
È un migrante afghano, Abdul Shakoor Ezedi, l'uomo ricercato da Scotland Yard a Londra per aver attaccato e sfigurato due giorni fa con una sostanza acida una donna di 31 anni e le due figlie piccole lungo Caledonian Road, al culmine di un raid raccapricciante nella zona nord della capitale britannica. Lo riportano oggi i media del Regno Unito, sottolineando - non senza accenti polemici - come il 35enne, presumibilmente uno stalker che conosceva la madre di famiglia presa di mira, avesse ottenuto asilo un paio d'anni sull'isola a dispetto di una precedente condanna per molestie sessuali. L'individuo è tuttora al centro di una caccia all'uomo da parte della polizia, che ieri ha diffuso una sua foto al pubblico invitando chiunque dovesse vederlo a fare una segnalazione, ma non ad avvicinarlo trattandosi d'un elemento "pericoloso".
Già condannato in precedenza
Stando alla Bbc, Ezedi risulta essere arrivato nel Regno dall'Afghanistan nel 2016, a bordo di un camion, ed essersi stabilito a Newcastle, nel nord dell'Inghilterra. Città nella quale è stato poi condannato nel 2018 a due anni (con pena sospesa e obbligo di sorveglianza fino al 2020) in seguito a un'accusa di molestia sessuale. Ciononostante, tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022 le autorità giudiziarie gli hanno concesso lo status di rifugiato e l'asilo (al terzo tentativo, dopo due precedenti istanze respinte) sulla base di un'autocertificazione di presunta "conversione al cristianesimo" che lo avrebbe potuto esporre alla vendetta dei talebani o di altri ambienti islamici in caso di rimpatrio obbligato in terra afghana. La donna da lui attaccata mercoledì ha riportato lesioni giudicate gravi e permanenti, in particolare agli occhi, con un impatto destinato a pesare su di lei "per tutta la vita", al pari di una delle sue figlie, di soli 3 anni. Mentre l'altra figlioletta è stata toccata dalla sostanza corrosiva in modo meno diretto. Lesioni leggere sono state inoltre riportate da ulteriori sei persone fra agenti di polizia e passanti intervenuti per soccorrere le vittime dell'aggressione.