Live Crisi in Medio Oriente
Cessate il fuoco a Gaza: dopo il veto USA, domani ne discuterà l'Assemblea generale dell'ONU
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6 ore fa
Tutti gli aggiornamenti sulla situazione in Medio Oriente nel nostro live.
un'ora fa
Medio Oriente
Razzi da Gaza, sirene a Tel Aviv e nel centro di Israele
È quanto constatato sul posto dall'ANSA; l'agenzia di stampa italiana.

Le sirene di allarme anti razzi da Gaza sono tornate a risuonare a Tel Aviv e nel centro di Israele mandando la gente nei rifugi. Lo ha constatato l'ANSA sul posto. In aria si sono sentite numerose esplosioni dovute all'intercettazione dei razzi da parte del sistema di difesa, Iron dome. L'ultimo allarme era stato venerdì scorso. Le sirene di allarme sono risuonate anche nel sud di Israele a ridosso della Striscia.

4 ore fa
Medio Oriente
Israele, "nessun piano per spostare popolazione fuori Gaza"
Lo ha ribadito il portavoce del premier Benyamin Netanyahu.

Israele non ha alcun piano per spostare la popolazione palestinese di Gaza fuori dalla Striscia. Lo ha ribadito il portavoce del premier Benyamin Netanyahu, Eylon Levy, definendo le informazioni al proposito "accuse scandalose e false". Levy ha spiegato di riferirsi a quanto sostenuto dal ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi nel suo intervento a Doha, denunciando "lo sforzo sistematico di Israele di svuotare Gaza della sua gente". Levy, citato dai media, ha spiegato che Israele ha incoraggiato soltanto la popolazione di Gaza a lasciare le principali aree di combattimento, ma non la Striscia stessa.

6 ore fa
Estero
Cessate il fuoco a Gaza: dopo il veto degli USA, domani ci sarà l'Assemblea generale dell'ONU
L'incontro è stato richiesto dai rappresentanti dell'Organizzazione per la cooperazione islamica e del gruppo arabo.

Dopo il veto americano su una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che chiedeva un "cessate il fuoco umanitario" a Gaza, domani prenderà il via una riunione straordinaria dell'Assemblea generale dell'ONU. L'incontro è stato richiesto dai rappresentanti dell'Organizzazione per la cooperazione islamica e del gruppo arabo. Secondo fonti diplomatiche, l'Assemblea Generale, le cui risoluzioni non sono vincolanti, potrebbe decidere un testo. La bozza di testo visionata dall'AFP riprende in gran parte la risoluzione respinta venerdì dal Consiglio di Sicurezza a causa del veto americano. Il testo esprime preoccupazione per la "catastrofica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza", "chiede un immediato cessate il fuoco umanitario". Chiede inoltre la protezione dei civili, l'accesso umanitario e il rilascio "immediato e incondizionato" di tutti gli ostaggi.

La decisione d ottobre

Alla fine di ottobre, dopo quattro insuccessi in dieci giorni da parte del Consiglio di Sicurezza, l'Assemblea Generale aveva invocato, a larghissima maggioranza (120 voti favorevoli, 14 contrari e 45 astensioni), una "tregua umanitaria immediata, duratura e prolungata, che porti alla cessazione delle ostilità" tra Israele e Hamas. Due settimane dopo il Consiglio è riuscito ad adottare una risoluzione che chiedeva "pause e corridoi umanitari" nella Striscia di Gaza, non un "cessate il fuoco" e nemmeno una tregua".

La richiesta di un "cessate il fuoco umanitario"

La settimana scorsa, invocando per la prima volta l'articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite che permette al Segretario generale di riunire il Consiglio su una questione che "potrebbe mettere in pericolo il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale", Antonio Guterres aveva esortato il Consiglio a spingere per un "cessate il fuoco umanitario", denunciando la "punizione collettiva" inflitta ai palestinesi. "Purtroppo il Consiglio di Sicurezza non è riuscito a farlo", ha lamentato ieri, descrivendo un Consiglio le cui "autorità e credibilità sono state seriamente compromesse". Venerdì la risoluzione preparata dagli Emirati Arabi Uniti in risposta alla richiesta del Segretario Generale, che chiedeva un "cessate il fuoco umanitario immediato" a Gaza, è stata bloccata dagli Stati Uniti. Ha ricevuto 13 voti a favore, uno contrario e un'astensione (Regno Unito).

un giorno fa
Estero
Israele: "425 soldati morti dal 7 ottobre"
Lo ha reso noto oggi il portavoce militare israeliano. Il numero complessivo dei militari feriti, a partire dal 7 ottobre, è di 1'593.

I soldati morti a Gaza nel corso delle operazioni terrestri contro Hamas lanciate il 27 ottobre sono 97: aggiungendo a loro il numero dei militari uccisi da Hamas nell'attacco a sorpresa del 7 ottobre, il totale arriva a 425. Lo ha reso noto oggi il portavoce militare israeliano. Il numero complessivo dei militari feriti, a partire dal 7 ottobre, è di 1'593. Di questi, 559 sono stati feriti nei combattimenti tuttora in corso nella Striscia.

un giorno fa
Crisi in Medio Oriente
Netanyahu a Putin: "Scontento per le dichiarazioni contro Israele"
Il primo ministro ha sottolineato che qualsiasi Paese che dovesse subire un attacco terroristico come quello vissuto da Israele il 7 ottobre, agirebbe con forza non inferiore a quella di Israele.

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha espresso al presidente russo Vladimir Putin il suo disappunto per alcune dichiarazioni rilasciate da funzionari russi all'Onu e in altri forum contro Israele. Come riporta Haaretz, il commento è avvenuto durante una conversazione telefonica di 50 minuti tra i due leader.

Preoccupano le relazioni Russia-Iran

Netanyahu ha inoltre criticato fortemente le relazioni tra Russia e Iran, ritenendole pericolose. Il primo ministro israeliano ha sottolineato che qualsiasi Paese che dovesse subire un attacco terroristico come quello subìto da Israele il 7 ottobre, agirebbe con forza non inferiore a quella di Israele. Netanyahu ha invece espresso apprezzamento per lo sforzo russo di rilasciare un cittadino israeliano con cittadinanza russa e ha affermato che Israele utilizzerà tutti i mezzi, sia politici sia militari, per rilasciare tutti gli ostaggi.

L'unica soluzione ritenuta valida

Secondo quanto riportato da Ria Novosti, il leader russo è tornato a sottolineare la posizione di Mosca per la creazione di uno Stato palestinese indipendente che coesista in pace con Israele, ritenuta l'unica soluzione equa possibile al problema.

un giorno fa
Crisi in Medio Oriente
Qatar: "Da Israele e Hamas ora poca volontà per un nuovo negoziato"
Il Qatar si sente profondamente deluso dal fatto che le parti non abbiano dato la possibilità di compiere ulteriori sforzi.

Israele e Hamas non stanno mostrando la "stessa volontà" di negoziare come prima della scorsa tregua, ha detto il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani parlando al Forum di Doha. Lo riporta la Cnn. Il Qatar è stato un negoziatore chiave il mese scorso per la pausa dei combattimenti e la liberazione di parte degli ostaggi israeliani.

C'è delusione

"I nostri sforzi come Stato del Qatar, insieme ai nostri partner, continuano e non ci arrenderemo. Sappiamo che ci sono molte complicazioni", ha detto Al Thani all'emittente Usa. "Ci vogliono sempre due parti per essere disposte ad un simile impegno. Sfortunatamente, non vediamo la stessa disponibilità che avevamo visto nelle settimane precedenti". Il Qatar si sente "profondamente deluso dal fatto che le parti non abbiano dato la possibilità di compiere ulteriori sforzi", ha aggiunto.

un giorno fa
Estero
'La guerra a Gaza andrà avanti per 2 mesi'
Lo sostengono fonti israeliane.

Fonti israeliane, citate dalla tv Kan, hanno stimato che la guerra dentro Gaza possa andare avanti per "due mesi". Le stesse fonti hanno aggiunto che dopo questo periodo non ci sarà alcun cessate il fuoco, ma operazioni localizzate condotte da forze che resteranno in prossimità della Striscia.

In questo periodo - hanno spiegato - ci saranno tentativi di concludere altri accordi per il rilascio di più ostaggi. Ad un certo punto di questi 2 mesi, l'esercito permetterà ad alcuni residenti di Gaza di ritornare nelle loro case: una richiesta questa - secondo le fonti - "avanzata dagli Usa e anche una necessità operazionale".

Un'altra tv, Canale 13, citando fonti diplomatiche non specificate, ha riferito di una telefonata nel fine settimana tra il presidente americano Joe Biden e il primo ministro Benyamin Netanyahu nella quale quest'ultimo ha detto che le operazioni a Khan Yunis, nel sud della Striscia, potranno proseguire "per 3-4 settimane".

2 giorni fa
Estero
Sette israeliani su 10 favorevoli alle dimissioni di Netanyahu
A dirlo un sondaggio condotto dalla televisione commerciale Canale 13 su un campione rappresentativo della popolazione.

A due mesi dall'inizio della guerra a Gaza sette israeliani su dieci ritengono che il premier Benyamin Netanyahu dovrebbe rassegnare le dimissioni, secondo un sondaggio di opinione condotto dalla televisione commerciale Canale 13 su un campione rappresentativo della popolazione. Il 31% vorrebbe che si facesse subito da parte, mentre il 41% pensa che dovrebbe dimettersi alla fine dei combattimenti sul terreno. Tuttavia Netanyahu può ancora trovare conforto nelle risposte di quanti si sono dichiarati sostenitori del Likud, il 70% dei quali ritiene che debba restare in carica. Il 20% pensa che dovrebbe dimettersi alla fine dei combattimenti e nessuno di loro ritiene che debba andarsene subito.

Gli altri dirigenti

Sulla conduzione della guerra il capo di stato maggiore Herzi Halevi ha ricevuto il voto più elevato (6,6 su 10), seguito dal ministro della difesa Yoav Gallant (5,9) mentre Netanyahu ha ricevuto solo un 4,7. Per Halevi si tratta di un successo cospicuo perché conseguito malgrado il trauma del 7 ottobre in cui l'esercito si è fatto cogliere totalmente di sorpresa dall'attacco di Hamas e ha molto tardato a reagire.

2 giorni fa
Estero
"Con il loro veto, gli Usa rischiano complicità in crimini guerra"
Lo afferma il direttore di Human rights watch all'Onu Louis Charbonneau.

Gli Stati Uniti rischiano la "complicità in crimini di guerra" a Gaza con il loro veto per bloccare la risoluzione del cessate il fuoco delle Nazioni Unite: lo afferma il direttore di Human rights watch (Hrw) all'Onu, Louis Charbonneau.

Secondo Charbonneau, riporta la Bbc, il veto statunitense ha impedito al Consiglio di Sicurezza di "fare alcune delle richieste che gli stessi Stati Uniti avevano fatto a Israele e ai gruppi armati palestinesi", inclusi il rispetto del diritto internazionale umanitario, la protezione dei civili e il rilascio di tutti i civili tenuti in ostaggio. "Continuando a fornire a Israele armi e copertura diplomatica mentre commette atrocità, inclusa la punizione collettiva della popolazione civile palestinese a Gaza, gli Stati Uniti rischiano di essere complici di crimini di guerra", sottolinea il rappresentate di Human Rights Watch.

2 giorni fa
Estero
ONU, gli USA bocciano il cessato il fuoco immediato a Gaza
Il veto statunitense ha bloccato la bozza di risoluzione, che è stata giudicata troppo "sbilanciata" per ricevere l'ok americano.

Gli Usa bocciano la proposta di un cessate il fuoco immediato a Gaza al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. È infatti bastato il veto statunitense a bloccare una bozza di risoluzione - che ha visto 13 voti a favore e l'astensione del Regno Unito - giudicata troppo "sbilanciata" per ricevere l'ok americano.

La società sull'orlo del collasso totale

Non passa così la tregua che l'Onu giudica necessaria, visto che la situazione nella Striscia è vicina al "punto di non ritorno", con "l'ordine civile che sta crollando". Gli aiuti umanitari, nel collo di bottiglia del valico di Rafah, stentano ad arrivare all'enclave palestinese. "Le strade - ha denunciato il direttore dell'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, Thomas White - sono nel caos, soprattutto dopo il tramonto: alcuni convogli umanitari sono stati saccheggiati e i veicoli dell'Onu presi a sassate. La società è sull'orlo del collasso totale".

Il video sul cadavere di un militare israeliano

Mentre sul terreno la battaglia infuria, in serata le Brigate Ezzedin al-Qassam, l'ala militare di Hamas, hanno diffuso un video che mostra il cadavere di un soldato israeliano morto, secondo i miliziani palestinesi, a seguito di un blitz fallito per liberarlo tentato stamattina dalle forze israeliane. Il filmato, che dura poco meno di due minuti, mostra nella prima parte il militare rapito mentre parla in camera, illeso: "Mi chiamo Saar Baruch, ho 24 anni e sono del kibbutz Beeri. Dal 7 ottobre sono ostaggio a Gaza. Voglio tornare a casa", dice. Poi le immagini proseguono con quelle che a dire di Hamas sono le conseguenze del tentato blitz: pozze di sangue sul pavimento e sui gradini di alcune scale, insieme a bossoli e il disordine e la distruzione conseguenza dello scontro a fuoco. Le immagini si chiudono inequivocabilmente con il cadavere del soldato israeliano.

Israele non conferma la versione sul militare ucciso

Il portavoce militare Daniel Hagari, ammettendo che l'operazione che si è conclusa senza la liberazione di alcun ostaggio, si è limitato a dire che "numerosi terroristi sono stati uccisi" e due soldati sono rimasti feriti in modo non grave, senza ovviamente confermare la versione dei miliziani sul militare ucciso. "Hamas tenta di ricorrere all'arma del terrorismo psicologico. Bisogna astenersi dal diffondere voci infondate", ha anzi esortato.

Perché gli USA hanno bocciato la bozza di risoluzione

All'Onu invece, respingendo la bozza di risoluzione per un cessate il fuoco immediato, l'ambasciatore americano all'Onu Robert Wood ha spiegato che il veto statunitense è arrivato per la mancanza nel testo della condanna di Hamas e dell'esplicito riferimento al diritto alla difesa di Israele. "Siamo stati costretti a votare contro", ha affermato il diplomatico che già nelle ore precedenti aveva evidenziato l'intenzione americana di bocciare la proposta, sottolineando che "gli Stati Uniti sostengono fermamente una pace duratura" ma una tregua ora "non farebbe altro che gettare i semi per la prossima guerra". "La brutalità perpetrata da Hamas - ha ribadito invece il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres rilanciando la proposta di una tregua umanitaria - non potrà mai giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese".

Il futuro di Gaza

Secondo il ministero della Sanità di Hamas (che non distingue tra vittime civili e miliziani), i morti nella Striscia sono arrivati a 17'487. Ma Israele ha denunciato che la fazione islamica "è l'unica responsabile" di quello che sta succedendo, ribandendo che solo "l'eliminazione di Hamas" può portare alla pace. Nella pressione diplomatica per una soluzione al conflitto, il presidente francese Emmanuel Macron ha sentito il premier Benyamin Netanyahu esprimendogli "la necessità di proteggere i civili di Gaza" e sottolineando "l'importanza di giungere ad un cessate il fuoco duraturo". Ma un altro dei nodi che sembrano impedire una svolta è il futuro dell'enclave una volta terminata la guerra. Il premier di Ramallah Mohammed Shtayyeh ha evocato, durante colloqui con gli Usa, il controllo politico dell'Autorità nazionale palestinese sulla Striscia che potrebbe non escludere, seppur in forma subalterna, Hamas. "Se sono disposti a un accordo e accettano la piattaforma politica dell'Olp, sarà possibile parlarne", ha sostenuto Shtayyeh. Una posizione nuovamente respinta da Netanyahu. Nel futuro di Gaza, ha riaffermato il premier israeliano, "non ci sarà Hamas, la elimineremo. Il solo fatto che a proporlo sia l'Anp non fa che rafforzare la mia visione politica: essa non è la soluzione".

Le operazioni sul campo

Sul campo l'esercito (93 i soldati uccisi dall'avvio della operazione di terra) sta continuando a premere in tutta la Striscia. "Vedo segnali - ha detto il ministro della Difesa Yoav Gallant - che indicano che Hamas sta cominciando a cedere". A Khan Yunis, la roccaforte della fazione nel sud, la 7/a Brigata ha "cominciato le operazioni per rompere le linee nemiche, centrando decine di posizioni e di posti di osservazione di Hamas". Anche a Jabalya, nel nord, continua la battaglia. Così come a Shuyaia, nel centro, dove nell'area della città - secondo il portavoce militare - è stato trovato un imbocco di tunnel in un'aula della scuola locale.

3 giorni fa
Medio Oriente
Israele: 'ieri 450 gli attacchi su Hamas nella Striscia'
Lo ha fatto sapere il portavoce militare di Israele.

Sono stati circa 450 gli attacchi compiuti ieri dall'esercito israeliano sulla Striscia mentre continua la pressione sulla roccaforte di Hamas a Khan Yunis nel sud e nel nord della Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare spiegando che a Khan Yunis sta operando la 7/a Brigata che ha aiutato le forze aeree a colpire "terroristi, alcuni dei quali intendevano lanciare razzi verso le forze israeliane". Secondo la stessa fonte, la Marina israeliana ha attaccato "infrastrutture terroristiche usate dalle forze navali di Hamas nel centro e nel sud della Strscia".

3 giorni fa
Medio Oriente
Premier Anp non esclude ruolo Hamas nel futuro di Gaza
Se Hamas è disposto ad un accordo e accetta la piattaforma politica dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina "sarà possibile parlarne", ha affermato il premier palestinese Shtayeh

Nei contatti con l'amministrazione Biden sulla futura gestione di Gaza, il premier palestinese Mohammed Shtayeh ha detto che l'Autorità nazionale palestinese potrebbe partecipare a un "nuovo meccanismo, assieme con la comunità internazionale". In quel contesto - scrive Bloomberg, citando un alto funzionario palestinese - Shtayeh non ha escluso in principio una partecipazione, in forma subalterna, di Hamas. "Hamas prima del 7 ottobre era una cosa, adesso è un'altra", ha detto il premier.

"I palestinesi non devono essere divisi"

"Se sono disposti a un accordo e accettano la piattaforma politica dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp), sarà possibile parlarne. Occorre che i palestinesi non siano divisi".

5 giorni fa
Medio Oriente
Israele: "Pausa umanitaria nella zona di Rafah a Gaza sud"
Lo ha fatto sapere il portavoce militare israeliano. Intanto la Turchia respinge il progetto di istituire una zona cuscinetto a Gaza dopo la fine dei combattimenti.

L'esercito israeliano ha annunciato una pausa tattica "a fini umanitari" nei combattimenti fino alle 14 di oggi (le 13 in Svizzera) nella zona di Ash Shaboura nel distretto di Rafah, nel sud della Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare in lingua araba Avichai Adraee aggiungendo che ci sono combattimenti in alcuni parti della strada Salah al-Din a Khan Younis e che devono "essere evitate".

Hamas: "In 24 ore uccise 73 persone"

Intanto, il ministero della Salute, guidato da Hamas, afferma che nelle ultime 24 ore ci sono stati 73 morti. In un aggiornamento, il ministero della Sanità afferma che ieri sono stati trasportati 73 corpi e 123 feriti presso l'ospedale di al-Aqsa, nel centro di Gaza.

Erdogan: "No alla zona cuscinetto a Gaza"

Dal canto suo, la Turchia respinge il progetto di istituire una zona cuscinetto a Gaza dopo la fine dei combattimenti : lo ha affermato il presidente Recip Tayyip Erdogan, aggiungendo che tale piano è "irrispettoso" nei confronti dei palestinesi. Parlando ai giornalisti su un volo di ritorno dal Qatar, Erdogan ha detto che il futuro di Gaza dopo la guerra sarà deciso dal popolo palestinese e che Israele deve restituire i territori che occupa, secondo l'emittente Haberturk ripresa da Haaretz. Secondo Erdogan, "il premier israeliano (Benjamin) Netanyahu sta in questo momento affrontando un collasso. Potrebbe presentarsi sventolando la bandiera bianca". "Netanyahu non sarà in grado di evitare la punizione per le sue azioni, presto o tardi sarà processato e pagherà il prezzo dei crimini di guerra che ha commesso", ha detto ancora Erdogan. "Se non fosse per il sostegno a Israele da parte di tutti i Paesi occidentali, soprattutto gli Usa, non ci sarebbe una situazione del genere nella regione", ha riferito Erdogan .

6 giorni fa
Medio Oriente
Gaza-Israele, gli ultimi svizzeri hanno lasciato Striscia
Si tratta di una famiglia di quattro persone.

Tutti i cittadini svizzeri presenti a Gaza, di cui il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) aveva conoscenza, hanno potuto partire. Gli ultimi sono una famiglia di quattro persone, che sono uscite dal valico di Rafah, tra la Striscia e l'Egitto. Sono state accolte e assistite dal personale dell'ambasciata elvetica al Cairo, ha reso noto ieri sera lo stesso DFAE. Il 2 e il 16 novembre complessivamente otto persone con passaporto rossocrociato avevano già potuto lasciare l'enclave.

6 giorni fa
Medio Oriente
Gaza, offensiva di Israle contro Hamas nella notte
In tutta la striscia di Gaza l'esercito israeliano ha compiuto raid contro Hamas.

Israele ha condotto nella notte un'offensiva contro Hamas in tutta la striscia di Gaza, con un affondo in particolare nelle zone a sud. Tutta la regione è stata bersaglio di bombardamenti. Nella notte l'esercito israeliano ha compiuto raid a Jabalia e i mezzi sono avanzati su Khan Yunis. Maxioperazione anche a Jenin, in Cisgiordania. Sono pure stati colpiti siti di Hezbollah in Libano. Secondo Hamas i morti dall'inizio della guerra nella striscia sono almeno 15'900.

Netanyahu incontra oggi le famiglie degli ostaggi in mano ad Hamas, mentre in Qatar è oggi in programma il summit del Consiglio di cooperazione degli stati del Golfo arabo.

7 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
"Colpiti 200 obiettivi di Hamas, l'operazione procede"
Lo ha fatto sapere l'esercito spiegando che tra l'altro è stata distrutta "una infrastruttura" di Hamas a Beit Hanoun nel nord dell'enclave palestinese, usata per attaccare i soldati.

Sono stati 200 durante la notte gli attacchi contro obiettivi di Hamas a Gaza, mentre l'offensiva di terra prosegue in tutta la Striscia. Lo ha fatto sapere l'esercito spiegando che tra l'altro è stata distrutta "una infrastruttura" di Hamas a Beit Hanoun nel nord dell'enclave palestinese, usata per attaccare i soldati. Nel complesso della scuola - ha aggiunto il portavoce militare - le truppe "hanno trovato due ingressi di tunnel uno dei quali era una trappola esplosiva e altre armi".

7 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Ucciso uno dei comandati di Hamas
Khuwajari era a capo del battaglione Shati dei miliziani palestinesi.

Le Forze di difesa israeliane hanno dichiarato di aver ucciso il comandante di Hamas Haitham Khuwajari in un attacco aereo sulla Striscia. Secondo quanto dichiarato dall'Idf su Telegram, Khuwajari era a capo del battaglione Shati dei miliziani palestinesi. "Sotto il suo comando, i terroristi di Hamas hanno effettuato alcuni raid nel territorio israeliano del 7 ottobre", ha riferito l'Idf, aggiungendo che Khuwajari e il suo battaglione hanno "difeso l'attività terroristica di Hamas nell'ospedale di Shifa ed era al comando delle forze di Hamas che combattevano contro i soldati dell'Idf nell'area di Shati. È stato anche responsabile di numerosi atti di terrorismo contro gli israeliani". Non c'è stato alcun commento immediato da parte di Hamas. Inoltre, citate dai media locali, le Idf spiegano che dei 401 soldati morti 75 sono rimasti uccisi durante l'offensiva di terra all'interno della Striscia, mentre la stragrande maggioranza degli altri negli scontri nel sud di Israele il giorno dell'attacco di Hamas il 7 ottobre. Media israeliani riportano inoltre della morte a Gaza di Yonatan Samerano, 21 anni di Tel Aviv, preso in ostaggio da Hamas dopo essere stato ferito durante il massacro del festival Nova a Reim. Il giovane aveva cercato di fuggire raggiungendo il vicino kibbutz di Reim, dove un altro gruppo di terroristi lo aveva rapito.

7 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Sale a 61 il bilancio dei giornalisti uccisi a Gaza
Lo afferma il Comitato per la protezione dei giornalisti.

È salito a 61 il bilancio dei reporter uccisi durante il conflitto tra Israele e Hamas, secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj). L'Ong con sede a New York spiega che le vittime sono 54 palestinesi, quattro israeliani e tre libanesi. I giornalisti feriti durante la guerra a Gaza ammontano a 11, tre risultano dispersi e 19 sono stati arrestati.

7 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
La Mezzaluna rossa turca ha inviato aiuti per 3,1 milioni euro
Lo riporta l'emittente araba Al Jazeera.

La Mezzaluna rossa turca ha affermato ieri sera di aver inviato a Gaza aiuti per un valore di oltre 3,1 milioni di euro. Lo riporta l'emittente araba Al Jazeera.

7 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Nove morti in un raid vicino a Rafah
Lo riporta Al Jazeera.

Almeno nove persone sarebbero morte in un attacco israeliano vicino a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riporta Al Jazeera. Il raid avrebbe colpito un edificio residenziale nel quartiere di al-Tanour. Il palazzo distrutto sarebbe appartenuto alla famiglia al-Jazzar, secondo fonti locali.

7 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Israele ha ritirato il 70% dei soldati dal nord
Lo affermano le Brigate Ezzedin al-Qassam.

Secondo quanto affermano le Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio militare di Hamas, circa il 70% del contingente militare israeliano si è ritirato dalla parte nord della Striscia di Gaza. Lo riporta l'emittente araba Al Jazeera.

9 giorni fa
Estero
Macron: "Per eliminare Hamas, Israele rischia 10 anni di guerra"
Il presidente francese ha invitato Israele a chiarire cosa intenda esattamente con "distruzione totale di Hamas".

L'obiettivo della "distruzione totale di Hamas" deve essere "chiarito" da Israele, perché rischia di generare "dieci anni" di guerra. Lo ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron.

"La distruzione totale di Hamas, cos'è? Qualcuno pensa che sia possibile? Se è così, la guerra durerà dieci anni e non credo che nessuno sappia definire seriamente questo obiettivo. Quindi questo obiettivo deve essere chiarito", ha detto Macron da Dubai, aggiungendo che "la buona lotta contro il terrorismo non è un bombardamento sistematico e permanente".

9 giorni fa
Estero
Raid nel Sud della Striscia su Khan Yunis
Il portavoce militare di Hamas ha divulgato ordini di evacuazione.

L'area di Khan Yunis, nel sud della Striscia, è stata bersaglio la scorsa notte ad intensi bombardamenti. L'aviazione, secondo fonti locali, ha colpito edifici nella città, mentre in parallelo l'artiglieria ha sparato verso l'area agricola di Karara, a ridosso del confine con Israele e la marina ha aperto il fuoco verso obiettivi sul litorale della vicina Deir el-Ballah.

Intanto il portavoce militare ha divulgato, in arabo, ordini immediati di evacuazione per gli abitanti di rioni di Khan Yunis e di Deir el-Ballah. Gli ordini sono di spingersi a sud verso le dune di Muwassi e la città di frontiera di Rafah.

A Khan Yunis, ha riferito il portavoce militare, l'aviazione ha colpito la scorsa notte 50 obiettivi. Ha poi aggiunto che a Deir el-Ballah la marina ''ha colpito obiettivi militari di Hamas, ricorrendo a munizioni ad alta precisione''. Inoltre sono state colpite infrastrutture utilizzate dalle forze navali di Hamas.

La radio militare ha rilevato che per il momento Israele opera in quella zona sparando da distanza. Si tratta di operazioni di preparazione, secondo la emittente, in vista di un possibile intervento di forze di terra.

9 giorni fa
Estero
Per gli USA, Israele consentirà di nuovo l'ingresso di aiuti a Gaza
Si tratterà comunque di un flusso limitato rispetto alle centinaia di camion che entravano nella Striscia durante la tregua.

Gli Stati Uniti ritengono che Israele inizierà a consentire che parte dell'assistenza affluisca nuovamente nel territorio dopo aver bloccato gli aiuti ieri dopo la fine del cessate il fuoco.

Lo ha detto - riporta il Guardian - il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby, sottolineando che su richiesta di Washington consentirà l'ingresso di alcuni aiuti

Si tratterà comunque, ha aggiunto, di un flusso significativamente limitato rispetto alle centinaia di camion al giorno che entravano a Gaza durante la pausa di sette giorni nei combattimenti: si potrebbe trattare ora di "decine di camion contro le centinaia" durante la tregua.

Gli Stati Uniti - ha concluso - continueranno a spingere per aumentare gli aiuti a Gaza almeno fino al livello delle merci entrate durante la pausa.

9 giorni fa
Estero
Israele colpisce cellula di Hezbollah che lanciava missili dal Libano
Nella notte sono comunque caduti su Israele altri razzi provenienti dal Libano.

L'esercito israeliano (Idf) fa sapere di aver colpito durante la notte, con un raid aereo e con colpi d'artiglieria, una cellula di Hezbollah responsabile del lancio ieri di razzi dal Libano verso il territorio israeliano. Durante la notte, aggiungono le forze di difesa israeliane, dal sud del Libano sono comunque stati lanciati diversi razzi sul nord di Israele, tutti caduti in zone disabitate. Lo scrive Ynet.

9 giorni fa
Gaza
Per l'Unicef prima della tregua sono stati uccisi più di 5'300 bambini
Secondo l'agenzia ONU, il dato non include molti bambini dispersi, probabilmente sepolti sotto le macerie.

Prima della pausa dai combattimenti più di 5.300 bambini palestinesi sono stati uccisi in 48 giorni di bombardamenti incessanti, un dato che non include molti bambini ancora dispersi e presumibilmente sepolti sotto le macerie. Lo comunica Unicef.

Unicef aggiunge: "i bambini hanno bisogno di un cessate il fuoco umanitario duraturo. Tutti i bambini dello Stato di Palestina e di Israele meritano la pace. Se la violenza dovesse tornare su questa intensità, possiamo presumere che altre centinaia di bambini saranno uccisi e feriti ogni giorno. La Striscia di Gaza è di nuovo, da ieri, il luogo più pericoloso al mondo per essere un bambino".

"Per sette giorni - spiega la direttrice generale dell'Unicef Catherine Russell c'è stato un barlume di speranza per i bambini in mezzo a questo orribile incubo. Più di 30 bambini tenuti in ostaggio a Gaza sono stati liberati e riuniti alle loro famiglie. La pausa umanitaria ha permesso di aumentare le consegne di aiuti di prima necessità a Gaza e in tutta la regione. L'Unicef e i suoi partner hanno potuto incrementare in modo significativo le operazioni e i programmi. E abbiamo potuto iniziare a riunire i bambini separati con le loro famiglie. Ciò non è stato sufficiente per soddisfare l'entità dei bisogni umanitari, ma è stato un inizio. Ora abbiamo bisogno di un accesso più sicuro e prevedibile per raggiungere i bambini feriti, sfollati e traumatizzati. E dobbiamo far arrivare gli aiuti ai bambini che sono vulnerabili al clima freddo e umido che è arrivato. I bambini hanno bisogno di un cessate il fuoco umanitario duraturo. Chiediamo a tutte le parti di garantire che i bambini siano protetti e assistiti, in conformità con gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario. Tutti i bambini dello Stato di Palestina e di Israele - conclude Russell - meritano la pace e la speranza di un futuro migliore".

9 giorni fa
Estero
Usa: "Nessuna indicazione su condivisione piano Hamas con noi"
Lo riporta Politico, citando alcuni funzionari americani.

Non ci sono indicazioni che Israele abbia condiviso con l'intelligence americana il piano segreto di attacco di Hamas. Lo ha riportato ieri Politico citando alcuni funzionari americani in merito al piano 'muro di Gerico' che, secondo quanto scritto dal New York Times, era in possesso di Israele da un anno e descriveva nel dettaglio l'attacco che si è poi concretizzato il 7 ottobre e nel quale hanno perso la vita 1.200 persone.

10 giorni fa
Estero
Rotta la tregua, a Gaza riparte la guerra
Alla scadenza dell'accordo tra le parti, le ostilità hanno ripreso. Le operazioni militari israeliane si spingono sempre più a sud di Gaza, con l'invito alla popolazione di spingersi verso la frontiera con l'Egitto.

Le speranze per l'estensione della tregua a Gaza si sono infrante alla scadenza dell'accordo tra le parti, nelle prime ore del mattino. E dopo una settimana Israele e Hamas hanno ripreso le ostilità, accusandosi a vicenda di aver rotto i patti.

Riprese le operazioni nel sud di Gaza

Le operazioni militari israeliane si sono estese nel sud di Gaza, soprattutto a Khan Yunis, tanto che ai civili è stato chiesto di spostarsi verso Rafah. Sullo sfondo proseguono tra mille difficoltà le trattative per gli ostaggi ancora in mano ai miliziani, ma a risuonare con maggior forza sono le parole di Benyamin Netanyahu, che ha promesso: "Andremo avanti fino alla distruzione totale di Hamas".

Le accuse reciproche

Poco dopo le sei, l'ultima ora di tregua concordata, l'esercito israeliano ha annunciato che Hamas aveva "violato la pausa operativa" lanciando razzi, ed in risposta è ripartita l'offensiva. Opposta la versione della fazione palestinese, secondo cui il nemico avrebbe rifiutato tutte le offerte per un ulteriore rilascio di ostaggi, avendo già deciso di tornare a bombardare. L'attentato a Gerusalemme, condotto dai miliziani il giorno prima, aveva comunque già fatto temere il peggio.

Iron Dome di nuovo attivo

In territorio israeliano l'Iron Dome si è attivato per intercettare la raffica di razzi lanciati dalla Striscia (oltre 50 soltanto nel sud), mentre le sirene d'allarme hanno risuonato il tutto il Paese. L'esercito dello Stato ebraico, invece, ha condotto estese operazioni per terra, mare e cielo, spingendosi nella parte meridionale di Gaza, a Khan Younis, dove sono sfollate migliaia di persone arrivate dal nord. E per rendere chiaro alla popolazione che il baricentro dell'attacco si è spostato, ha lanciato volantini chiedendo ai civili di abbandonare l'area e di spingersi verso la frontiera con l'Egitto. Nei volantini c'era anche una mappa con 620 piccole zone numerate, da cui procedere in diverse fasi con le evacuazioni forzate. Per prendere gradualmente il controllo della parte meridionale della Striscia.

Colpiti 200 obiettivi terroristici a Gaza

Nel primo giorno di conflitto dopo la tregua Israele ha reso noto di aver colpito "200 obiettivi terroristici" in tutta Gaza, tra "aree piene di esplosivi, tunnel, postazioni di lancio e centri di comando operativo". Il ministero della Sanità di Hamas, senza distinguere tra miliziani e civili, ha denunciato che almeno 178 palestinesi sono stati uccisi nei bombardamenti, e quasi 600 feriti. Tre giornalisti tra le vittime. A peggiorare la situazione per la popolazione, l'interruzione del passaggio degli aiuti da Rafah.

Il fronte con il Libano

Anche il fronte con Libano è tornato ad infiammarsi, con la ripresa degli scambi di fuoco al confine con Hezbollah. Il movimento sciita ha rivendicato di aver preso di mira postazioni militari nemiche, mentre i media locali hanno parlato di due civili uccisi dai raid israeliani. L'Idf ha riferito di aver colpito una "cellula terroristica" nel Libano meridionale.

Si prosegue con i negoziati, ma sarebbero già falliti

Nel caos del conflitto sono proseguiti i negoziati per non interrompere lo scambio di prigionieri. Sono 137 gli israeliani ancora nelle mani di Hamas, secondo il governo, che ha tenuto nell'elenco anche il piccolo Kfir Bibas di 10 mesi, il più giovane dei rapiti, suo fratello Ariel di 4 anni e la loro madre Shiri, in attesa di conferme che siano rimasti uccisi. In campo, come sempre, ci sono l'Egitto e soprattutto il Qatar, ed è rilevante in questo senso l'incontro (definito "storico" dai media israeliani) tra il presidente Yitzhak Herzog e l'emiro Tamim bin Hamad al-Thani, a margine della conferenza sul clima a Dubai. Anche Stati Uniti e Russia spingono per l'estensione della tregua umanitaria. Si negozia a oltranza, anche se alcune fonti hanno riferito alla Bbc che i colloqui di oggi sono falliti.

Nel mirino i leader di Hamas

Secondo alcune fonti citate dal Financial Times, la campagna militare andrà avanti un anno o più, con la fase più intensa all'inizio del 2024, e tra gli obiettivi ci sono tre leader palestinesi: Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Marwan Issa. Per il Wall Street Journal, l'intelligence israeliana si sta anche preparando a uccidere i capi di Hamas sparsi nel mondo dopo la guerra. Quando i raid si fermeranno, Israele avrebbe in mente di creare una zona cuscinetto per prevenire futuri attacchi dalla Striscia.

10 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Nessun annuncio ufficiale: la tregua Israele-Hamas è scaduta
Questa mattina l'esercito israeliano sta conducendo una serie di attacchi aerei contro obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza.

Nessun annuncio ufficiale è arrivato né da Hamas né da Israele e, dunque, alle 7 locali, le 6 in Svizzera, la tregua del conflitto in Medio Oriente è scaduta. L'esercito israeliano ha annunciato sul proprio canale Telegram la ripresa dei combattimenti e sta conducendo una serie di attacchi aerei contro obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza. "Hamas ha violato la pausa operativa e ha sparato verso il territorio israeliano. L'Idf ha ripreso i combattimenti contro i terroristi di Hamas", afferma l'annuncio. 

Gli ostaggi rilasciati

In precedenza l'esercito israeliano aveva annunciato che i sistemi di difesa aerea hanno intercettato un lancio proveniente dalla Striscia di Gaza. Intanto i media israeliani hanno diffuso i nomi dei sei ostaggi israeliani rilasciati ieri sera da Hamas: si tratta di cinque donne e un ragazzo 18enne.

Hamas: "Colpito il sud di Gaza"

Secondo fonti di Hamas, attacchi aerei israeliani hanno colpito il sud di Gaza, compresa la comunità di Abassan, a est della città di Khan Younis. Il ministero della Sanità gestito da Hamas afferma che tre persone sono state uccise in raid aerei israeliani a Rafah, nel sud della Striscia, come riportano i media israeliani. Altri attacchi aerei avrebbero colpito la città di Al-Karara, a nord di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. L'ufficio governativo per le comunicazioni di Gaza, un ente gestito da Hamas, ha accusato "la comunità internazionale di essere responsabile della continuazione della guerra a Gaza".

11 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Sale a 13 il bilancio dei feriti dell'attentato a Gerusalemme
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Nell'automobile degli assalitori sono stati trovati centinaia di proiettili. I due progettavano dunque un attentato di grandi dimensioni.

È salito a 13 il numero delle persone rimaste ferite nell'attentato di oggi a Gerusalemme: lo scrive il Guardian citando fonti ospedaliere. Inizialmente il bilancio dei feriti dell'agguato, che ha provocato la morte di tre persone, era stato fissato a 8. Due ospedali nell'area di Gerusalemme hanno confermato di aver ricevuto i feriti. Per i media locali, almeno cinque di loro sono in gravi condizioni.

Hamas: "Una risposta naturale a crimini senza precedenti"

Nel frattempo, Hamas ha rivendicato l'attacco, invocando "un'escalation della resistenza" contro Israele. "Questa operazione è una risposta naturale ai crimini senza precedenti dell'occupante nella Striscia di Gaza e contro i bambini a Jenin", si legge nella nota della fazione islamica palestinese.

Gli attentatori

I due attentatori sono stati identificati in un 38enne e un 30enne residenti nel rione di Tsur Baher a Gerusalemme est e detentori di carte di identità israeliane. Secondo la radio militare entrambi hanno scontato detenzioni in Israele per "attività terroristiche". Nella loro automobile, secondo la polizia, sono stati trovati centinaia di proiettili. I due progettavano dunque, a quanto pare, un attentato di grandi dimensioni.

11 giorni fa
Ticino
Dimostrazione a sostegno della Palestina alla stazione di Lugano
Nel tardo pomeriggio di ieri alcune persone si sono sdraiate per terra coperte da un lenzuolo bianco per manifestare la propria vicinanza al popolo palestinese.

Una bandiera della Palestina stesa a terra, circondata da persone sdraiate e coperte da un lenzuolo bianco. È la dimostrazione organizzata dal coordinamento umanitario a sostegno della Palestina e andata in scena ieri attorno alle 18 alla stazione di Lugano. Il flash mob, durato circa una decina di minuti, aveva lo scopo di esprimere sostegno al popolo palestinese, toccato dal conflitto attualmente in corso in Medio Oriente.

Appuntamento per sabato

Ma le dimostrazioni a sostegno della Palestina non sono finite. Il coordinamento ha infatti indetto un corteo per sabato 2 dicembre "per un cessate il fuoco, per la libertà e l'autodeterminazione del popolo palestinese". Il ritrovo è previsto per le 14.30 al prato dell'Università della Svizzera Italiana.

La manifestazione nella capitale

Ricordiamo che il 18 ottobre Bellinzona si era riempita di bandiere della Palestina in occasione delle manifestazione a sostegno della popolazione di Gaza. "Netanyahu assassino", "Palestina libera" erano stati alcuni dei cori gridati dalle diverse centinaia di persone presenti nella capitale ticinese che avevano espresso il proprio disaccordo verso lo Stato d'Israele.

12 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
"Torneremo in guerra una volta terminata questa fase"
Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu.

"Dopo questa fase di rientro dei nostri ostaggi, Israele tornerà in guerra? La mia risposta è inequivocabilmente sì. Non c'è possibilità che non si torni a combattere fino alla fine". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu aggiungendo che "questa è la mia politica, l'intero governo è a favore di questa posizione, i soldati e il popolo: ed è esattamente quello che faremo". "La tregua deve diventare un cessate il fuoco permanente. Il massacro non può riprendere, questa non è una guerra, è una carneficina che nessuno può giustificare e deve finire", ha detto dal canto suo il ministro degli esteri palestinese Riyad Al-Maliki alla riunione del Consiglio di sicurezza (Cds) dell'Onu. "Il nostro popolo affronta una minaccia esistenziale", ha proseguito il ministro. "Chiunque non sia ancora sicuro di essere contrario a ciò che sta accadendo o che tutto ciò debba finire, dovrebbe verificare la propria umanità", ha aggiunto, sottolineando che "alla nostra gente non deve essere più negata la giustizia". "Israele non ha il diritto di difesa contro la gente e i territori che ha occupato. Non cerca giustizia, perché altrimenti vorrebbe la pace".

Guterres: "Serve un vero cessate il fuoco"

Nel corso della riunione del Cds, il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha sottolineato che "la popolazione di Gaza si trova nel mezzo di un'epica catastrofe umanitaria davanti agli occhi del mondo. Non dobbiamo distogliere lo sguardo". "Sono in corso intensi negoziati per prolungare la tregua, cosa che accogliamo con grande favore, ma serve un vero cessate il fuoco umanitario - ha aggiunto - "e muoversi in modo determinato e irreversibile verso la soluzione a due Stati. Il fallimento condannerà palestinesi, israeliani, la regione e il mondo a un ciclo infinito di morte e distruzione". "La risoluzione del Consiglio di sicurezza sulle pause umanitarie è stata approvata in un contesto di morte diffusa e distruzione totale scatenata dal conflitto a Gaza e in Israele", ha aggiunto Guterres, precisando che presenterà al Cds "una serie di opzioni per monitorare efficacemente la sua attuazione" e ha già preparato un gruppo di lavoro a questo scopo.

Contano le vite salvate

"Finora è chiaro che l'attuazione è stata, nella migliore delle ipotesi, solo parziale e deplorevolmente insufficiente - ha aggiunto. Sappiamo che la misura del successo non sarà il numero di camion spediti o le tonnellate di forniture consegnate, per quanto importanti, ma il successo si misurerà in vite salvate, sofferenza finita e speranza e dignità ripristinate". "I civili a Gaza hanno bisogno di un flusso continuo di aiuti umanitari salvavita e di carburante dentro e attraverso l'area. L'accesso umanitario sicuro e senza ostacoli a tutti coloro che ne hanno bisogno è fondamentale". "La pausa ci ha permesso di migliorare la fornitura di aiuti a Gaza, ma il livello rimane del tutto inadeguato a soddisfare gli enormi bisogni di oltre due milioni di persone", ha precisato. Il segretario generale dell'Onu ha poi ribadito il suo appello chiaro: "I civili devono essere protetti. I beni civili, compresi gli ospedali, devono essere protetti. Le strutture delle Nazioni Unite non devono essere colpite. Il diritto internazionale umanitario deve essere sempre rispettato da tutte le parti in conflitto".

12 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
"Il 70% degli aiuti a Gaza viene dall'Egitto"
A dichiararlo è il capo dell'Ufficio statale dell'informazione egiziano, Diaa Rashwan.

"La tregua israelo-palestinese si è svolta senza ostacoli significativi il primo giorno dopo la sua estensione di due giorni": a dichiararlo è il capo dell'Ufficio statale dell'informazione egiziano, Diaa Rashwan, sottolineando anche che il 70% degli aiuti a Gaza è giunto dall'Egitto. Rashwan ha anche evidenziato che la tregua "ha richiesto sforzi continui da parte dell'Egitto in cooperazione con i fratelli del Qatar e con un serio sostegno americano". E che dal 21 ottobre "l'Egitto ha continuato i suoi intensi sforzi 24 ore su 24 per fornire aiuti umanitari alla Striscia di Gaza attraverso il terminal di Rafah", inviando il 70% degli aiuti a fianco di "decine di Paesi, organizzazioni ed enti umanitari e politici".

Aiuti medici

Il volume degli aiuti medici consegnati nella Striscia di Gaza a ieri sera, martedì 28 novembre - ha riferito - ammontava a 2'973 tonnellate, il volume degli aiuti alimentari a 11'972 tonnellate e il volume d'acqua a 9'111 tonnellate, oltre a 127 tende e teloni e altre 2'611 tonnellate di attrezzature di soccorso. Fino a martedì sera sono state trasportate 1'178 tonnellate di carburante e il numero totale di camion che hanno attraversato il valico di Rafah verso la Striscia di Gaza ha raggiunto i 2'670 camion durante questo periodo. Il capo dell'Ufficio d'informazione statale ha osservato inoltre che l'Egitto ha accolto, nello stesso periodo, 575 cittadini di Gaza feriti per essere curati negli ospedali egiziani, così come quasi 320 accompagnatori, oltre al passaggio di 8'691 cittadini stranieri e con doppia cittadinanza e di 1'258 egiziani provenienti da nella Striscia di Gaza e ha agevolato l'ingresso nella Striscia di Gaza di 421 palestinesi bloccati in Egitto. "L'Egitto - ha concluso Rashwan - continuerà tutti i suoi sforzi per accelerare il trasferimento di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, al fine di contribuire a limitare l'aggravarsi della crisi umanitaria per i nostri fratelli palestinesi".

12 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Onu: "Prorogare la tregua a Gaza e rilasciare gli ostaggi"
Lo ha detto l'Alto Commissario dell'Onu per i diritti umani (Unhcr) Volker Turk.

"L'accesso degli aiuti deve essere garantito in tutta la Striscia di Gaza e gli ostaggi vanno tutti rilasciati. Invito chiunque abbia l'influenza per chiedere una proroga del cessate il fuoco a chiederlo, sperando che ciò segni la fine delle violenze". Lo ha detto l'Alto Commissario dell'Onu per i diritti umani (Unhcr) Volker Turk parlando all'Eurocamera in occasione dei 75 anni della Dichiarazione dei diritti dell'uomo. "Sono avvenuti cambiamenti sociali e culturali profondi da allora, soprattutto in Europa. Le persone sono scese in strada in tutto il mondo per chiedere i loro diritti. La Dichiarazione afferma i valori di tutte le persone umane, non c'è discrezione, è una questione di legge. Ed è un percorso che oggi va riscoperto", ha sottolineato Turk.

12 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
"L'Onu sostiene il popolo palestinese"
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"Sono inorridito dalla morte e dalla distruzione che si sono abbattute sulla regione, ora sopraffatta dall'angoscia e dal dolore" dice nel suo messaggio per la Giornata di solidarietà Guterres.

La Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese che si celebra oggi commemora il 75° anniversario dello sfollamento di massa dei palestinesi noto come "la Nakba" o "la Catastrofe", evento che si è verificato durante la guerra arabo-israeliana del 1948, quando più della metà del popolo palestinese è stato espulso o è fuggito dalle proprie case ed è diventato rifugiato. La commemorazione, rileva l'Onu, serve a ricordare che quasi 6 milioni di palestinesi sono ancora rifugiati e migliaia di loro sono stati uccisi nella guerra di Gaza del 2023, in una situazione descritta dal Segretario generale come "uno dei capitoli più bui della storia del popolo palestinese".

Le dichiarazioni

"Sono inorridito dalla morte e dalla distruzione che si sono abbattute sulla regione, ora sopraffatta dall'angoscia e dal dolore" dice nel suo messaggio per la Giornata di solidarietà Guterres. "I palestinesi di Gaza stanno subendo una catastrofe umanitaria. Quasi 1,7 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case, ma senza un posto sicuro dove andare. Allo stesso tempo, nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, la situazione rischia di aggravarsi" aggiunge. "Ho condannato inequivocabilmente gli attentati terroristici perpetrati da Hamas il 7 ottobre. Ma ho anche chiarito che questi attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese" dice ancora Guterres. " Questa giornata dovrebbe essere un'occasione per riaffermare la solidarietà della comunità internazionale con il popolo palestinese e il diritto dei palestinesi a vivere in pace e dignità". "Dobbiamo chiedere all'unisono la fine dell'occupazione e del blocco di Gaza. E' giunto il momento di procedere con decisione e irreversibilità verso una soluzione a due Stati, basata sulle risoluzioni delle Nazioni Unite e sul diritto internazionale, con Israele e Palestina che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, con Gerusalemme come capitale di entrambi gli Stati". "Le Nazioni Unite - conclude il Segretario Generale - non vacilleranno nel loro impegno nei confronti del popolo palestinese. Oggi, come ogni giorno, siamo solidali con le aspirazioni del popolo palestinese a realizzare i suoi diritti inalienabili e a costruire un futuro di pace, dignità, giustizia e sicurezza per tutti".

12 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Sono almeno 161 gli ostaggi ancora a Gaza
Lo riporta la Cnn citando l'ufficio del primo ministro Netanyahu.

Israele ritiene che almeno 161 ostaggi presi il 7 ottobre siano ancora a Gaza. Lo riporta la Cnn citando l'ufficio del primo ministro Netanyahu. Tra questi 146 sono israeliani (alcuni dei quali con doppia nazionalità), 15 stranieri e almeno quattro sono i minori sotto i 18 anni, mentre nella lista figurano almeno 10 persone di oltre 75 anni. Finora sono stati rilasciati un totale di 86 ostaggi (di cui 66 israeliani): 60 israeliani nell'ambito dell'accordo con Hamas, alcuni dei quali hanno la doppia nazionalità, 20 stranieri e 4 donne rilasciate prima dell'accordo. I resti di due rapiti che sono stati uccisi sono stati localizzati dai soldati dell'Idf.

12 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Oggi Hamas rilascerà gli ostaggi con passaporto russo
Lo ha detto, citato da Ynet, l'alto funzionario di Hamas Musa Abu-Marzouk.

Oggi saranno rilasciati ostaggi con cittadinanza russa. Lo ha detto, citato da Ynet, l'alto funzionario di Hamas Musa Abu-Marzouk sottolineando che il rilascio avviene "in segno di apprezzamento per le lodevoli posizioni del presidente Putin". Questi ostaggi - ha aggiunto Ynet - non fanno parte dell'intesa tra Israele e la fazione islamica. Hamas ha chiarito che gli ostaggi liberati oggi saranno "diversi".

12 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
La Svizzera in una task force internazionale anti Hamas
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Uno degli obiettivi principali di questa task force è quello di unire e rafforzare gli sforzi per combattere i flussi finanziari internazionali verso Hamas

La Svizzera è membro di una task force internazionale che combatte il finanziamento di Hamas. La Counter Terrorist Financing Taskforce - Israel (CTFTI), a cui partecipa anche Israele, è stata istituita dopo l'attacco dell'organizzazione islamista del 7 ottobre.

I membri

La Svizzera è elencata come membro della task force in una nota diffusa lunedì dal Dipartimento del tesoro statunitense. L'adesione è avvenuta nel mese di novembre, ha precisato oggi, sollecitato da Keystone-ATS, l'Ufficio federale di polizia (fedpol), confermando l'informazione. Ne fanno parte anche Israele, Stati Uniti, Australia, Canada, Estonia, Francia, Germania, Liechtenstein, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda e Regno Unito. Uno degli obiettivi principali del CTFTI è quello di unire e rafforzare gli sforzi per combattere i flussi finanziari internazionali verso Hamas. Le autorità antiriciclaggio di ogni Paese membro sono attive nella task force.

MROS

In Svizzera, questo compito è svolto dall'Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro (MROS), gestito da fedpol. Quest'ultimo sottolinea come le indagini e lo scambio di informazioni sul finanziamento del terrorismo non siano un compito nuovo per il MROS e nemmeno le collaborazioni con equivalenti stranieri all'interno di gruppi di lavoro. Ad oggi, il MROS è membro di quattro di questi gruppi permanenti e, oltre alla CTFTI, partecipa alla task force sulle sanzioni finanziarie contro la Russia, anch'essa creata in risposta ai recenti eventi geopolitici.

13 giorni fa
Estero
Liberati 12 ostaggi da Gaza
Si tratta di 10 cittadini israeliani e 2 stranieri, ha affermato il portavoce militare israeliano.

Dodici ostaggi sono stati rilasciati da Gaza e sono diretti verso il territorio israeliano. Lo ha reso noto il portavoce militare. Dal Qatar si apprende la liberazione in serata di 30 civili palestinesi.

12 ostaggi consegnati al valico di Rafah

Il quinto gruppo di ostaggi - 10 israeliani e due stranieri - è stato consegnato dalla Croce Rossa internazionale al valico di Rafah. La tv egiziana di Stato Al Qahera ne ha trasmesso le immagini. Saranno sottoposti a una visita medica nella parte egiziana del valico prima di essere trasferiti alla parte israeliana.

Rilasciati 30 civili palestinesi

Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al Ansari, ha da parte sua affermato che stasera 30 civili palestinesi saranno rilasciati da Israele, 15 minorenni e 15 donne.

14 giorni fa
Estero
Saranno rilasciati 20 ostaggi israeliani
Ecco cosa prevede la nuova tregua tra Hamas e Israele.

Grazie alla mediazione di Qatar, Egitto e Usa, Israele e Hamas hanno raggiunto l'intesa che consentirà il rilascio di altri 20 ostaggi israeliani (10 per ogni giorno aggiuntivo di cessate il fuoco) in cambio di 60 detenuti palestinesi nel solito rapporto di 1 a 3.

Rilasciati 11 prigionieri del kibbutz di Nir Oz e 6 cittadini thailandesi

La proroga della tregua - che sarebbe altrimenti scaduta domani mattina - ha trascinato con sé anche lo sblocco della trattativa sulla quarta tranche di ostaggi che si era complicata. Alla fine in serata sono usciti da Gaza undici prigionieri - 9 bambini e 2 madri, tutti del kibbutz di Nir Oz - in cambio della scarcerazione di 30 minori e tre donne palestinesi: tra queste Yasmin Shaaban e Etaf Jaradat, entrambe di Jenin, e Nufouth Hamad, del quartiere di Sheikh Jaarh a Gerusalemme est. Assieme agli ostaggi israeliani Hamas ha liberato anche 6 cittadini thailandesi.

Il leader di Hamas ha parlato con gli ostaggi

Secondo quanto riferito da Haaretz, nelle settimane scorse il leader di Hamas nella Striscia Yahya Sinwar ha incontrato alcuni degli ostaggi tenuti nei tunnel e si è fermato con loro a parlare in ebraico. Una prova importante del fatto che il capo dei miliziani è ancora a Gaza.

Biden saluta con favore la proroga della tregua

La possibilità di estendere la pausa nei combattimenti - sono state ribadite tutte le condizioni contenute nell'intesa originaria, quindi anche l'ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia - era già prevista dal primo accordo che aveva come obiettivo la liberazione di 50 ostaggi in cambio di 150 palestinesi. Ma non era affatto scontato che questo poi sarebbe effettivamente avvenuto. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha salutato con favore la proroga rivendicando di aver "costantemente premuto" per un esito del genere, mentre il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha parlato di "un raggio di speranza".

I prossimi scambi

Hamas ha anche fatto sapere che i prossimi scambi potrebbero riguardare non solo donne e bambini ma anche altri ostaggi, in particolare i soldati israeliani rapiti il 7 ottobre. Una trattativa, ha spiegato Izzat Arshak dell'ufficio politico della fazione, da condurre però in maniera "separata" rispetto a quella portata avanti per i civili. Anche due beduini israeliani sconfinati nella Striscia sono da anni prigionieri di Hamas, che conserva inoltre i resti di due soldati caduti nel conflitto del 2014. I miliziani hanno poi informato l'Egitto e il Qatar di aver individuato altri ostaggi israeliani nella Striscia: si tratta di quelli nelle mani della Jihad islamica o anche di semplici cittadini entrati in Israele il 7 ottobre al seguito dei terroristi per razziare i kibbutz.

Lo stallo di questa mattina

Lo stallo nel rilascio di ostaggi e detenuti palestinesi che si era registrato in mattinata era stato causato da entrambi le parti. Israele ha accusato Hamas di violare quanto previsto dall'accordo separando le famiglie, ovvero di voler liberare i bambini ma non le madri. Da parte sua Hamas voleva che Israele scarcerasse sei detenuti arrestati prima del 7 ottobre invocando il principio di anzianità, ovvero la necessità di rilasciare per primi i prigionieri detenuti da più tempo. Altro intoppo riguardava proprio il nome di Nufouth Hamad, la ragazzina condannata una settimana fa a 12 anni per aver accoltellato una donna israeliana. La fumata bianca sul prolungamento della tregua ha consentito anche la soluzione di questi problemi.

La ripresa della guerra

Raggiunta l'intesa, Israele ha cominciato ad informare le famiglie dei rapiti: subito dopo la loro consegna alla Croce Rossa e l'uscita da Gaza, gli ostaggi - presi in consegna dalla sicurezza israeliana - sono stati portati negli ospedali dove saranno di nuovo visitati. Ma se i civili e gli sfollati di Gaza potranno contare ancora su qualche giorno di quiete, non vuol dire che la guerra non riprenderà. Il ministro della Difesa Yoav Gallant è stato chiaro: "I combattimenti - ha avvertito incontrando un gruppo di soldati - saranno ancora più grandi e si svolgeranno in tutta la Striscia di Gaza. Non ci fermeremo finché non avremo finito".

14 giorni fa
Estero
Altri due giorni di tregua a Gaza
Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar.

Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar Majed al Ansari ha annunciato che è stato raggiunto l'accordo per prorogare di altri due giorni la tregua tra Israele e Hamas a Gaza. Lo annuncia lo stesso al Ansari su X. La tregua è stata confermata anche da Hamas ed è stata concordata alle stesse condizioni di quella raggiunta quattro giorni fa. "Hamas ha annunciato che è stato raggiunto un accordo con i fratelli del Qatar e dell'Egitto per una proroga della pausa umanitaria temporanea per altri due giorni, alle stesse condizioni della tregua precedente", si legge in una nota del movimento.

15 giorni fa
Estero
Biden e Netanyahu vogliono "continuare il lavoro per il rilascio degli ostaggi"
Il presidente americano e il premier israeliano hanno avuto un colloquio telefonico.

Joe Biden e Benyamin Netanyahu hanno discusso "della situazione a Gaza", "della pausa nei combattimenti e dell'aumento dell'ulteriore necessaria assistenza umanitaria" nella Striscia. Lo rende noto in una nota la Casa Bianca riferendo della telefonata del presidente al premier israeliano.

"I due leader hanno convenuto che il lavoro non è ancora finito e che continueranno a lavorare per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi", prosegue la nota, dove Biden plaude al rilascio degli ostaggi di Hamas negli ultimi tre giorni, compresa la bimba americana.

''Ho detto al presidente Biden: c'è un piano di intesa, prevede la liberazione di 10 ostaggi per ogni giorno ulteriore di tregua": lo ha detto stasera il premier d'Israele in una dichiarazione rilasciata al ministero della difesa, prima dell'inizio di una riunione del gabinetto politico di sicurezza.

''Ma ho anche detto - ha precisato - che alla fine di quel piano riprenderemo con tutta la forza per conseguire gli obiettivi della guerra''. In precedenza tali erano stati esaminati oggi di persona con i comandanti militari durante un sopralluogo a Gaza.

15 giorni fa
Svizzera
La presidente della Commissione federale contro il razzismo è preoccupata per gli atti antisemiti nel Paese
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Martine Brunschwig-Graf, la presidente della Commissione federale contro il razzismo (CFR), è preoccupata per l'aumento degli atti di antisemitismo in Svizzera.

La presidente della Commissione federale contro il razzismo (CFR), Martine Brunschwig-Graf, ha messo in guardia da un aumento degli atti antisemiti in Svizzera e ha sottolineato che il conflitto in Medio Oriente non deve essere esportato qui.

La recrudescenza di tali episodi in Svizzera non è una novità, ha dichiarato la ginevrina questa sera al programma "19:30" della televisione svizzera di lingua francese RTS. Brunschwig-Graf ha ricordato che una situazione analoga si era già presentata nel 2011 e nel 2014, due momenti in cui il conflitto in Medio Oriente si è aggravato.

"Il razzismo e l'antisemitismo ci riguardano tutti"

"Oggi sono l'intensità, il numero di atti e la polarizzazione a colpire, tendenze a cui dobbiamo prestare attenzione", ha detto. Oltre alla violenza contro gli ebrei, l'ex consigliera nazionale del PLR ha osservato anche tensioni contro i musulmani. "Il razzismo e l'antisemitismo ci riguardano tutti", ha ribadito.

Alla domanda sulle campagne d'odio dell'UDC, spesso denunciate dalla CFR, Brunschwig-Graf ha sottolineato che tutti i partiti politici sono liberi di affrontare le questioni che desiderano, senza però sfruttare gli appelli all'odio per difendere le loro posizioni.

In Svizzera si è sempre più consapevoli del razzismo

La presidente della FCR, che completerà il suo mandato a dicembre, ha assistito a una crescente consapevolezza del razzismo durante i suoi dodici anni di servizio. "Oltre il 60% delle persone ritiene che il razzismo in Svizzera debba essere preso sul serio e combattuto".

Anche i media sono diventati consapevoli della necessità di denunciare il razzismo e vi prestano particolare attenzione nel modo in cui trattano le storie, senza che ciò influisca sulla libertà di stampa.

Ursula Schneider-Schüttel, consigliera nazionale friburghese socialista non rieletta alle federali di ottobre, assumerà il posto di Brunschwig-Graf, la quale le ha riferito che quello trattato "è un tema difficile, ma molto interessante, per il quale vale la pena impegnarsi".

15 giorni fa
Estero
Cinque responsabili del Movimento nella Striscia sono stati uccisi
Lo ha confermato e ammesso Hamas.

Nel terzo giorno di cessate il fuoco, dopo aver scavato fra le macerie e nei bunker del settore nord di Gaza, Hamas conferma la morte di cinque responsabili militari fra cui uno dei fondatori della sua ala militare: Ahmed Randour (scritto anche: Ghandour), considerato braccio destro del leader politico del Movimento nella Striscia Yihia Sinwar.

Un corteo funebre dei sostenitori

Nella tarda mattinata è stato organizzato per loro un corteo funebre alla presenza di un migliaio di sostenitori che sventolavano le bandiere verdi del movimento. In tempi normali la cerimonia sarebbe iniziata in una moschea: ma nel corso dei combattimenti molte di esse sono state danneggiate da Israele, secondo cui spesso servivano da copertura per le attività militari di Hamas. Inoltre, diversamente dalla regola i corpi dei comandanti di Hamas non sono stati disposti su barelle, bensì dentro casse di legno: cosa che fa pensare che i loro corpi fossero decomposti.

"Tutte figure chiave di Hamas"

I cinque comandanti militari di Hamas uccisi a Gaza dall'esercito israeliano e dai suoi servizi segreti ''erano tutti figure chiave di Hamas. Erano al centro delle attività terroristiche condotte contro Israele e hanno avuto un ruolo determinante nelle stragi del 7 ottobre'': lo ha affermato il portavoce militare Daniel Hagari, riferendosi alle uccisioni di Ahmed Randour (o: Ghandour), Aiman Siam, Wael Rajeb, Farsan Khalifa e Rafat Salman.

In un messaggio di addio le Brigate Ezzedin al-Qassam, l'ala militare di Hamas, hanno confermato che Randour era il comandante del fronte nord nella Striscia di Gaza ed un membro del Consiglio superiore militare. "Ci impegniamo di fronte ad Allah - hanno aggiunto - che continueremo lungo la strada che ci ha indicato e che il suo sangue sarà una fonte di illuminazione per i combattenti ed un fuoco per gli occupanti".

Di Randour Israele ha affermato che aveva iniziato la sua attività militare già nel 1984, prima ancora della fondazione di Hamas (1988). Nel 2016 aveva preso parte al rapimento del soldato Gilad Shalit, che sarebbe stato tenuto in ostaggio per 5 anni. In seguito a quell'episodio (e al "putsch" di Hamas contro Abu Mazen) Israele avrebbe ordinato il blocco della striscia di Gaza. Randour era responsabile, secondo Israele, di una lunga serie di attentati, di lanci di razzi e anche della progressiva destabilizzazione della Cisgiordania.

Fra i comandanti uccisi figura anche Aiman Siam, il capo del progetto missilistico di Hamas che - dal 7 ottobre - ha prodotto i lanci di circa 10 mila razzi contro Israele, colpendo a nord fino a Haifa. Gli altri comandanti uccisi sono Wael Rajeb (Comadandante del Battaglione di Beit Lahia, nel nord della Striscia), Farsan Khalifa (responsabile della organizzazione militare di Hamas nel capo profughi di Tulkarem, in Cisgiordania) e Rafet Salman, un responsabile della "Brigata Gaza City".

Israele intende portare le operazioni "fino alla vittoria: niente ci fermerà"

All'inizio di ottobre, secondo l'esercito israeliano, Hamas disponeva di 24 battaglioni, ciascuno forte di circa 1000 uomini. I più colpiti sono quelli che erano dislocati nel nord della Striscia, mentre gli altri risultano essere ancora organizzati. Oggi il premier Benyamin Netanyahu, in un sopralluogo alle forze armate a Gaza, ha ribadito che Israele intende portare le operazioni "fino n fondo, fino alla vittoria, niente ci fermerà.

Distruggere Hamas non solo nella Striscia: alcuni giorni fa, in una conferenza stampa, Netanyahu aveva anche detto di aver ordinato al Mossad di colpire i leader dell'organizzazione terroristica ovunque si trovino al mondo. Ma il numero uno di Hamas, Ismail Haniyeh, risiede a Doha, nel Qatar: ossia nella capitale dove il capo del Mossad David Barnea si è recato più volte nelle ultime settimane nel contesto della mediazione del Qatar per la liberazione degli ostaggi.

Due giorni fa il quotidiano francese Le Figaro ha appreso da una fonte qualificata israeliana che "il Qatar ha ricevuto da Israele l' assicurazione che il Mossad non intende attaccare Hamas sul suo territorio". Oggi il Jerusalem Post ha confermato quella informazione.

15 giorni fa
Stati Uniti
Feriti tre studenti palestinesi con un'arma da fuoco in Vermont
© Twitter / @hzomlot
© Twitter / @hzomlot
Tre studenti universitari presumibilmente di origine palestinese sono stati feriti con un'arma da fuoco sabato sera nel Vermont.

Tre studenti universitari di presunta origine palestinese sono stati feriti con arma da fuoco sabato sera a Burlington, nel Vermont, mentre si recavano a una cena di famiglia. Lo scrive il Guardian, riferendo che il capo della missione palestinese nel Regno Unito, Husam Zomlot, ha identificato i tre come Hisham Awartani, Tahseen Ahmed e Kinnan Abdalhamid, iscritti agli atenei Brown, Haverford e Trinity. Zomlot ha affermato su X che ciascuno di loro indossava la kefiah palestinese al momento dell'aggressione, anche se le autorità non hanno indicato pubblicamente un possibile motivo per la tripla sparatoria.

Nel frattempo, il Comitato antidiscriminazione arabo-americano ha scritto su X di aver "motivo di credere che la sparatoria sia stata motivata dal fatto che i tre sono arabi", ricordando che indossavano la kefiah e parlavano arabo". "Un uomo ha urlato e vessato le vittime", ha aggiunto. Gli studenti sono stati portati al centro medico dell'Università del Vermont per essere curati.

Dei tre studenti, ha riferito la polizia, "due sono stabili, mentre uno ha riportato lesioni molto più gravi." I tre giovani stavano camminando su Prospect Street mentre facevano visita a un parente a Burlington per la festa del Ringraziamento quando "si sono trovati di fronte a un uomo bianco armato di pistola che, senza parlare, ha sparato almeno quattro colpi di pistola fuggendo probabilmente a piedi", hanno reso noto gli investigatori. Due sono stati colpiti al torso e uno alle "estremità inferiori".

Le autorità hanno affermato che "non ci sono ulteriori informazioni che suggeriscano il movente". Due degli studenti sono cittadini statunitensi, uno è residente legale. L'FBI si e' detta pronta ad indagare sull'incidente.

15 giorni fa
Estero
"Liberati 39 detenuti palestinesi"
Lo ha dichiarato il Servizio carcerario israeliano.

Il Servizio carcerario israeliano ha dichiarato che 39 detenuti palestinesi sono stati liberati sulla base dell'accordo con Hamas.

Secondo quanto constatato dall'Afp, gli autobus hanno lasciato la prigione israeliana di Ofer, in Cisgiordania, dove i detenuti erano stati trasferiti prima del loro rilascio. I palestinesi sono quindi arrivati a Beitunia.

15 giorni fa
Estero
"Il mio obiettivo è estendere la tregua oltre domani"
Lo ha detto il presidente statunitense Joe Biden.

"Il mio obiettivo è estendere la pausa dei combattimenti oltre domani": lo ha detto Joe Biden in una conferenza stampa improvvisata. Il presidente statunitense ha confermato che a breve parlerà col premier israeliano Netanyahu.

"Penso che tutti gli attori nella regione vogliano solo la liberazione di tutti gli ostaggi e che, come dire, Hamas non controlli più nessuna porzione della Striscia di Gaza", ha aggiunto Biden, dopo aver confermato in una conferenza stampa la liberazione della piccola Abigail Edan, 4 anni, con doppia cittadinanza israeliana e statunitense.

15 giorni fa
Estero
"Hamas consegna gli ostaggi alla Croce Rossa"
Lo riferiscono i media israeliani.

Diciotto ostaggi sono stati consegnati da Hamas alla Croce Rossa: 14 sono israeliani, tra cui 9 bambini, e 4 thailandesi. Lo riferisce la tv israeliana Canale 13.

15 giorni fa
Estero
Un palestinese è rimasto ucciso a Gaza durante la tregua
Lo scrive sulla piattaforma X (ex Twitter) la Mezzaluna rossa palestinese.

"Nonostante la tregua umanitaria sia entrata nel suo terzo giorno, le forze di occupazione israeliane hanno recentemente preso di mira due contadini a est del campo di Al-Maghazi, provocando il martirio di uno e il ferimento dell'altro". Lo scrive sulla piattaforma X (ex Twitter) la Mezzaluna rossa palestinese, spiegando che "la squadra dell'ambulanza" dell'organizzazione "si è occupata di due casi oggi, a est del campo profughi di Al-Maghazi, situato nel centro della Striscia di Gaza".

15 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Funzionari Croce Rossa: "liberazione ostaggi di oggi non è sicura"
L'ha affermato Pascal Hundt. Israele accusa Hamas di aver liberato una bambina senza la madre, mentre in Cisgiordania le vittime continuano ad aumentare.

Secondo fonti israeliane citate dal sito di informazioni pure israeliano Ynet, Hamas ha fornito a Israele un elenco di tredici ostaggi che saranno rilasciati oggi. Secondo le stesse fonti, in questo caso Hamas non ha separato componenti di stessi nuclei familiari, come invece sarebbe accaduto nel secondo gruppo di rilasciati: Israele accusa Hamas di aver violato i termini dell'accordo e di aver rilasciato una 13enne senza la madre. Hamas si difende e spiega di non aver violato l'accordo con Israele, secondo cui madri e figli in ostaggio non vengano separati nel momento del rilascio. L'organizzazione afferma di non aver trovato la donna, riporta l'emittente israeliana N12.
Gli entusiasmi sono frenati dalle affermazioni dell'alto funzionario della Croce Rossa Pascal Hundt, il quale ha dichiarato alla rete britannica Sky News che non è sicuro che oggi verranno rilasciati altri ostaggi.

L'elenco includerebbe anche cittadini statunitensi

La maggior parte di coloro che dovrebbero venir liberati provengono da una stessa comunità. L'elenco includerebbe anche cittadini statunitensi.
In precedenza vari media avevano indicato che l'ufficio del primo ministro israeliano aveva ricevuto una nuova lista di ostaggi che sarebbero stati rilasciati oggi. Il governo si sarebbe già attivato mettendo al corrente le famiglie delle persone che saranno liberate.

Si continua a morire in Cisgiordania: due palestinesi perdono la vita

Intanto, secondo il Ministero della sanità palestinese, citato dall'agenzia di stampa britannica Reuters sul suo sito, due palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane a Nablus e Jenin nelle prime ore di questa mattina, portando a sei il numero dei palestinesi morti in Cisgiordania nella notte.

15 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Israele, liberati i 39 detenuti palestinesi
La situazione, dopo ore di tensione, si è finalmente sbloccata grazie anche alla mediazione di Egitto e Qatar.

Le autorità israeliane hanno annunciato il rilascio di 39 detenuti palestinesi in cambio degli ostaggi liberati da Hamas. La situazione si è sbloccata grazie alla mediazione di Qatar ed Egitto. Tredici ostaggi israeliani sono stati liberati e consegnati alla Croce Rossa insieme a quattro cittadini thailandesi dopo ore di incertezza e di angoscia per i parenti in attesa.

Presa in consegna degli israeliani, liberazione dei palestinesi

Subito dopo il passaggio del valico di Rafah e l'entrata in Egitto gli ostaggi sono stati presi in consegna dalle forze speciali dell'Esercito e dalle forze di sicurezza israeliani che li hanno trasferiti in territorio israeliano. Lì sono stati sottoposti a un primo controllo medico. Continueranno ad essere accompagnati dai soldati dell'Idf mentre si dirigono verso gli ospedali israeliani, dove si riuniranno alle loro famiglie.
In contemporanea è iniziata la liberazione dei 39 detenuti palestinesi dal carcere di Ofer. I 13 ostaggi israeliani sono tutti del kibbutz Beeri, uno dei più colpiti lo scorso 7 ottobre. Gli ostaggi liberati sono Emily Hand (9), Hila Rotem (13), Maya Regev (21), Noam e Alma Or, fratello e sorella (17 e 13), Shiri e Noga Weiss, madre e figlia (53 e 18), Sharon e Noam Avigdori, madre e figlia (52 e 12 ), Shoshan Haran (67), Adi, Yahel e Neveh Shoham (38, 3 e 8).

Il ritardo nel rilascio

A ritardare il rilascio era stata Hamas che l'aveva motivato con il fatto che "Israele non ha attuato gli elementi dell'intesa". L'accusa è stata rigettata in toto da Israele che aveva minacciato "la ripresa dei combattimenti dalle 24 di stasera se gli ostaggi non saranno liberati". Lo stop all'accordo è arrivato dalle Brigate al Qassam, l'ala militare di Hamas, che ha messo nel mirino il mancato rispetto "dell'accordo sull'ingresso di camion umanitari nel nord della Striscia di Gaza e il mancato rispetto degli standard concordati per il rilascio dei prigionieri". La contestazione di Hamas, secondo quanto si è appreso, si riferiva ai nomi e all'ordine temporale con il quale Israele ha scadenzato la liberazione dei detenuti palestinesi. Fonti politiche israeliane, citate dai media, hanno risposto che "non c'è stata alcuna violazione degli accordi. Così come Hamas decide in ogni fase chi rilasciare dalla sua lista degli ostaggi, altrettanto decidiamo noi quali detenuti di sicurezza palestinesi devono essere liberati in cambio".

Gli aiuti umanitari

Secondo fonti della sicurezza sono stati trasferiti "nel nord della Striscia di Gaza ben 61 camion di aiuti umanitari sui 200 passati oggi, tra cui cisterne di carburante e gas". Hamas ha ribattuto che "340 camion sono entrati a Gaza da venerdì scorso, 65 dei quali hanno raggiunto il nord della Striscia. Un numero che è meno della metà di quanto Israele ha concordato". Per la Mezzaluna Rossa Palestinese (l'equivalente della Croce Rossa) oggi sono stati consegnati "con successo aiuti umanitari alla città di Gaza e al governatorato settentrionale di Gaza nel più grande convoglio" dall'inizio della guerra nella Striscia.

Gli sforzi diplomatici internazionali

I canali di comunicazione indiretta tra le parti si sono subito mossi per risolvere lo stallo. Il Qatar - suoi funzionari sono arrivati in aereo in Israele - ha mosso le sue pedine cercando di arrivare ad una mediazione "il più presto possibile". Anche l'Egitto ha fatto sapere di aver compiuto "intensi sforzi" per portare a compimento la seconda tranche dello scambio tra ostaggi e detenuti palestinesi. Il presidente Usa Joe Biden ha fatto anch'egli la sua parte, parlando con il Qatar, per sbloccare lo stallo.

I presupposti e gli sviluppi possibili della tregua

All'inizio della giornata, prima che tutto si bloccasse, lo scenario e i segnali erano apparsi anche migliori del previsto. Fonti egiziane hanno rivelato che erano in corso ulteriori trattative per allungare di uno o più giorni la tregua in atto fino a lunedì. E da entrambe le parti avevano ricevuto "indicazioni positive". Lo sforzo è quello di favorire uno scambio di ostaggi e detenuti il più largo possibile fino ad arrivare, come detto fin dal primo momento,- a 100 ostaggi liberati (su 230 tenuti a Gaza) per 300 detenuti palestinesi, mentre l'attuale intesa ne prevede 50 per 150. Il ministro della difesa Yoav Gallant, oggi entrato a Gaza nella parte sotto il controllo israeliano, ha ammonito che i militari resteranno nella Striscia finché tutti gli ostaggi non saranno restituiti ed eventuali futuri negoziati con Hamas verranno condotti durante i combattimenti. Se a Gaza tacciono le armi, in Cisgiordania, considerata il 'fronte interno della guerra', gli scontri con l'esercito israeliano proseguono. A sud di Jenin sono stati uccisi due palestinesi, secondo quanto ha riportato l'agenzia Wafa.

16 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
"Se Hamas non libera gli ostaggi entro le 24, è guerra"
Lo hanno detto funzionari della sicurezza israeliana, citati da Ynet.

"Hamas sa che se gli ostaggi non saranno rilasciati entro la mezzanotte, l'esercito riprenderà le operazioni di guerra. E quindi sta cercando di controllare la narrativa". Lo hanno detto funzionari della sicurezza israeliana, citati da Ynet.

Le stesse fonti hanno detto che nelle ultime ore, prima che avvenisse lo scambio concordato, Hamas "ha cambiato il percorso del viaggio e del trasferimento dei rapiti contrariamente al piano" prestabilito. Poi - a fronte delle denunce di Hamas sull'ingresso degli aiuti a Gaza - hanno sottolineato che Israele "ha trasferito nel nord della Striscia di Gaza ben 61 camion di aiuti umanitari sui 200 passati oggi, tra cui cisterne di carburante e gas".

16 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Ritardo tecnico nel processo di rilascio degli ostaggi
Il processo avrebbe dovuto iniziare alle 15 ora Svizzera.

C'è un "leggero ritardo" nel rilascio del secondo gruppo di ostaggi israeliani rapiti nella Striscia di Gaza il 7 ottobre. Lo ha fatto sapere Times of Israel (Toi) ricordando che il processo avrebbe dovuto iniziare alle 16.00 (le 15 in Svizzera). Il sito ha citato una fonte anonima israeliana che ha definito "tecnico" il ritardo, causato forse dai negoziati sul numero di 13 o 14 ostaggi israeliani da liberare oggi.

16 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Ostaggi consegnati da Hamas alla Croce Rossa
I detenuti palestinesi non sono tuttavia ancora stati rilasciati dalle forze israeliane.

Gli ostaggi israeliani sono stati consegnati da Hamas alla Croce Rossa. Lo ha fatto sapere l'esercito citato da Haaretz. Una fonte della sicurezza egiziana ha affermato che potrebbe esserci un ritardo nello scambio, dovuto al fatto che i detenuti palestinesi non sono ancora stati rilasciati dalle forze di occupazione israeliane e che, secondo l'accordo, il rilascio di ostaggi e prigionieri deve avvenire in contemporanea.

16 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Ritardo tecnico nel processo di rilascio degli ostaggi
Il problema potrebbe consistere nel disaccordo sul numero degli ostaggi israeliani da liberare oggi.

C'è un "leggero ritardo" nel rilascio del secondo gruppo di ostaggi israeliani rapiti nella Striscia di Gaza il 7 ottobre. Lo ha fatto sapere Times of Israel (Toi) ricordando che il processo avrebbe dovuto iniziare alle 16.00 (le 15 in Svizzera). Il sito ha citato una fonte anonima israeliana che ha definito "tecnico" il ritardo, causato forse dai negoziati sul numero di 13 o 14 ostaggi israeliani da liberare oggi.

16 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Gaza: primo convoglio con aiuti umanitari verso nord
La Croce Rossa ha affermato che cibo, acqua e materiale medico stanno per arrivare dopo settimane.

Il primo convoglio con gli aiuti umanitari è partito da Khan Younis, a Sud Gaza, verso il nord della Striscia.

Dopo settimane stanno per arrivare i primi nuovi rifornimenti necessari: cibo, acqua e materiale medico sanitario. Lo si apprende dalla Croce Rossa.

16 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Israele: oggi scambio di 14 ostaggi per 42 detenuti palestinesi
I rapiti israeliani liberati oggi potrebbero essere 14.

Il servizio penitenziario israeliano ha ricevuto una lista di 42 detenuti palestinesi, donne e minori, da liberare oggi in vista dello scambio con gli ostaggi israeliani trattenuti di Hamas a Gaza.

Secondo media internazionali, i rapiti israeliani a essere liberati oggi potrebbero essere 14, sulla base del rapporto di un ostaggio per tre detenuti palestinesi.

17 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Due svizzeri tra le vittime dell'attacco terroristico di Hamas
© Shutterstock
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Secondo il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), entrambi avevano il doppio passaporto svizzero-israeliano.

Sono due i cittadini svizzeri uccisi negli attacchi terroristici compiuti dal gruppo islamico radicale Hamas il 7 ottobre in Israele. Secondo il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), entrambi avevano il doppio passaporto svizzero-israeliano. Il DFAE ha riferito stasera all'agenzia di stampa Keystone-ATS di aver ricevuto ieri la conferma ufficiale del secondo decesso. Per motivi di protezione dei dati e della personalità, non è possibile fornire ulteriori dettagli, ha aggiunto il DFAE, confermando una notizia della "NZZ". Cinque giorni dopo l'attacco terroristico di Hamas, il ministro degli Esteri Ignazio Cassis aveva confermato la prima vittima svizzera. Si trattava di un uomo con doppia nazionalità svizzero-israeliana di quasi 70 anni. Non si è saputo molto del decesso. Tuttavia, è risultato chiaro che la morte dell'uomo fosse dovuta a uno "sfortunato incontro" con i terroristi. L'uomo si era trasferito in Israele nel 2004 e abitava in un kibbuz preso di mira dagli islamisti radicali. Nello Stato ebraico, vive una delle più grandi comunità di svizzeri all'estero.

L'attacco

Il 7 ottobre 2023, l'organizzazione radicale palestinese Hamas e altri gruppi estremisti hanno compiuto il peggior massacro della storia di Israele, partendo dalla Striscia di Gaza. Più di 1'200 israeliani sono state uccisi, tra cui almeno 850 civili. Circa 240 ostaggi sono stati portati a Gaza, tra cui diversi cittadini tedeschi. In risposta all'attacco, l'esercito israeliano ha quindi lanciato un'operazione militare nella Striscia di Gaza. Stando a Hamas, il bilancio delle vittime nel territorio palestinese ha raggiunto quasi quota 15'000, tra cui oltre 6'100 minorenni, da quando è iniziata la guerra tra le forze israeliane e i militanti di Hamas. Questa mattina, ora svizzera, è entrato in vigore un cessate il fuoco scandito dallo scambio di ostaggi, che durerà almeno quattro giorni. Mercoledì, invece, il Consiglio federale ha deciso che la Svizzera debba dotarsi di una legge ad hoc per vietare Hamas. Il Governo aveva già deciso lo scorso 11 ottobre che Hamas dovesse essere considerata un'organizzazione terroristica.

17 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Entrati a Gaza 137 camion con aiuti umanitari
Lo hanno reso noto le Nazioni Unite.

Un totale di 137 camion che trasportavano cibo, acqua, medicine e altri beni di prima necessità sono stati scaricati a Gaza da quando è iniziata oggi la tregua tra Israele e Hamas. Lo hanno reso noto le Nazioni Unite. Si è trattato del più grande convoglio umanitario entrato a Gaza dall'inizio della guerra, il 7 ottobre, ha affermato in una nota l'ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari.

17 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Israele ha rilasciato 39 detenuti palestinesi
Lo riferisce al Jazeera.

Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, annuncia che 39 donne e minori palestinesi imprigionati da Israele sono stati rilasciati in linea con gli impegni sulla tregua. Lo riferisce al Jazeera. Si tratta di 24 donne e 15 minorenni. Due autobus della Croce rossa - ha riferito la televisione Kan - hanno lasciato il carcere militare di Ofer e si sono diretti verso due località: il posto di blocco di Bitunya (Ramallah) - dove saranno liberati quanti fra loro sono residenti in Cisgiordania - ed il Comando centrale della polizia di Gerusalemme, per quanti vivono a Gerusalemme est. Questa operazione è stata condotta fuori dalla vista di telecamere "per impedire che le ex detenute ostentassero segni di vittoria".

17 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
I 13 ostaggi liberati sono arrivati in Israele
Lo ha fatto sapere il portavoce militare.

I 13 ostaggi israeliani liberati sono ora in Israele. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui sono accompagnati da un'unità speciale e portati negli ospedali a loro destinati, dove poi potranno vedere i familiari. Sono tre bambine, un bambino e 9 donne. La tv pubblica israeliana Kan ha diffuso la lista ufficiale dei nomi. Si tratta di Doron Katz Asher, 34 anni; Aviv Asher, 2 anni; Raz Asher, 4 anni; Daneil Alloni, 45 anni; Emilia Alloni, 6 anni; Keren Monder, 54 anni; Ohad Monder, 9 anni; Ruthi Monder, 78 anni; Yaffa Aadar, 85 anni; Margalit Mozes, 77 anni; Hanna Katzir, 77 anni; Adina Moshe, 72 anni; Hanna Perri, 79 anni.

Anche 10 thailandesi e un filippino

Oltre ai 13 israeliani, anche 10 tailandesi e un filippino sono stati consegnati venerdì alla Croce Rossa di Gaza da Hamas, secondo quanto riporta il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar. "Tra i rilasciati ci sono 13 cittadini israeliani, alcuni dei quali hanno la doppia cittadinanza, oltre a 10 cittadini thailandesi e un cittadino filippino", ha dichiarato Majed Al Ansari.

17 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Croce Rossa: "Gli ostaggi stanno bene"
Lo ha reso noto la Croce Rossa al Magen David Adom

Gli ostaggi rilasciati oggi da Hamas ''stanno bene''. Lo ha reso noto la Croce Rossa al Magen David Adom, il suo equivalente israeliano. Il direttore del Magen David Adom Ely Bin ha detto alla televisione israeliana che in tutto la Croce rossa ha ricevuto 24 ostaggi: 13 di cittadinanza israeliana e altri 11 con cittadinanze diverse.

17 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
I 13 ostaggi israeliani consegnati alla Croce Rossa
Sono partiti da Khan Younis per dirigersi verso il valico.

La tv israeliana Kan, che ha citato fonti egiziane, ha riferito che i 13 ostaggi israeliani da liberare sono stati consegnati alla Croce Rossa. Secondo quanto riferito in precedenza dalla tv CAnale 12, dodici dei 13 ostaggi sono del kibbutz di Nir Oz. Va ricordato che del totale dei rapiti, circa 75 appartengono a quel kibbutz e 13 di questi sono bambini. In precedenza la Cnn aveva riferito che non ci si attende che fra i primi 13 ostaggi rilasciati da Hamas ci siano americani.

17 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
12 dei 13 ostaggi rilasciati sono del kibbutz Nir Oz
Lo ha detto la tv Canale 12.

Dodici dei 13 ostaggi israeliani che saranno rilasciati a momenti sono del kibbutz di Nir Oz. Lo ha detto la tv Canale 12. Va ricordato che del totale dei rapiti, circa 75 appartengono a quel kibbutz e 13 di questi sono bambini. In precedenza la Cnn aveva riferito che non ci si attende che fra i primi 13 ostaggi rilasciati da Hamas ci siano americani.

17 giorni fa
Estero
A Rafah centinaia di persone premono per passare il valico
Lo riferiscono fonti del valico e della Mezzaluna Rossa.

Fonti del valico di Rafah e della Mezzaluna Rossa hanno riferito che per la prima volta dall'inizio della guerra, centinaia di persone si stanno riversando al valico di Rafah, sia dal lato egiziano che da quello palestinese, e senza un elenco preventivo. Tra queste ci sono stranieri ed egiziani rimasti bloccati nella Striscia e che vogliono passare in Egitto, e palestinesi bloccati nel Sinai e in altre città egiziane che lasciano l'Egitto per tornare a Gaza.

Camion con aiuti iniziano a entrare a Gaza

Intanto continuano ad attraversare il valico i camion con gli aiuti, in coordinamento con l'Unrwa e la Mezzaluna Rossa egiziana e palestinese. Stando all'Ufficio stampa del governo egiziano 200 camion carichi di cibo, medicine e acqua per la Striscia di Gaza e cisterne di carburante dovrebbero entrare oggi dal valico di Rafah. 

17 giorni fa
Estero
L'esercito agli sfollati: "Non tornate nel nord della Striscia"
Le truppe israeliane hanno lanciato un appello alla popolazione di Gaza ora che è in corso la tregua.

L'esercito israeliano ha avvertito le masse di palestinesi sfollati nel sud della striscia di Gaza di astenersi dal cercare di tornare nella zona nord, malgrado l'inizio di alcuni giorni di cessate il fuoco. "La guerra non è ancora terminata - ha affermato in arabo il portavoce militare Avichay Adraee - la pausa umanitaria è temporanea. La zona nord resta un'area di guerra. È molto pericolosa, non andate verso nord. Resta permesso invece il transito da nord verso sud, sulla arteria Sallah a-Din. Gli spostamenti verso nord sono vietati e pericolosi".

17 giorni fa
Estero
Distrutto il tunnel Hamas sotto l'ospedale Shifa
L'esercito israeliano lo ha fatto esplodere questa mattina.

L'esercito israeliano ha fatto esplodere stamattina, prima dell'inizio della tregua, un lungo tunnel scavato sotto all'ospedale Shifa di Gaza. Lo ha riferito la radio militare. Secondo un portavoce dell'esercito, Hamas aveva allestito sotto al nosocomio "un centro nevralgico per lo svolgimento di attività terroristiche". Ieri i militari israeliani hanno arrestato il direttore dell'ospedale Shifa, Mohammad Abu Salmiya.

17 giorni fa
Estero
Egitto, con tregua in arrivo 130mila litri di diesel al giorno
Lo riportano i media locali e internazionali.

L'Egitto afferma che 130'000 litri di diesel e quattro camion di gas verranno consegnati ogni giorno a Gaza durante la tregua, il cui inizio è avvenuto questa mattina. Lo riportano i media locali e internazionali.

17 giorni fa
Estero
Entrato in vigore il cessate il fuoco fra Israele e Hamas
La tregua dovrebbe durare almeno quattro giorni.

Un cessate il fuoco di almeno quattro giorni fra Hamas ed Israele è entrato in vigore a Gaza. Lo ha reso noto la radio militare. Nel pomeriggio è attesa la liberazione di 13 ostaggi israeliani, per lo più donne e bambini. In seguito torneranno in libertà anche una trentina di donne e di minorenni palestinesi detenuti in Israele. La sospensione temporanea delle ostilità dovrebbe riguardare anche il confine settentrionale di Israele, dopo ripetuti scontri a fuoco fra l'esercito e gli Hezbollah libanesi.

Intercettato razzo sparato da Gaza

Tuttavia sempre la radio militare ha riferito che un razzo sparato da Gaza dopo l'inizio del cessate il fuoco è stato intercettato da una batteria Iron Dome di difesa aerea nei pressi dei kibbutz israeliani di frontiera di Kissufim ed Ein Ha-Shlosha'. In precedenza erano risuonate in quella zona le sirene di allarme. Non si segnalano danni né vittime

18 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Ucciso il comandante delle forze navali di Hamas
Lo rende noto il portavoce militare di Israele.

Aerei da combattimento delle forze di difesa israeliane Idf, diretti dall'intelligence insieme alle forze della sicurezza (Isa), hanno ucciso Amar Abu Jalalah, comandante delle forze navali di Hamas a Khan Yunis, e un altro agente delle forze navali di Hamas. Lo rende noto il portavoce militare di Israele. Amar Abu Jalalah era un agente di alto livello delle forze navali di Hamas e coinvolto nella direzione di diversi attacchi terroristici via mare che sono stati sventati dalle forze di difesa. Nel corso della guerra sono stati individuati e distrutti depositi di armi, siti di tunnel vicino alla spiaggia, complessi di addestramento.

18 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
"Previsti altri 2 mesi di guerra dopo la breve pausa"
Lo ha detto il ministro della difesa Yaov Gallant parlando ai soldati.

Quella dei prossimi giorni, "sarà una breve tregua", poi la guerra riprenderà e si prevedono "altri due mesi di guerra". Lo ha detto il ministro della difesa Yaov Gallant parlando ai soldati. "Sarà - ha spiegato - una breve pausa alla fine della quale i combattimenti riprenderanno con intensità e creeremo pressione per portare indietro altri ostaggi. Si prevedono altri due mesi di guerra".

18 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Tra 300 palestinesi rilasciabili 33 donne e 123 persone sotto i 18 anni
Tra questi detenuti 49 sono membri di Hamas, 28 della Jihad islamica, 60 del movimento Fatah del presidente palestinese Mahmoud Abbas e 17 del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp).

Nell'elenco diffuso da Israele dei 300 prigionieri che potrebbero essere rilasciati, in più fasi, sulla base all'accordo con Hamas per lo scambio degli ostaggi e la tregua ci sono 33 donne, 123 adolescenti sotto i 18 anni e 144 giovani sui 18 anni. Tra questi detenuti 49 sono membri di Hamas, 28 della Jihad islamica, 60 del movimento Fatah del presidente palestinese Mahmoud Abbas e 17 del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp).

18 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
I primi ostaggi sono 13 tra donne e bambini della stessa famiglia 
Lo ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri qatarino, Majed Al-Ansari.

I 13 ostaggi che saranno rilasciati da Hamas domani dovrebbero essere donne e bambini della stessa famiglia, tenuti in prigionia a Gaza. Lo ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri qatarino, Majed Al-Ansari. Israele ha deciso di non diffondere i nomi.

18 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Domani scambio tra 13 israeliani e 39 palestinesi
"L'Egitto invita entrambe le parti ad impegnarsi ad attuare l'accordo di tregua secondo quanto previsto e concordato".

Diaa Rashwan, capo dell'ufficio stampa del governo egiziano, ha confermato che la tregua concordata nella Striscia di Gaza inizierà alle 7 di domani mattina e che l'Egitto ha ricevuto gli elenchi dei detenuti e dei prigionieri palestinesi e israeliani, il cui rilascio è previsto nel pomeriggio. Una fonte ufficiale ha poi precisato alla tv statale Al-Qahera che domani saranno liberati 13 ostaggi contro 39 prigionieri palestinesi. "L'Egitto invita entrambe le parti ad impegnarsi ad attuare l'accordo di tregua secondo quanto previsto e concordato".

18 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
"La tregua a Gaza inizierà domani"
Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar. I primi 13 ostaggi nelle mani di Hamas saranno liberati alle ore 15 svizzere.

Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar ha dichiarato che la tregua tra Hamas e Israele e il rilascio degli ostaggi inizieranno domani. Il braccio armato di Hamas, le brigate Ezzedine al-Qassam, ha confermato con un comunicato che la tregua a Gaza mediata dal Qatar "inizierà venerdì mattina alle 7 locali", le 6 in Svizzera. "Durerà quattro giorni a partire da venerdì mattina e comprende un arresto completo delle attività militari", afferma Hamas. Durante questo periodo, precisa la nota, "50 prigionieri sionisti (ostaggi, ndr.) donne e bambini sotto i 19 anni saranno rilasciati". In cambio, per ciascuno di loro, dovranno essere rilasciati "tre prigionieri palestinesi, donne e bambini".

La lista

L'ufficio del premier israeliano Benyamin Netanyahu ha annunciato di aver ricevuto una lista preliminare degli ostaggi che saranno liberati domani. Funzionari israeliani stanno controllando i dettagli e contattando le famiglie interessate.

 

18 giorni fa
Estero
"Ritardo tregua non deriva da rottura"
Stando a una fonte israeliana non c'è motivo di preoccuparsi.

"Il ritardo (nella tregua e nello scambio di prigionieri, ndr) non deriva da una rottura dei colloqui, ma piuttosto dalla necessità di risolvere le questioni amministrative, che sono in fase di risoluzione". Lo ha detto una fonte israeliana citata dai media. "Non c'è motivo - ha aggiunto - di preoccuparsi". Anche il ministro Israel Katz - alto esponente del Likud, il partito del premier Benyamin Netanyahu - ha detto alla Radio Militare che "al momento l'ipotesi è che l'accordo sarà attuato". "Va ricordato - ha aggiunto - con chi stiamo lavorando: Sinwar (il capo di Hamas, ndr) è un uomo pazzo che ha dato ordini di uccidere, stuprare, abusare".

18 giorni fa
Estero
USA: ritardo nella tregua dovuto a cause logistiche
Stando alla portavoce del consiglio di Sicurezza nazionale americano Adrienne Watson le parti stanno elaborando gli ultimi dettagli logistici.

L'amministrazione Biden spera che il processo di rilascio degli ostaggi inizi domani mattina, mentre le parti elaborano "gli ultimi dettagli logistici", ha detto ieri sera in una dichiarazione la portavoce del consiglio di Sicurezza nazionale americano Adrienne Watson. "L'accordo è stato concordato e resta concordato. Le parti stanno elaborando i dettagli logistici finali, in particolare per il primo giorno di implementazione - ha affermato la Watson, citata dai media Usa: "Crediamo che nulla debba essere lasciato al caso quando gli ostaggi iniziano a tornare a casa. Il nostro obiettivo primario è garantire che vengano riportati a casa sani e salvi. Tutto ciò è sulla buona strada e speriamo che l'implementazione inizi venerdì mattina".

Un giorno in più

Un alto funzionario statunitense ha spiegato che si è reso necessario più tempo per appianare i dettagli relativi alla posizione e al percorso di ciascuno degli ostaggi, nonché alla logistica del loro spostamento ed è stata presa la decisione di aspettare un giorno in più per minimizzare il rischio che le cose andassero male. Ha aggiunto che Israele ha preso la decisione insieme a Qatar ed Egitto, e che gli Stati Uniti sono stati consultati e hanno concordato. Il funzionario ha anche affermato che il fatto che Israele non abbia ancora ricevuto i nomi del primo gruppo di ostaggi da liberare non è un problema serio, ma ha aggiunto che sarebbe preoccupante se entro stasera non fosse ancora disponibile un elenco. 

18 giorni fa
Estero
Rimandata la tregua tra Israele e Hamas
Lo afferma una fonte israeliana al quotidiano Haaretz.

Una fonte israeliana ha riferito al quotidiano Haaretz che non ci sarà una tregua nella striscia di Gaza fino a quando non verranno finalizzati i tempi per l'attuazione dell'accordo con Hamas. Il giornale israeliano cita inoltre una fonte politica israeliana che spiega che il ritardo nell'attuazione dell'accordo sul cessate il fuoco è dovuto al fatto che Hamas non ha ancora presentato l'elenco dei cittadini israeliani che intende rilasciare, né ha ratificato l'accordo raggiunto con il Qatar, che dovrebbe garantire che tutte le parti rispettino i termini concordati.

Il rilascio degli ostaggi non prima di venerdì

Hamas aveva annunciato che lo stop ai raid israeliani sarebbe iniziato oggi alle 10.00 (le 09.00 in Svizzera) anche se mancavano conferme ufficiali da parte del governo di Gerusalemme. Il ministro degli esteri Eli Cohen aveva solo fatto sapere che "secondo il piano concordato il processo del rilascio dei primi ostaggi" sarebbe iniziato anch'esso oggi. Ore dopo, il consigliere della sicurezza nazionale di Israele, Tzachi Hanegbi, ha però reso noto che l'inizio della liberazione degli ostaggi "non avverrà prima di venerdì", assicurando che "i contatti per il rilascio dei nostri prigionieri procedono e avanzano costantemente", ma senza aggiungere altro. Secondo fonti israeliane a "Haaretz", però, Hamas non ha ancora ratificato l'accordo Per questo motivo, l'attuazione dell'accordo è stata rinviata di almeno un altro giorno.

Lo scambio tra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi

La "pausa nei combattimenti", come la definisce Israele, è la cornice nella quale si concretizzerà il rilascio di 50 ostaggi israeliani (bambini e donne) in cambio di 150 detenuti palestinesi (anche in questo caso donne e minori). Lo scambio - secondo quanto si è appreso da fonti di sicurezza egiziane - dovrebbe avvenire attraverso il valico di Rafah, tra l'Egitto e la Striscia. Questa è considerata dalle parti come la "prima fase" dell'intesa, che verte sulla liberazione di circa 10 rapiti al giorno. Ma i 4 giorni di tregua potrebbero diventare 5 se sarà possibile - come prevede l'accordo raggiunto con la mediazione del Qatar, dell'Egitto e degli Usa - scambiare ulteriori 50 ostaggi nelle mani di Hamas e delle altre fazioni palestinesi a fronte di altri 150 detenuti palestinesi, portando così a 100 il numero complessivo dei rapiti rilasciati contro 300 che si trovano nelle carceri israeliane. Questa sarebbe la "seconda fase".

Cosa stabilisce l'accordo

L'accordo stabilisce infatti la possibilità di estendere la "pausa nei combattimenti" di alcuni ulteriori giorni, se necessario, in base a una decisione del premier Benyamin Netanyahu e del ministro della difesa Yoav Gallant. Il ministero della Giustizia israeliano ha già individuato 300 palestinesi candidabili per essere liberati, escludendo quelli che si sono macchiati del reato di omicidio. Hamas, nell'ipotesi che lo scambio vada avanti, deve individuare a sua volta gli altri 50 ostaggi da rilasciare che siano sotto il suo controllo o quello di altre fazioni, a cominciare dalla Jihad palestinese. L'accordo prevede inoltre il passaggio di almeno 300 camion dal valico di Rafah di aiuti al giorno diretti a Gaza, compreso il carburante, il divieto per i palestinesi sfollati al sud di tornare al nord della Striscia e anche lo stop, da parte di Israele, del sorvolo dei droni di ricognizione per 6 ore nei 4/5 giorni di tregua. Allo scadere di questo termine, l'esercito israeliano - è stato spiegato - riprenderà in pieno la sua offensiva nella Striscia.

19 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Israele ha ricevuto lista dei primi ostaggi da rilasciare
La lista - ha aggiunto la tv - è stata data al capo del Mossad David Barnea che si trova in Qatar.

Israele ha ricevuto la lista degli ostaggi che saranno rilasciati nel primo giorno di tregua. Lo ha riportato la tv Canale 12 secondo cui Israele non pubblicherà i nomi prima che siano rilasciati per "evitare fase speranze tra i familiari se l'accordo non dovesse concretizzarsi". La lista - ha aggiunto la tv - è stata data al capo del Mossad David Barnea che si trova in Qatar.

19 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
A Rafah si intensifica il flusso di aiuti, pronti 200 camion per Gaza
Nella Striscia sono entrate oggi da Rafah 4 autocisterne, che trasportavano in tutto circa 120.000 litri di carburante. Nel vicino porto sono approdate 4 petroliere.

Mentre il terminal di Rafah attende la finalizzazione dell'accordo per lo scambio tra ostaggi di Hamas e prigionieri di Israele, si va intensificando il flusso di aiuti in uscita dal valico. Duecento camion con aiuti umanitari si stanno preparando ad entrare domani nella Striscia di Gaza - ha affermato Raed Abdel Nasser, segretario generale della Mezzaluna Rossa egiziana nel Nord Sinai - mentre oggi sono riuscite ad entrare in Egitto 448 persone tra stranieri ed egiziani e 18 feriti. Nella Striscia sono entrate oggi da Rafah 4 autocisterne, che trasportavano in tutto circa 120.000 litri di carburante. Nel vicino porto sono approdate 4 petroliere.

19 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
"Il bilancio dei morti sale a 14'532"
Lo riferisce il ministero della Sanità di Hamas citato dal Times of Israel.

Sale a 14'532 il bilancio delle vittime a Gaza da quando Israele ha iniziato a colpire la Striscia in risposta agli attacchi del 7 ottobre compiuti dai miliziani di Hamas. Lo riferisce il ministero della Sanità di Hamas citato dal Times of Israel. Sempre secondo Hamas, 35'000 palestinesi sono stati feriti e 7'000 sono ancora dispersi.

19 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Cosa prevede l'accordo tra Israele e Hamas
La tregua potrebbe partire alle 10 di domani con il primo rilascio di una decina di ostaggi alle 12. Ecco i principali punti dell'intesa raggiunta dopo serrate trattative, mediate dal Qatar.

L'accordo tra Hamas e Israele prevede una tregua di quattro giorni e la liberazione graduale di 50 ostaggi detenuti a Gaza in cambio di 150 prigionieri palestinesi. La tregua potrebbe partire alle 10 di domani con il primo rilascio di una decina di ostaggi alle 12. Ecco i principali punti dell'intesa raggiunta dopo serrate trattative, mediate dal Qatar.

"Tre palestinesi per ogni israeliano"

Israele ha detto che lo scambio avverrà in due fasi. La prima si svolgerà nei quattro giorni concordati di tregua e prevede che 50 ostaggi israeliani (almeno 10-12 al giorno) e 150 prigionieri palestinesi siano rilasciati. Se il meccanismo funzionerà, ci potrebbe essere una seconda fase - uno o più giorni di proroga della tregua - con il rilascio di altri 150 prigionieri palestinesi in cambio di altri ostaggi, "fino a 50".

Chi verrà rilasciato

A ritrovare la libertà saranno per primi donne e bambini israeliani, mentre tra i palestinesi verrà liberato solo chi non si è macchiato di omicidio. Secondo le stime, sarebbero 240 gli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre. Israele ha pubblicato i nomi di 300 detenuti palestinesi che potrebbero essere liberati, la stragrande maggioranza adolescenti. Di quelli sulla lista, 49 sono identificati come membri di Hamas, 60 come appartenenti a Fatah, il partito che guida l'Autorità palestinese in Cisgiordania, e 17 come affiliati al Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp). Non tutte le persone rapite il 7 ottobre sono nelle mani di Hamas: alcuni sono stati presi dalla Jihad islamica palestinese o da altre organizzazioni di miliziani.

La pausa dai combattimenti

Dopo varie trattative nelle quali si oscillava tra 3 e 5 giorni di pausa dei combattimenti, alla fine si è arrivati a 4. Mentre gli ostaggi saranno trasferiti, la ricognizione israeliana di Gaza tramite droni e altri mezzi verrà temporaneamente sospesa per sei ore al giorno.

Aiuti umanitari e carburanti

Previsto un aumento degli aiuti nella Striscia, compreso il carburante. Almeno 200-300 camion umanitari al giorno, di cui otto con carburante e gas. Anche l'Ue farà la sua parte. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha annunciato un aumento delle consegne di aiuti. Previsto anche che la Croce Rossa possa visitare gli ostaggi che resteranno a Gaza.

"La guerra non finisce"

I combattimenti riprenderanno dopo la fine della pausa umanitaria. L'accordo, infatti, non è un cessate il fuoco definitivo e Israele ha promesso che tornerà a dare la caccia ad Hamas finché non sarà sradicato da Gaza, con l'obiettivo di "riportare a casa tutti gli ostaggi". "Non appena avremo esaurito questa fase", le operazioni di sicurezza "proseguiranno a pieno ritmo", ha avvertito il ministro della Difesa Yoav Gallant.

19 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
A Gaza ora si sogna la fine della guerra
In primo luogo cercano di sapere quanti aiuti umanitari potranno entrare da domani nella Striscia (in tempi normali dall'Egitto arrivavano centinaia di camion quotidianamente, ridottisi adesso a poche decine) e se Israele abbia finalmente accettato di introdurre quantità significative di carburante, senza il quale la loro vita resta paralizzata.

Un'atmosfera di cauto ottimismo si è diffusa fra le centinaia di migliaia di sfollati confluiti in queste settimane a Khan Yunis dal nord della Striscia di Gaza alla vigilia del cessate il fuoco fra Hamas ed Israele. "Speriamo che regga, speriamo che significhi la fine della guerra", dicono in tanti, tutti peraltro impegnati oggi nel cercare di comprendere le implicazioni dirette sulle loro condizioni di vita. In primo luogo cercano di sapere quanti aiuti umanitari potranno entrare da domani nella Striscia (in tempi normali dall'Egitto arrivavano centinaia di camion quotidianamente, ridottisi adesso a poche decine) e se Israele abbia finalmente accettato di introdurre quantità significative di carburante, senza il quale la loro vita resta paralizzata.

Edifici bombardati

"In molte città ci sono edifici bombardati da Israele e le macerie devono essere rimosse con urgenza", affermano responsabili del municipio. Secondo le autorità locali, i dispersi sono stimati in 3.000 in tutta la Striscia ed una parte di loro potrebbero trovarsi ancora sepolti sotto i detriti. La loro rimozione è uno degli impegni prioritari con la sospensione dei combattimenti. Fra gli edifici più significativi demoliti nei bombardamenti ci sono il palazzo del parlamento ed il lussuoso Hotel al-Mashtal, nonché numerose moschee ritenute da Israele luoghi di copertura per le attività militari di Hamas.

Sfollati da nord a sud

Dal nord è poi proseguito anche oggi il flusso di migliaia di sfollati verso il sud, passando per l'arteria Sallah-a-Din che attraversa la Striscia in tutta la sua lunghezza. "Carri armati israeliani sono stati dislocati lungo un tratto - hanno riferito al loro arrivo a Khan Yunis - e Israele ha eretto posti di blocco. Se qualcuno progettava domani di sfruttare il cessate il fuoco per tornare a nord, meglio che riveda i progetti". Nelle lunghe ore trascorse in casa, spesso le riunioni familiari si sono trasformate in accese discussioni. Specialmente i più giovani, dopo settimane di guerra, si dicono in grado di stabilire da un rumore di sottofondo se esso sia da attribuire ad un aereo, a un drone o ad un 'quadricottero', cioè un drone tattico di piccole dimensioni in grado di volare agilmente anche all'interno di vie strette. "Se lo sentite e lo distinguete - consigliano - allontanatevi subito dalle finestre. Può essere pericoloso". In altri salotti si parla invece di politica. Uno degli scenari che vanno per la maggiore riguarda una Gaza non più gestita da Hamas ma forse dall'Autorità nazionale palestinese o dall'uomo d'affari Mohammad Dahlan.

Cessate il fuoco

Settimane di attento ascolto dei notiziari alla radio o in tv hanno accresciuto l'apertura di molti sfollati agli scenari internazionali. Alcuni ipotizzano una sorta di mandato Onu per la Striscia, o anche un intervento diretto dell'Unione Europea. I più anziani tornano col pensiero agli anni Settanta, quando a Gaza c'era un'amministrazione militare israeliana. "Allora - racconta qualcuno ai nipoti increduli - potevamo prendere l'autobus da Gaza e andare a Tel Aviv o a Tiberiade, o anche in vacanza ad Eilat, sul mar Rosso. Gli israeliani facevano acquisti da noi, e noi da loro". Altri tempi. Domani a Khan Yunis si torna alla realtà, con un cessate il fuoco impegnato a compiere i primi passi.

19 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Una bimba di 3 anni tra i tre ostaggi americani che saranno liberati
Lo ha fatto sapere un funzionario dell'amministrazione Biden, ripreso dai media israeliani.

Tra i circa 50 ostaggi che saranno rilasciati ci sono 3 americani e tra questi una bambina di 3 anni Avigail Mor Idan, i cui genitori Roee e Smadar sono stati uccisi da Hamas il 7 ottobre scorso. Lo ha fatto sapere un funzionario dell'amministrazione Biden, ripreso dai media israeliani. Gli altri due sono entrambe donne che hanno doppio passaporto: israeliano e americano.

19 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
A Gaza 5'500 donne devono partorire il mese prossimo
Ogni giorno, circa 180 donne partoriscono in condizioni spaventose, il futuro dei loro neonati è in pericolo ed incerto", ha detto la direttrice del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione.

La direttrice del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa), Natalia Kanem, ha espresso preoccupazione per la sorte delle donne incinte a Gaza e per i nascituri. "Tra i combattimenti e la devastazione, a Gaza ci sono attualmente 5'500 donne incinte che dovrebbero partorire nel prossimo mese. Ogni giorno, circa 180 donne partoriscono in condizioni spaventose, il futuro dei loro neonati è in pericolo ed incerto", ha detto Kanem.

19 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Netanyahu stasera terrà una conferenza stampa a Tel Aviv
Insieme a lui ci saranno il ministro della Difesa Yoav Gallant e quello del governo di emergenza nazionale Benny Gantz.

Il premier Benyamin Netanyahu terrà stasera una conferenza stampa al ministero della Difesa a Tel Aviv alle 21.15 (le 20.15 in Svizzera). Insieme a lui ci saranno il ministro della Difesa Yoav Gallant e quello del governo di emergenza nazionale Benny Gantz.

19 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
Da Rafah a Gaza due autocisterne e 4 aerei di aiuti
Lo ha detto Khaled Zayed, presidente della Mezzaluna Rossa egiziana.

Due autocisterne di carburante sono entrate a Gaza trasportando 60.000 litri di carburante, portando il totale di trasporti del genere a 13 mezzi. Lo ha detto Khaled Zayed, presidente della Mezzaluna Rossa egiziana, aggiungendo che all'aeroporto internazionale di al-Arish sono arrivati 4 voli di aiuti umanitari, provenienti da Indonesia, Emirati, Arabia Saudita e Kuwait. A bordo degli aerei anche numerosi operatori umanitari. Una fonte della sicurezza e una fonte della Mezzaluna Rossa al posto di frontiera di Rafah hanno poi riferito che oggi sono entrati in Egitto 300 stranieri e 9 palestinesi feriti sono arrivati al valico di Rafah, accompagnati da 9 loro parenti. Per oggi erano sono attesi 20 feriti, oltre a 336 stranieri e 112 egiziani di origine palestinese, hanno sottolineato.

19 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
A Gaza almeno 191 persone sono morte nelle strutture per rifugiati
È quanto segnala l'ultimo rapporto dell'Unrwa.

Almeno 191 profughi nelle scuole gestite dall'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi sono stati uccisi negli attacchi a Gaza e 798 sono rimaste ferite, secondo quanto segnala l'ultimo rapporto dell'Unrwa. "Due scuole, nel nord e nel centro dell'enclave assediata, sono state completamente demolite dalle esplosioni", riferisce il report. L'Unrwa segnala inoltre che almeno in cinque occasioni le strutture dell'agenzia delle Nazioni Unite sono state utilizzate dall'esercito israeliano, "compreso l'ingresso di carri armati nelle strutture, l'uso da parte di cecchini e interrogatori e arresti all'interno delle strutture". L'Unrwa ha verificato 89 incidenti che hanno avuto un impatto su 69 delle sue installazioni. Almeno in 23 casi con effetti diretti prolungati.

19 giorni fa
Crisi in Medio Oriente
"A fine mese è previsto un nuovo scambio di prigionieri"
Lo scrive la Reuters sul proprio sito web, citando un funzionario palestinese.

L'accordo Israele-Hamas concordato ieri per la liberazione di 50 ostaggi tenuti a Gaza in cambio del rilascio di 150 prigionieri palestinesi sarà ripetuto alla fine di questo mese. Lo scrive la Reuters sul proprio sito web, citando un funzionario palestinese. "Il secondo gruppo seguirà il primo. Ci vorranno quattro o cinque giorni per organizzarlo" e "coinvolgerà 50 israeliani (ostaggi) in cambio di 150 palestinesi (prigionieri)", ha detto il funzionario a condizione di anonimato, sottolineando che tra i prigionieri ci saranno anziani, donne e bambini e che le condizioni saranno le stesse.

19 giorni fa
Estero
Qatar: "Raggiunto un accordo tra Israele e Hamas"
Prevista una tregua di quattro giorni e il rilascio di 50 ostaggi.

Il Qatar ha annunciato formalmente un accordo tra Israele e Hamas che prevede la pausa nei combattimenti e il rilascio di 50 tra donne e bambini tenuti in ostaggio da Hamas. "L'orario di inizio della pausa sarà annunciato entro le prossime 24 ore; durerà quattro giorni e sarà soggetta a proroga", ha affermato Doha in un comunicato citato dai media internazionali.

All'accordo si è giunti grazie alla mediazione da parte di Egitto, Stati Uniti e Qatar. "L'accordo - si legge nel comunicato di Doha - prevede il rilascio di 50 donne e bambini civili in ostaggio attualmente detenuti nella Striscia di Gaza in cambio del rilascio di un certo numero di donne e bambini palestinesi detenuti nelle carceri israeliane; il numero dei rilasciati sarà aumentato nelle fasi successive dell'attuazione dell'accordo".

Il Qatar aggiunge che il cessate il fuoco "permetterà l'ingresso di un numero maggiore di convogli umanitari e aiuti, compreso il carburante destinato ai bisogni umanitari". "Lo Stato del Qatar - conclude la nota - afferma il proprio impegno negli sforzi diplomatici in corso per allentare le tensioni, fermare gli spargimenti di sangue e proteggere i civili. A questo proposito, il Qatar apprezza gli sforzi della Repubblica araba d'Egitto e degli Stati Uniti d'America nel raggiungere questo accordo".

20 giorni fa
Estero
Vicino l'accordo per la liberazione di donne e bimbi
Lo ha rivelato una fonte israeliana.

Una fonte israeliana ha detto all'emittente tv Canale 12: "siamo molto vicini ad un accordo" per il rilascio di alcuni ostaggi a Gaza. Ad essere liberati dovrebbero essere i bambini, le loro madri e altre donne. Dopo aver sottolineato che ci sono ancora aspetti tecnici da risolvere, secondo la fonte c'è un'intesa in base a cui almeno 50 persone saranno liberate, mentre decine di altre lo potrebbero essere in cambio di un'estensione del cessate il fuoco dopo i primi pochi giorni iniziali.

20 giorni fa
Estero
Israele, parenti degli ostaggi abbandonano incontro con gabinetto di guerra
I parenti hanno lasciato la sala dopo che è stato detto loro che gli obiettivi di liberare gli ostaggi e rovesciare Hamas sono ugualmente importanti.

I parenti degli israeliani tenuti in ostaggio da Hamas nella Striscia di Gaza hanno abbandonato ieri sera un incontro con i membri del gabinetto di guerra dopo che è stato detto loro che gli obiettivi di liberare gli ostaggi e rovesciare Hamas sono ugualmente importanti. Lo riporta "Haaretz".

Udi Goren, il cui cugino Tal Chaimi, 42 anni, è tra gli ostaggi, ha detto a Channel 12 News che lo scopo dell'incontro era che i ministri spiegassero gli obiettivi di Israele nella guerra. "Qualche giorno fa ci siamo incontrati solo con Gantz e Eisenkot", ha detto Goren. "Ci hanno detto inequivocabilmente che l'obiettivo primario della guerra era garantire il rilascio degli ostaggi e ora ci viene detto, in risposta a una domanda molto concreta, che gli altri membri del gabinetto di guerra dicono che ci sono due obiettivi ugualmente importanti". "Cento membri della Knesset ci hanno promesso che credono che lo scopo supremo della guerra debba essere innanzitutto la liberazione degli ostaggi. Netanyahu ha detto che entrambi gli obiettivi sono ugualmente importanti", ha aggiunto Goren. "È una delusione enorme. Se lo Stato di Israele vuole dimostrare che santifica la vita sopra ogni cosa, che crede davvero nel valore della vita umana, le parole non bastano. Deve essere l'obiettivo primario della guerra. Santifichiamo la vita e riportiamo a casa viva la nostra gente".

Su X il premier Benyamin Netanyahu ha scritto che "insieme al gabinetto di guerra ho incontrato stasera le famiglie dei rapiti che sono sempre nel mio cuore e guidano le mie azioni. Recuperare i nostri rapiti è un compito sacro e supremo e mi impegno a farlo. Non abbiamo rinunciato al compito di restituirli, e questa è la mia responsabilità e quella del gabinetto di guerra". "Ho ascoltato il dolore delle famiglie. Abbiamo parlato cuore a cuore, ho condiviso con loro quanto più ho potuto gli sforzi politici, di intelligence e operativi che conduciamo 24 ore su 24. Ho detto alle care famiglie: i nostri rapiti sono sempre davanti ai miei occhi - dal momento in cui mi alzo la mattina fino a quando vado a letto la sera tardi - in ogni momento. Non smetteremo di combattere finché non riporteremo a casa i nostri ostaggi, non distruggeremo Hamas e non ci assicureremo che non ci siano più minacce da Gaza".

20 giorni fa
Estero
17 morti in raid Israele su campo profughi
Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa.

Almeno 17 persone sono rimaste uccise e diverse altre ferite stanotte in un attacco israeliano sul campo profughi di Nuseirat, a sud di Gaza City: lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa, affermando che tra le vittime ci sono anche donne e bambini.

20 giorni fa
Estero
Hamas: "Siamo vicini a un accordo per una tregua con Israele"
Lo ha dichiarato il leader Ismail Haniyeh.

"Siamo vicini a raggiungere un accordo per una tregua" con Israele, dichiara stanotte il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, con un messaggio su Telegram. "Il movimento (Hamas, ndr.) ha dato la sua risposta ai fratelli del Qatar e ai mediatori", prosegue Haniyeh nel suo post. Funzionari di Hamas hanno detto all'emittente Al-Jazeera che i dettagli della tregua saranno annunciati dal Qatar quando e se sarà finalizzata. I colloqui in corso - spiegano le fonti - riguarderebbero una tregua di "un certo numero di giorni" e includerebbero accordi per l'ingresso di aiuti nella Striscia a Gaza e lo scambio tra ostaggi presi da Hamas con persone imprigionate da Israele. In particolare, il rilascio dovrebbe riguardare donne e bambini israeliani in cambio di donne e bambini palestinesi.

L'annuncio di un accordo atteso a ore

L'annuncio di un possibile accordo di cessate il fuoco e uno scambio di prigionieri tra Israele e Hamas potrebbe essere annunciato "a ore" da funzionari del Qatar, ha detto ad al-Jazeera l'esponente della fazione islamica Izzat el-Reshiq. "L'atteso accordo includerà il rilascio di ostaggi donne e bambini israeliani in cambio di donne a bambini palestinesi nelle prigioni dell'occupazione", ha aggiunto.

21 giorni fa
Estero
Entrato a Gaza il primo ospedale da campo
Lo hanno reso noto funzionari palestinesi

È entrato oggi a Gaza il primo ospedale da campo dall'inizio della guerra. Lo hanno reso noto funzionari palestinesi. L'attrezzatura per l'ospedale da campo è stata trasportata a Gaza da quaranta camion attraverso il valico di Rafah. A bordo anche 17 operatori sanitari e tecnici giordani Secondo il bilancio di Hamas, da inizio guerra, i feriti sono 30.000 a Gaza e 13.000 i morti, due terzi dei quali donne e bambini.

21 giorni fa
Estero
Ventotto bimbi prematuri giunti in Egitto da Gaza
Lo riporta l'emittente statale egiziana al Qahera.

Ventotto bambini prematuri provenienti dall'ospedale al-Shifa di Gaza sono arrivati al valico di Rafah. Lo riporta l'emittente statale egiziana al Qahera. Intanto due cisterne di carburante sono entrate nella Striscia di Gaza portando il totale a 9.

Attesi in Egitto centinaia di feriti e stranieri da Gaza

Il ministro della Sanità egiziano è oggi al valico di Rafah per accogliere centinaia di feriti che saranno curati in Turchia, negli Emirati e negli ospedali egiziani, tra cui diversi bambini prematuri. Da questa mattina sono intanto entrati in Egitto - secondo l'Ufficio stampa del governo - 280 stranieri o persone con doppia nazionalità che erano rimasti bloccati nella Striscia. A Gaza sono anche entrati 50 camion di aiuti, tra cui un ospedale da campo fornito dalla Giordania, e due camion di carburante.

21 giorni fa
Estero
Gaza: 12 morti in raid su ospedale Indonesiano
lo ha reso noto oggi il portavoce del ministero della Sanità di Hamas

Almeno "12 pazienti e loro parenti" sono stati uccisi e "decine (sono rimasti) feriti" in attacchi israeliani contro l'