
Con grande entusiasmo accolgo la notizia che i quattro presidente dei partiti al governo ticinese hanno firmato una mozione congiunta per chiedere al Governo cantonale di avviare seriamente la copertura di alcuni tratti autostradali. È un segnale forte e chiaro: finalmente la politica torna a mettere al centro il territorio e il benessere della popolazione. I presidenti dei quattro partiti dimostrano coraggio e visione. Hanno compreso che una pianificazione concepita oltre sessant’anni fa non può più rispondere alle esigenze del presente. Il tracciato dell’autostrada, pensato in un altro tempo e per volumi di traffico oggi superati, ha un impatto profondo e spesso negativo sul paesaggio, sulla qualità della vita e sullo sviluppo urbano.
La copertura non è un’utopia
Il nostro Cantone ha bisogno di un ripensamento globale della mobilità autostradale. Non si tratta solo di viabilità, ma di restituire valore, vivibilità e dignità a interi quartieri e comunità che da troppo tempo vivono all’ombra – e sotto il rumore – dell’autostrada. La copertura non è un’utopia: è una scelta concreta, possibile e lungimirante. Basti pensare al Canton Giura, che pur avendo meno abitanti del Ticino e un volume di traffico nettamente inferiore, ha gran parte del suo tracciato autostradale in galleria. Ancora più incoraggiante è il sostegno del direttore del Dipartimento del Territorio, Claudio Zali, che si è espresso a favore della copertura nel Mendrisiotto. La sua posizione, unita alla mozione parlamentare e al crescente sostegno popolare espresso attraverso la petizione, può davvero segnare l’inizio di una trasformazione tanto attesa quanto necessaria.
Rivedere il progetto PoLuMe
Ora ci si attende anche da parte dell’USTRA un chiaro segnale di apertura e responsabilità. È il momento di rivedere il progetto PoLuMe e di mettere in discussione la prevista terza corsia per i TIR. Un ampliamento che, se realizzato nella forma attuale, comprometterebbe ulteriormente la qualità di vita dei cittadini e il già fragile equilibrio del nostro territorio. Auspichiamo che l’Ufficio federale sappia ascoltare le numerose riserve ambientali e sociali sollevate, e che scelga una visione più sostenibile, attenta alle persone e non solo al traffico.
Lorenzo Cavagliotti, Coordinatore petizione Sopra la vita, sotto l’autostrada