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Una delegazione di ministri chiede a BoJo di lasciare
Foto Shutterstock
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Keystone-ats
3 anni fa
Interpellato al riguardo il premier ha opposto un no comment, dicendo di non voler parlare di iniziative di cui “non sono a conoscenza”

Una delegazione composta da almeno una mezza dozzina di ministri rimasti fedeli a Boris Johnson in seno al consiglio di gabinetto - sinedrio del governo britannico composto in totale da una trentina di membri - ha annunciato di volersi recare dal primo ministro per chiedergli di dimettersi sullo sfondo della crisi provocata dallo scandalo Pincher e dalla raffica di dimissioni in casa Tory. Della delegazione fanno parte, secondo la Bbc, il ministro-capo gruppo (chief whip) Tory alla Camera dei Comuni, Chris Heaton-Harris, e i ministri dei Trasporti, Grant Shapps; dell’Irlanda del Nord, Brendon Lewis; del Galles, Simon Hurt. Secondo alcune fonti non ancora confermate, ci sarebbe anche Nadhim Zahawi, che appena ieri aveva accettato di restare al governo e di essere promosso da ministro dell’Istruzione a cancelliere dello Scacchiere. Interpellato al riguardo durante l’audizione di fronte al coordinamento dei presidenti di commissione della Camera dei Comuni, cui Johnson ha accettato di sottoporsi malgrado la crisi, il premier ha opposto un no comment, dicendo di non voler parlare di iniziative di cui “non sono a conoscenza”.

Fuggi-fuggi generale?
Nelle ultime ore un’altra decina di membri junior dell’esecutivo, con rango equivalente all’incirca a quello di sottosegretario, hanno annunciato il loro addio dicendo di non poter più servire sotto il premier attuale.

Johnson: “Nessuno vuole elezioni anticipate ora”
Messo sulla graticola, Johnson ha negato la prospettiva di elezioni politiche anticipate: “Non credo che nessuno le voglia in questo momento di crisi globale”, ha detto. “Credo invece che noi dobbiamo andare avanti, servire gli elettori e affrontare le priorità che stanno loro a cuore”.

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