
Donald Trump è atterrato ad Anchorage per l'incontro sull'Ucraina con Vladimir Putin. Poco tempo dopo anche il presidente russo è arrivato in Alaska. Putin mette per la prima volta in dieci anni piede negli Stati Uniti. L'ultima volta era stato nel settembre del 2015 quando partecipò all'assemblea dell'Onu e incontrò a margine Barack Obama. Ad attenderlo è un tappeto rosso a forma di L fiancheggiato da quattro caccia F-22 Raptor. Alla fine del tappeto una piattaforma con la scritta 'Alaska 2025'.
La delegazione statunitense
Trump e Putin non saranno soli nel loro bilaterale ma avranno accanto tre consiglieri ciascuno. Lo riferisce la Cnn citando fonti della Casa Bianca. Con il presidente americano ci saranno Steve Witkoff, Marco Rubio e un altro stretto consigliere. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha poi dichiarato che per l'incontro bilaterale allargato e il pranzo, Trump, Rubio e Witkoff saranno affiancati dal segretario al Tesoro Scott Bessent, dal segretario al Commercio Howard Lutnick, dal segretario alla Difesa Pete Hegseth e dal capo dello staff della Casa Bianca Susie Wiles.
Trump: "O la va o la spacca"
A sentire le parole del presidente statunitense, sarà un "o la va, o la spacca", tutto o niente. Dice fra le altre cose che capirà "in cinque minuti" al massimo se il primo incontro dal vivo con l'omologo russo dal 2019 sarà un fiasco, o se permetterà al contrario di mettere le basi per la fine del sanguinoso conflitto.
Se il vertice va bene, l'incontro a tre con Zelensky
Se tutto andrà bene, Donald Trump assicura che "l'incontro aprirà la via a un secondo", che si svolgerà a tre, alla presenza quindi del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il tutto potrebbe avvenire rapidamente, forse di nuovo in Alaska.
Lavrov: "Non facciamo mai piani in anticipo"
Al suo arrivo ad Anchorage, il capo della diplomazia russa Sergej Lavrov sembrava però avere qualche riserva sul summit: "Non facciamo mai piani in anticipo. Sappiamo di avere argomenti, una posizione chiara e comprensibile. La presenteremo", ha detto indossando una maglia con la scritta CCCP, l'acronimo in caratteri cirillici dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS).
"Non sono qui per negoziare con Putin al posto dell'Ucraina"
"Non sono qui per negoziare con Putin al posto dell'Ucraina. Io sono qui per portarli al tavolo", ha dal canto suo affermato Trump parlando con i giornalisti a bordo dell'Air Force One. Il presidente ha aggiunto quindi che l'obiettivo è di dare garanzie di sicurezza all'Ucraina, "ma non sotto l'ombrello della Nato": "Ed è l'Europa che dovrà prendere la guida". Lo scambio territori sarà discusso, ha detto ancora.
Alaska, un luogo simbolico
Il vasto territorio dell'Alaska, dove si svolgerà l'incontro, è un luogo simbolico. È infatti stato ceduto dalla Russia agli Stati Uniti nel XIX secolo. E la base militare di Elmendorf-Richardson, dove si terra l'incontro, ha giocato un ruolo strategico importante durante la Guerra fredda.
L'incontro verso le 21.30 ora svizzera
La riunione fra i due leader dovrebbe iniziare attorno alle 21:30, ora svizzera, ha precisato il Cremlino. L'incontro sarà seguito da un pranzo di lavoro. I due presidenti dovrebbero in seguito presentarsi in conferenza stampa, la prima comune dopo un'apparizione davanti alle telecamere nel 2018 a Helsinki. Sempre secondo il Cremlino, l'incontro potrebbe durare "almeno 6-7 ore", considerando anche la loro riunione e una conferenza stampa congiunta.
I timori di Kiev ed Europa: ridisegnare la mappa dell'Ucraina
Per Kiev e l'Europa, lo scenario peggiore sarebbe che Trump si lasci convincere da Mosca a ridisegnare la mappa dell'Ucraina secondo la volontà del Cremlino. Vi è poi da capire se Trump cercherà di usare la minaccia di sanzioni paralizzanti contro la Russia per strappare un cessate il fuoco e forzare Putin ad abbassare le sue pretese, giudicate inaccettabili da Kiev.
Trump e Putin, due presidenti simili ma con approcci molto diversi
I due presidenti hanno un pallino comune: quello di non apparire mai in posizione di debolezza. I loro approcci sono però molto differenti. Per Trump tutto è affari e negoziati rapidi, per arrivare a un "deal". Putin ragiona invece molto più sul lungo termine ed evoca spesso il destino storico di una "grande Russia" che vorrebbe ricostruire. Queste divergenze creano una relazione molto particolare fra i due leader, fatta di tensioni e riavvicinamenti spettacolari.