Guerra in Ucraina
Lo scudo europeo di Zelensky da Trump e i nodi da sciogliere
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Keystone-ats
3 giorni fa
In attesa del faccia a faccia di domani a Washington tra Zelensky, Trump e i leader europei, proviamo a delineare le premesse, gli obiettivi e le posizioni - emerse grazie agli incontri degli ultimi giorni - che guideranno e condizioneranno il vertice alla Casa Bianca.

I territori contesi e la garanzia che quello che è accaduto a febbraio 2022 con l'invasione russa dell'Ucraina non si ripeta mai più. Sono questi i nodi principali da sciogliere nel vertice alla Casa Bianca tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky accompagnato dalla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friederich Merz, la premier italiana Giorgia Meloni, quello finlandese Alexander Stubb e il premier britannico Keir Starmer, insieme al segretario della Nato Mark Rutte.

Una delegazione senza precedenti

Una delegazione europea di alto livello, e senza precedenti, per evitare la debacle dell'incontro nello Studio Ovale dello scorso febbraio e per garantire un futuro di pace non solo all'Ucraina ma a tutta l'Europa. Anche se, secondo quanto riferito dal tabloid tedesco Bild, a Washington potrebbero svolgersi due incontri distinti: uno bilaterale tra il presidente americano e quello ucraino, e poi il colloquio allargato ai leader europei.

Il "silenzio stampa" di Trump

Dopo il vertice in Alaska con Vladimir Putin, Donald Trump ha drasticamente ridotto le dichiarazioni pubbliche. "Grandi progressi con la Russia, restate sintonizzati", si è limitato a scrivere sul suo social media Truth durante il weekend trascorso a giocare a golf in Virginia.

"Una svolta nei negoziati" secondo Witkoff e Rubio

Hanno, invece, parlato i suoi più stretti consiglieri, Steve Witkoff e Marco Rubio, che hanno partecipato accanto lui al vertice con lo zar ad Anchorage. L'inviato speciale (Witkoff) ha assicurato che il leader del Cremlino ha accettato di fornire garanzie senza precedenti, "solide", per la sicurezza di Ucraina ed Europa, una mossa che secondo lui può rappresentare una svolta nei negoziati verso la pace. In particolare, Witkoff ha accennato ad un tipo di protezione per Kiev sul modello dell'articolo 5 della Nato, quello che stabilisce che un attacco armato contro un membro dell'Alleanza Atlantica viene considerato un attacco a tutti gli altri. "Siamo giunti a un accordo secondo cui gli Stati Uniti e le altre nazioni europee potrebbero effettivamente offrire una formulazione simile all'Articolo 5", ha affermato l'inviato di Trump in un'intervista alla Cnn spiegando che potrebbe essere l'unica alternativa all'ingresso dell'Ucraina nella Nato, alla quale Putin continua ad opporsi fermamente. Zelensky si è detto soddisfatto di questo passo avanti sulle garanzie di sicurezza e ha ringraziato gli Stati Uniti per aver contribuito a raggiungere questo obiettivo. Ma per il leader di Kiev non è abbastanza: "È importante che l'America accetti di collaborare con l'Europa per fornire garanzie all'Ucraina. Siamo molto grati agli Stati Uniti e al presidente per questo segnale, che è importante per tutti in Europa. Si tratta di un cambiamento significativo, ma non ci sono dettagli su come funzionerà e quale sarà il ruolo dell'America, quale sarà il ruolo dell'Europa, cosa potrà fare l'Ue", ha chiesto.

Concessione su "cinque regioni"

Quanto ai territori nel mirino della Russia, Witkoff ha rivelato che lo zar sarebbe disposto a fare qualche concessione su "cinque regioni" ucraine, ma non ha fornito altri dettagli. Probabilmente si riferiva a Donetsk, Lugansk, Kherson, Zaporizhzhia e Crimea ma c'è chi pensa che parlasse di Sumy o Kharkiv invece che della penisola annessa da Mosca nel 2014. Zelensky da parte sua ha insistito che la "Costituzione dell'Ucraina rende impossibile cedere territori o scambiare territori". "Poiché la questione territoriale è così importante - ha aggiunto - dovrebbe essere discussa solo dai leader dell'Ucraina e della Russia nel quadro del vertice trilaterale". Posizione condivisa anche dal presidente francese Emmanuel Macron che, tuttavia, ha proposto di allargare il trilaterale anche all’Europa.

La delusione per il cessate il fuoco mancato

Sullo sfondo, quel mancato cessate il fuoco che Ucraina, Vecchio Continente e lo stesso commander-in-chief fino a poche ore prima si aspettavano di ottenere dal summit nella base militare in Alaska. Per Marco Rubio "è ancora sul tavolo". Ma, ha spiegato, "lo scopo principale è la pace, non una tregua". Il segretario di Stato americano ha anche avvertito che c'è la possibilità che "questa guerra continui, che la gente continui a morire". In questo caso, anche gli Stati Uniti - come l'Europa - sono pronti a imporre nuove sanzioni contro la Russia e i suoi alleati. Nel frattempo, il fronte europeo cerca una stretta sulla guerra in Ucraina. Si appella all' "unità transatlantica” ed esorta gli Usa a chiarire quali garanzie di sicurezza siano pronti a fornire a Kiev, sottolineando l'urgenza di raggiungere un cessate il fuoco, mantenendo ogni pressione su Mosca, anche con nuove sanzioni se dovesse continuare a mietere vittime.

L'Ucraina: porcospino d'acciaio

Alla vigilia del vertice di Washington, in occasione di un incontro con la stampa a Bruxelles, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha affermato che “l'Ucraina deve essere un porcospino d'acciaio, indigesto per possibili invasori” e che servono garanzie di sicurezza sia per gli ucraini e sia per gli europei. Chiarendo l'idea del 'porcospino' von der Leyen ha spiegato che gli alleati dell'Ucraina vogliono solide garanzie di sicurezza, e chiesto che non ci siano limiti sulle forze armate ucraine o veti sul suo percorso di adesione all'Ue. "Finché continuerà lo spargimento di sangue in Ucraina, l'Europa manterrà la pressione diplomatica e, in particolare, economica sulla Russia. Continueremo a rafforzare le sanzioni. Finora abbiamo adottato 18 pacchetti e stiamo portando avanti i preparativi per il 19esimo, che sarà presentato all'inizio di settembre", ha sottolineato von der Leyen.

La linea della Coalizione dei Volenterosi

A stretto giro lei e Zelensky (arrivato a sorpresa a Bruxelles) si sono collegati quindi alla videoconferenza di coordinamento tra i leader della Coalizione dei Volenterosi in vista dell'appuntamento del leader ucraino a Washington con il presidente Usa Donald Trump, dove interverranno tra gli altri anche Giorgia Meloni, von der Leyen, Emmanuel Macron, Friedrich Merz e Keir Starmer, ma anche il segretario generale Nato Mark Rutte. La speranza a Bruxelles è per una accelerazione che porti davvero a breve a un trilaterale con Trump, Zelensky e il presidente russo Vladimir Putin ("il più presto possibile" ha auspicato von der Leyen). E che Macron vorrebbe allargare agli europei. Si chiede dunque, ancora una volta, che sia Kiev a trattare sui confini ucraini. "L'unità transatlantica è fondamentale in questo momento per raggiungere una pace sostenibile in Ucraina", ha ricordato il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa al termine della videoconferenza. "Se non verrà concordato un cessate il fuoco, l'Ue e gli Stati Uniti dovranno aumentare la pressione sulla Russia. Il diritto sovrano dell'Ucraina di determinare le proprie condizioni di pace deve essere rispettato”.

Il ruolo di Trump

I leader della Coalizione attendono ora di sentire da Trump come voglia impegnarsi per garantire la sicurezza ucraina, dopo la prima importante apertura emersa nell'ambito dell'incontro in Alaska con Putin. "Il nostro obiettivo è quello di presentare un fronte unito tra europei e ucraini", ha detto ancora il capo dell'Eliseo. "Chiederemo agli Stati Uniti d'America fino a che punto e in che misura sono pronti a unirsi, dal momento che abbiamo messo sul tavolo garanzie di sicurezza". Servirà "fermezza con la Russia", ha avvertito, o qualsiasi tregua servirà solo a preparare "i conflitti di domani". Putin, del resto, "non vuole la pace, vuole la capitolazione dell'Ucraina".

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