
Secondo l'Unione Frontalieri in Svizzera (UFIS) la situazione di migliaia di frontalieri negli ultimi anni si è drasticamente deteriorata. Con una mossa a dir poco sorprendente il sindacato ha reso noto ieri sera di aver presentato un esposto ufficiale all’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite, per segnalare presunte violazioni dei diritti dei lavoratori frontalieri da parte della Repubblica Italiana e del Canton Ticino.
I punti sollevati da UFIS
Nel documento inviato all’OIL, è stata elencata una serie di criticità. Due sono i punti fondamentali sollevati, spiega la presidente di UFIS Lisa Molteni ai microfoni di Ticinonews. Il primo è "l'avvio del monitoraggio formale sui governi italiano e svizzero" e il secondo è "la convocazione del tavolo tripartito Italia e Svizzera previsto proprio dalle procedure dell'OIL". Inoltre, c'è un terzo obiettivo: "ottenere un chiarimento veloce e ufficiale sulle norme applicate ai lavoratori transfrontalieri".
UNIA accusa di marketing politico ma UFIS smentisce
La domanda sorge spontanea: davvero esistono violazioni dei diritti dei frontalieri tali da richiedere l’intervento dell’ONU? UNIA risponde senza lasciare spazio a molti dubbi. "Come sindacato", ci scrive il segretario Generale Giangiorgio Gargantini "non vogliamo nemmeno commentare queste gesticolazioni di un’associazione che di sindacale ha soltanto il nome, che con queste procedure caricaturali", aggiunge, "non fa altro che lanciare messaggi fuorvianti a scopo di marketing politico”. La presidente di UFIS però ribatte: "Se il nostro obiettivo fosse stato farci pubblicità ci saremmo fermati al comunicato stampa. Invece", spiega Molteni, "abbiamo costruito un percorso tecnico, un percorso che per esempio UNIA non ha intrapreso". Il percorso in questione "è fatto di atti formali depositati presso la Corte dei Conti, le Procure delle Repubbliche, la Commissione europea".
