
Nella notte tra sabato e domenica 22 giugno, gli Stati Uniti hanno lanciato un massiccio attacco aereo contro tre installazioni nucleari in Iran: Fordow, Natanz e Isfahan. L’operazione, coordinata da bombardieri stealth B‑2 e sottomarini con missili Tomahawk, ha rappresentato il primo colpo diretto di Washington su obiettivi nucleari iraniani dal 2020.
Trump: “Siti obliterati, ora pace o tragedia”
In un discorso televisivo alla nazione, il presidente Donald Trump ha rivendicato il successo dell’azione militare: “I siti sono stati completamente e totalmente obliterati. Ora ci sarà la pace, o ci sarà una tragedia mai vista prima.” Il presidente ha descritto l’operazione come “spettacolarmente efficace” e necessaria per impedire all’Iran di “minacciare il mondo con il suo programma nucleare”.
La reazione dell’Iran: “Atto di guerra”
La risposta iraniana è stata durissima. Il governo di Teheran ha definito l’attacco “un’aggressione ingiustificabile” e ha promesso “conseguenze eterne”. Il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha dichiarato che “ogni americano nel mondo potrebbe ora diventare un bersaglio”, e ha ribadito che l’Iran non abbandonerà il suo programma nucleare.
40'000 soldati USA a rischio
Le forze armate statunitensi nel Medio Oriente – circa 40.000 soldati – sono state poste in stato di massima allerta. Il timore è che Teheran o i suoi alleati regionali possano colpire basi americane in Iraq, Siria o nel Golfo. Anche il traffico petrolifero nello Stretto di Hormuz, da cui transita un terzo del greggio mondiale, è considerato a rischio.
Israele approva, l’ONU teme l’escalation
Israele ha espresso pieno sostegno all’operazione americana, definendola una “scelta forte e giusta” in difesa della sicurezza globale. Dall’altra parte, il segretario generale dell’ONU António Guterres ha lanciato un appello alla calma, avvertendo che una nuova guerra in Medio Oriente “potrebbe avere conseguenze devastanti per la regione e per il mondo”.
Addio ai negoziati sul nucleare
L’attacco arriva a pochi giorni dalla rottura dei colloqui sul nucleare tra USA e Iran, in corso prima in Oman e poi a Roma. La guerra aperta tra Israele e Iran, cominciata il 13 giugno, ha già messo fine a ogni speranza di una soluzione diplomatica. L’azione militare americana potrebbe ora chiudere definitivamente la porta a un ritorno all’accordo nucleare del 2015.
Blitz isolato o inizio di guerra aperta?
La comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi. Gli Stati Uniti hanno colpito duramente, ma si sono finora astenuti dal proseguire con altre azioni. L’Iran, dal canto suo, ha promesso vendetta ma non ha ancora reagito militarmente. Resta da vedere se questo attacco resterà un episodio isolato, destinato a rafforzare la posizione americana nei negoziati, o se aprirà una nuova fase di conflitto aperto in Medio Oriente.