli Stati, per questo i due rami del parlamento preferiscono il controprogetto indiretto, anch'esso pronto per le votazioni finali.
Ma con i premi di cassa malati cosa dobbiamo fare? Arrenderci o continuare a combattere? Gianni Righinetti lo ha chiesto ai consiglieri nazionali Fabio Regazzi (Centro), Greta Gysini (Verdi), Piero Marchesi (Udc) e Alex Farinelli (Plr).
Regazzi: "Bisogna combattere sui costi"
"La risposta è implicita nella domanda", ha spiegato Regazzi. "Ovvio che bisogna combattere e dal mio punto di vista l'unico strumento possibile è quello di intervenire sui costi, perché qualsiasi altro tipo di soluzione non permetterà di ottenere una riduzione dei premi. In questo senso, per quel che mi riguarda, la cassa malati unica non è una soluzione, perché non porterebbe a nessun tipo di beneficio. Bisogna combattere sui costi. Noi abbiamo lanciato un'iniziativa che andrà in votazione popolare, c'è anche un controprogetto. È questa la direzione da seguire", ha concluso il consigliere nazionale del Centro.
Gysin: "Bisogna intervenire con aiuti mirati"
"L'aumento dei premi di cassa malati è un aspetto che va combattuto perché troppe persone fanno fatica a pagare i premi", ha detto Gysin. "Bisogna innanzitutto intervenire con degli aiuti mirati, con più sussidi per chi fa fatica a pagare le assicurazioni sanitarie. Sul medio-lungo termine, invece, andrebbero ridotti i costi, penso in particolare a quelli dei farmaci, che in Svizzera costano fino a otto volte di più rispetto all'estero. Perché questa differenza? Perché il potere delle lobby delle cassa malati e dell'industria farmaceutica è molto forte nelle Camere federali. Questo è uno dei primi passi che dobbiamo fare: buttare fuori le lobby dal parlamento", ha aggiunto l'ecologista.
Marchesi: "La politica deve agire"
"Assolutamente combattere", ha affermato Marchesi. "Sappiamo che i costi della sanità aumentano sempre di più -sono cresciuti di circa 12 miliardi negli ultimi 15 anni- e si riversano sui premi. Ciò non vuol dire che non bisogna fare qualcosa. Si deve cercare di ridurre i costi mettendo al tavolo tutti gli attori che contribuiscono a produrli e cercare di limitare le prestazioni che sono definite inutili e inefficaci. C'è molto da fare, quello che è mancato in questi anni è la possibilità di sedersi al tavolo e trovare delle soluzioni comuni, anche piccole, perché i cittadini fanno sempre più fatica a pagare i premi e non è più accettabile vederli aumentare. La politica deve agire", ha infine detto il democentrista.
Farinelli: "I premi sono ormai insostenibili per molte persone"
"Chiaramente combattere", ha replicato Farinelli. "Non possiamo lasciare che i costi della salute continuino a scapparci di mano. Il loro prezzo, cioè quello dei premi di cassa malati, è ormai insostenibile per una fetta sempre più grande della popolazione. Le vie da seguire sono due: guadagnare efficienza nel settore e mettere in discussione alcune prestazioni attualmente offerte dal sistema. Nel primo caso, ad esempio, si può pensare alla cartella elettronica del paziente. Questa in Svizzera non è ancora usata, a differenza di paesi come la Danimarca che l'hanno introdotta da un decennio. Una misura che permetterebbe, quando si va prima da un medico generico e poi da uno specialista, di non ripetere gli stessi esami. Mentre per quanto riguarda il secondo caso, penso che il modello del medico di famiglia dovrebbe essere obbligatorio per tutti. Chi vuole la libertà di poter andare da un esperto, dovrebbe pagare un'assicurazione completamente, come oggi si fa con la camera privata", ha spiegato il liberale radicale.