
L’Unione Frontalieri Italiani in Svizzera (UFIS) ha annunciato di aver presentato un esposto ufficiale all’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) per segnalare presunte violazioni dei diritti dei lavoratori frontalieri da parte della Repubblica Italiana e del Canton Ticino. L’associazione parla di un “progressivo deterioramento” del quadro normativo, tale da incidere sulla vita lavorativa e sociale di migliaia di persone. A comunicarlo è stata la stessa UFIS sul proprio sito ufficiale.
Le violazioni denunciate
Nel documento inviato all’OIL, UFIS elenca una serie di criticità: la doppia imposizione sanitaria da parte di alcune Regioni italiane nonostante l’assicurazione obbligatoria in Svizzera; la distinzione tra “vecchi” e “nuovi” frontalieri che produrrebbe disparità fiscali e previdenziali; la mancanza di certezza giuridica sul telelavoro, con il rischio di perdere lo status di frontaliere; il mancato riconoscimento dei contributi esteri per la disoccupazione (NASpI); e l’uso ritenuto improprio dei ristorni ai Comuni di confine.
Le richieste dell’UFIS all’OIL
UFIS chiede all’agenzia ONU l’apertura di una procedura di osservazione tramite il Comitato di esperti, l’avvio di un monitoraggio formale sui governi italiano e svizzero e la convocazione di un tavolo tripartito Italia–Svizzera–OIL. L’obiettivo è ottenere un chiarimento sulle norme applicate ai frontalieri e ristabilire parità di trattamento.
Un’azione su più fronti
L’esposto all’OIL segue quello già presentato alla Commissione europea. Secondo UFIS non si tratta di un atto simbolico, bensì di “una strategia multilivello per far valere diritti riconosciuti ma disattesi”. L’associazione sostiene che solo un intervento internazionale coordinato può garantire tutele efficaci per i lavoratori transfrontalieri.
