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“Il calcio femminile ha molta qualità”
Redazione
2 anni fa
In occasione dell’inizio dei Mondiali femminili, l’ex calciatrice Simona Gennari esprime la sua opinione sul movimento. “Se ci fossero più investitori che credono in questo sport, si potrebbe dare la possibilità a tante ragazze di giocare da professioniste”.

Giocatrice per 15 anni, allenatrice per 7 e per lungo tempo membro di comitato della Federazione di calcio. Simona Gennari ha dedicato gran parte della sua vita al calcio femminile. Ticinonews l’ha contattata per fare una fotografia del movimento, sia a livello internazionale sia in Ticino.

Si può dire che quando ha iniziato lei il calcio femminile quasi non esisteva?

“Certo, era tutto diverso, c'era solo una squadra. Io ho iniziato nel Real Caneggio e poi sono stata chiamata a 13 anni dal Lugano in serie A ed eravamo le uniche del canton Ticino. Non c'erano settori giovanili o bambine che giocavano, quindi o militavi in serie A oppure non potevi giocare. Questo è cambiato radicalmente”.

Partendo dal Ticino, com'è la situazione adesso?

“In Ticino si sta lavorando molto bene: ci sono Balerna, Gambarogno e Lugano, che è sempre stata una società faro. Spero che adesso con la nuova proprietà prendano delle giocatrici con esperienza e investano denaro per far sì che rientri in Serie A”.

Una clip di uno spot realizzato per sfatare i pregiudizi del calcio femminile mostra i giocatori maschili della nazionale francese che in realtà sono le calciatrici della Francia trasformate in uomini, quindi quella che sembra una giocata di Mbappé è invece un'azione di Delphine Cascarino. Un modo per mettere a tacere chi sostiene che il calcio femminile non sia allo stesso livello di quello maschile. È uno stereotipo ancora molto radicato?

 “Non credo, penso che il calcio femminile abbia molta qualità tecnica ora e rispetto al passato ci sono anche allenatori preparati. L'unico dato è il fisico, perché per una donna che fa un lancio di 40 metri si parla di condizione fisica, mentre un uomo lo fa tranquillamente. Però dal punto di vista tecnico e tattico, nulla da togliere. Oltre a questi aspetti, c'è poi quello mediatico e qui la differenza tra calcio maschile e femminile è evidente. Questa è la difficoltà del calcio femminile a prendere veramente slancio per avere calciatrici professioniste. È un peccato perché se ci fossero più investitori che credono in questo sport si potrebbe dare la possibilità a tante ragazze di giocare da professioniste e dare il meglio di sé. Invece questo non esiste ancora”.

Passiamo ai mondiali di calcio, che sono iniziati ieri in Nuova Zelanda e Australia. Da un lato le aspettative erano alte, si parlava dell'evento femminile di sport più seguito nella storia. Dall'altro però sta emergendo uno scarso interesse pubblicitario da un lato, ma anche di biglietti venduti. Si parla anche di alcuni tagliandi regalati per riempire gli stadi. Qual è la sua percezione?

“Io a dire il vero questa mattina ho visto uno stadio pieno perché ho guardato Nuova Zelanda–Norvegia, che tra l'altro è stata una bellissima partita, e l’impianto era soldout. Quindi credo che l'aspetto mediatico sia importante e soprattutto è fondamentale che il calcio femminile dimostri, 2019 in occasione dei mondiali in Inghilterra, di fare bene. È solo così che si promuove questo bellissimo sport”.

Passerei ora agli aspetti un po' più tecnici. Questa mattina alle 7 debutta la nazionale svizzera contro quella delle Filippine. Le chiedo un pronostico e più in generale quali sono le ambizioni delle elvetiche.

“Io ci credo, perché secondo me la nazionale svizzera ha delle qualità e la nuova allenatrice ha una buona visione del gioco, anche dal punto di vista offensivo. Spero che le rossocrociate possano almeno arrivare ai quarti. Questo girone è alla portata. Tuttavia, si è visto anche ieri mattina con Nuova Zelanda-Norvegia, partita per cui tutti davano tutti per favorita la Norvegia, la quale è stata invece beffata. In ogni caso, io penso che oggi un bel 2-0 per la Svizzera ci stia tutto”.

Mi corregga se sbaglio però, purtroppo, nella rosa della nazionale svizzera mancano giocatrici ticinesi

“È vero, nonostante in Ticino si lavori bene. Proprio ieri parlavo della società del Gambarogno, che è tutta al femminile. Abbiamo un Team Ticino in cui adesso arriverà Gaelle Thalmann, che farà la coordinatrice del Lugano. Bisogna considerarlo il Ticino e purtroppo le ticinesi non sempre vengono considerate come dovrebbero, anche per la nazionale. Io sarei molto fiera se qualcuna di loro vestisse la casacca rossocrociata. Sono comunque fiera della nazionale svizzera, però se ci fosse una ticinese in più sarebbe meglio”.

Abbiamo parlato del passato, dell'evoluzione, del presente e uno sguardo ora al futuro. Fra due anni ci saranno gli europei proprio in Svizzera; anche questa è una bella vetrina e sicuramente è un modo per promuovere il calcio femminile anche alle nostre latitudini.

“Certo, io credo che la Federazione Svizzera abbia ottenuto una vittoria aggiudicandosi questi europei del 2025. E sono convinta che lì ci sarà veramente il salto di qualità. Si parla sempre di nazionale, ma se pensiamo alle bambine che si allenano sui campi di calcio e che rappresentano il futuro, se possiamo veramente fare una buona promozione, saranno proprio queste bambine un giorno ad essere in televisione e a giocare in nazionale. Quindi gli europei saranno sicuramente un bel lancio”.

L'intervista andata in onda ieri sera a Ticinonews:

 

 

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