Live Crisi in Medio Oriente
Netanyahu: "Prenderemo Gaza anche se c'è l'accordo sulla tregua"
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Tutti gli aggiornamenti sulla situazione in Medio Oriente nel nostro live.
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Netanyahu: "Prenderemo Gaza anche se c'è l'accordo sulla tregua"
"Lo faremo comunque. Non c'è mai stato dubbio che non lasceremo Hamas lì", ha detto Netanyahu intervistato da Sky News Australia.

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha affermato che, anche se Hamas ha accettato l'accordo per la tregua, Israele prenderà comunque il controllo di Gaza. "Lo faremo comunque. Non c'è mai stato dubbio che non lasceremo Hamas lì", ha detto Netanyahu intervistato da Sky News Australia. "Ma questa guerra potrebbe finire oggi, se Hamas depone le armi e libera i restanti 50 ostaggi". Il premier ha quindi sostenuto che il suo obiettivo non è "occupare Gaza, è liberarla dalla tirannia di Hamas" e "penso che siamo vicini a riuscirci". Questo "dovrà significare la conquista delle ultime roccaforti di Hamas".

Violazione del diritto internazionale

Ventuno Paesi, tra cui Gran Bretagna, Francia, Australia, Canada e anche l'Italia, hanno intanto firmato una dichiarazione congiunta che definisce "inaccettabile e una violazione del diritto internazionale" l'approvazione da parte di Israele del progetto di insediamento E1 in Cisgiordania. "Condanniamo questa decisione e ne chiediamo l'immediata revoca con la massima fermezza", si legge nella dichiarazione in merito ai piani per la cosiddetta area E1 vicino a Gerusalemme.

6 ore fa
"Oltre 250 camion di aiuti sono entrati ieri nella Striscia"
Lo ha reso noto il Cogat, l'organismo del Ministero della Difesa che coordina le questioni umanitarie nella Striscia.

Oltre 250 camion carichi di aiuti umanitari sono entrati ieri nella Striscia di Gaza attraverso i valichi di Kerem Shalom e Zikim. Lo ha reso noto il Cogat, l'organismo del Ministero della Difesa che coordina le questioni umanitarie nella Striscia, citato dai media locali. Ieri le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali hanno inoltre raccolto aiuti per circa 390 camion dai valichi di frontiera di Gaza, per poi distribuirli, aggiunge l'ente israeliano. "Il contenuto di centinaia di camion è ancora in attesa di essere ritirato sul lato di Gaza dei valichi di frontiera", afferma il Cogat.

12 ore fa
"È iniziata la prima fase dell'occupazione di Gaza City"
Lo ha confermato l'esercito israeliano.

Il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), il generale di brigata Effie Defrin, conferma che l'esercito dello Stato ebraico ha dato il via alla prima fase dell'invasione terrestre di Gaza City. "Abbiamo avviato le operazioni preliminari e le prime fasi dell'attacco: le nostre forze controllano già la periferia" della città, ha dichiarato Defrin in un comunicato ufficiale citato dai media internazionali.

2 giorni fa
Una nave con 1'200 tonnellate di cibo per Gaza si avvicina a Israele
Gli aiuti umanitari verranno scaricati alla nave al porto di Ashdod, nel sud di Israele, e portati a Gaza dai dipendenti delle Nazioni Unite.

Una nave con 1.200 tonnellate di generi alimentari destinati alla Striscia di Gaza si sta avvicinando al porto di Ashdod, nel sud di Israele, riporta il Times of Israel. La nave, battente bandiera panamense, è salpata da Cipro ieri e trasporta 52 container contenenti aiuti alimentari come pasta, riso, alimenti per neonati e prodotti in scatola. Circa 700 tonnellate di aiuti provengono da Cipro, acquistati con i fondi donati dagli Emirati Arabi Uniti al cosiddetto Fondo Amalthea, istituito lo scorso anno per consentire ai donatori di contribuire agli aiuti via mare. Il resto proviene dall'Italia, dal governo maltese, da un ordine religioso cattolico di Malta e dala ong kuwaitiana Al Salam Association. Una volta scaricati ad Ashdod, i container verranno caricati su camion e portati dai dipendenti delle Nazioni Unite addetti agli aiuti umanitari nelle aree di stoccaggio e nei siti della World Central Kitchen, un'organizzazione no profit che ha distribuito aiuti a Gaza.

3 giorni fa
"Hamas ha accettato una nuova proposta sul cessate il fuoco"
Lo rende noto Al Jazeera, citando una fonte di Hamas.

Una fonte di Hamas ha reso noto ad Al Jazeera che il movimento ha accettato la nuova proposta per un cessate il fuoco a Gaza presentata dai mediatori: "Abbiamo informato i mediatori del nostro accordo sulla proposta presentata ieri". La proposta di cessate il fuoco include il rilascio di 10 ostaggi israeliani in vita e di 18 deceduti, la consegna di aiuti a Gaza attraverso organizzazioni umanitarie, la Mezzaluna Rossa e le Nazioni Unite, e un cessate il fuoco di 60 giorni. I negoziati per porre fine alla guerra inizieranno con l'inizio del cessate il fuoco.

Manca una risposta da parte di Israele

"Hamas ha fornito la sua risposta ai mediatori, confermando che insieme alle fazioni ha accettato la nuova proposta di cessate il fuoco senza richiedere emendamenti", ha dichiarato un'altra fonte di Hamas all'agenzia di stampa Afp. Una fonte palestinese vicina ai negoziati ha dichiarato che i mediatori "dovrebbero annunciare il raggiungimento di un accordo e fissare una data per la ripresa dei colloqui". La fonte ha aggiunto che "i mediatori hanno fornito ad Hamas e alle fazioni garanzie per l'attuazione dell'accordo, insieme all'impegno a riprendere i colloqui per cercare una soluzione permanente". Non c'è stata alcuna risposta immediata da parte del governo israeliano. Un altro funzionario palestinese stamane aveva riferito che i mediatori avevano proposto una tregua iniziale di 60 giorni e il rilascio degli ostaggi in due fasi. Una fonte della Jihad Islamica ha dichiarato che il piano prevedeva un cessate il fuoco di 60 giorni "durante i quali 10 ostaggi israeliani sarebbero stati rilasciati vivi, insieme a diversi corpi". Secondo la stessa fonte, "i prigionieri rimanenti sarebbero stati rilasciati in una seconda fase, con negoziati immediati a seguire per un accordo più ampio" per una fine definitiva della guerra "con garanzie internazionali", ha aggiunto la fonte.

3 giorni fa
Hamas ha ricevuto una nuova proposta per un cessate il fuoco
Prevede una tregua di 60 giorni e il rilascio degli ostaggi in due tranche. Hamas terrà consultazioni interne tra i suoi leader.

I negoziatori di Hamas al Cairo hanno ricevuto una nuova proposta per un cessate il fuoco a Gaza, che prevede una tregua di 60 giorni e il rilascio degli ostaggi in due tranche. Lo ha dichiarato un funzionario palestinese. "La proposta è un accordo quadro per avviare negoziati su un cessate il fuoco permanente", ha dichiarato il funzionario all'AFP in condizione di anonimato, aggiungendo che "Hamas terrà consultazioni interne tra i suoi leader" e con i leader di altre fazioni palestinesi per esaminare la proposta.

5 palestinesi morti per malnutrizione 

Il ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas ha inoltre reso noto che cinque palestinesi, tra cui due bambini, sono morti per malnutrizione nelle ultime 24 ore. Lo riporta Al Jazeera. Il dato porta a 263 il numero totale delle persone decedute nella Striscia a causa della fame e della malnutrizione dall'inizio delle ostilità, tra cui 112 bambini.

3 giorni fa
Amnesty: "Israele affama deliberatamente i palestinesi a Gaza"
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Israele, pur limitando fortemente gli aiuti consentiti nella Striscia, ha ripetutamente respinto le accuse di affamare deliberatamente la popolazione nella guerra che dura da 22 mesi.

L'organizzazione per i diritti umani Amnesty International ha accusato oggi Israele di attuare una "politica deliberata" volta a ridurre la popolazione di Gaza alla fame, citando le testimonianze dei palestinesi sfollati e del personale medico che cura i bambini malnutriti nel territorio.

Accuse respinte

Israele, pur limitando fortemente gli aiuti consentiti nella Striscia di Gaza, ha ripetutamente respinto le accuse di affamare deliberatamente la popolazione nella guerra che dura da 22 mesi. Contattati dall'agenzia di stampa Afp, l'esercito e il ministero degli Esteri israeliani non hanno rilasciato commenti. Secondo il rapporto dell'organizzazione, "Israele sta conducendo una campagna deliberata di affamamento nella Striscia di Gaza occupata, distruggendo sistematicamente la salute, il benessere e il tessuto sociale della vita palestinese".

4 giorni fa
500.000 persone in piazza Tel Aviv e un milione nel Paese
Il Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani dichiara che quasi 500.000 persone si sono radunate stasera nella Piazza degli Ostaggi e nelle strade circostanti di Tel Aviv per la manifestazione che chiede al governo di raggiungere un accordo per liberare gli ostaggi.

Il Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani dichiara che quasi 500.000 persone si sono radunate stasera nella Piazza degli Ostaggi e nelle strade circostanti di Tel Aviv per la manifestazione che chiede al governo di raggiungere un accordo per liberare gli ostaggi. Cifre ufficiali non ce ne sono. "Quasi 500.000 persone si sono radunate", si legge nella dichiarazione, citata dal Times of Israel - per chiarire che l'intero popolo israeliano vuole il rilascio di tutti gli ostaggi e la fine della guerra", afferma il Forum, che stima che in tutto Israele in decine di manifestazione il totale dei manifestanti raggiunga il milione.

4 giorni fa
Centinaia di riservisti chiedono la fine della guerra
"Chiediamo al governo e allo Stato maggiore di non espandere ulteriormente il conflitto reclutando decine di migliaia di riservisti e mettendo a rischio la vita degli ostaggi" si legge nel documento siglato da diversi militari della riserva e citato dai media israeliani.

Centinaia di riservisti, che hanno partecipato ai combattimenti scoppiati dopo i massacri di Hamas del 7 ottobre di due anni fa, si uniscono alla giornata di proteste in Israele per chiedere la fine della guerra. "Chiediamo al governo e allo Stato maggiore di non espandere ulteriormente il conflitto reclutando decine di migliaia di riservisti e mettendo a rischio la vita degli ostaggi, e anzi di concludere un accordo per rilasciarli", si legge in un documento siglato da diversi militari della riserva e citato dai media israeliani. "Nessuno deve essere lasciato indietro", si aggiunge, evocando il motto caro da sempre agli operativi israeliani.

4 giorni fa
Scontri tra polizia e manifestanti a Gerusalemme
La polizia ha annunciato la riapertura delle strade dopo lo sciopero nazionale.

Dopo "alcuni scontri con i dimostranti" la polizia israeliana annuncia la riapertura di tutte le arterie bloccate dai manifestanti a Gerusalemme. "Il traffico scorre normalmente", si precisa in una nota ufficiale citata dia media locali. Il bilancio degli arrestati è salito a 32.

La posizione di Netanyahu

"Coloro che oggi chiedono la fine della guerra non solo stanno irrigidendo la posizione di Hamas e ritardando il rilascio dei nostri ostaggi, ma stanno anche assicurando che gli orrori del 7 ottobre si ripeteranno e che dovremo combattere una guerra senza fine", ha nel frattempo detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu citato dai media di Tel Aviv. "Il controllo della sicurezza nella Striscia di Gaza è solo una delle nostre condizioni per porre fine alla guerra, condizioni che Hamas rifiuta di accettare. Insistiamo non solo sul disarmo di Hamas, ma anche sul fatto che Israele imponga il disarmo della Striscia di Gaza nel tempo".

4 giorni fa
Smotrich contro i manifestanti in Israele: 'fate il gioco di Hamas'
Il ministro delle finanze ha attaccato lo sciopero nazionale e le manifestazioni indette oggi.

Il ministro delle Finanze di estrema destra israeliano Bezalel Smotrich attacca lo sciopero nazionale e le manifestazioni indetti oggi per chiedere la liberazione degli ostaggi e la fine della guerra, accusando i dimostranti di "fare il gioco di Hamas". "La nazione di Israele si sveglia stamattina e si trova di fronte a una campagna dannosa che fa il gioco di Hamas, seppellisce gli ostaggi nei tunnel e cerca di far arrendere Israele ai suoi nemici", scrive Smotrich su X, ripreso da Times of Israel. "La campagna non è decollata e coinvolge pochissime persone. Lo Stato di Israele non è bloccato", ha tuttavia aggiunto.

25 arresti

È intanto di almeno 25 arresti il bilancio dell'intervento delle forze dell'ordine per liberare le strade bloccate dai dimostranti, che in molti casi hanno dato alle fiamme dei pneumatici. Lo riferiscono i media di Tel Aviv. Bloccata anche l'autostrada 16, una delle principali vie d'accesso a Gerusalemme. I manifestanti dovrebbero convergere sulla 'piazza degli ostaggi' di Tel Aviv, dove sono attese oltre 1 milione di persone.

4 giorni fa
Raid israeliano su Gaza City, bombardato un ospedale
Nelle prime ore del mattino un raid ha colpito l'ospedale al Ahli, uccidendo almeno 7 persone.

Un raid israeliano alle prime ore del mattino ha colpito l'ospedale Al Ahli di Gaza City, uccidendo almeno 7 persone, secondo quanto riporta Al Jazeera. Un ragazzo è morto, invece, nell'attacco su una tenda, sempre a Gaza City.

Si intensifica l'offensiva

Israele intensifica la sua offensiva mentre aumentano i morti per fame (11 nelle ultime 24 ore secondo il ministero della Salute di Gaza) e aumenta la pressione per sfollare forzatamente i palestinesi nelle zone di concentramento nel sud della Striscia. Decine di migliaia di israeliani si sono già radunati a Tel Aviv per chiedere la fine della guerra e il ritorno degli ostaggi.

4 giorni fa
Tel Aviv, in migliaia in piazza per chiedere la fine della guerra
Lo sciopero nazionale proclamato dal Forum delle famiglie degli ostaggi sta bloccando le principali vie d'accesso della città.

Decine di migliaia di persone sono scese in strada a Tel Aviv fin dalle 6.30 del mattino (le 5.30 in Svizzera) per lo sciopero generale nazionale proclamato dal Forum delle famiglie degli ostaggi per sollecitare la fine della guerra a Gaza e un accordo per il ritorno degli ostaggi ancora nella mani di Hamas. Ne danno notizia i media israeliani mostrando immagini di blocchi stradali sulle autostrade e sulle vie principali di accesso. Il Forum si attende la presenza di un milione di persone sulla Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv per tutta la giornata e centinaia di iniziative in tutto Israele con decine di migliaia di persone.

IL programma della giornata

Per dare il via alla giornata di proteste, gli attivisti si sono posizionati agli incroci delle strade principali, hanno acceso falò nel mezzo della carreggiata e distribuiscono nastri gialli ai passanti. Il programma della giornata prevede un punto stampa del Consiglio di ottobre dal mercato di Sarona a Tel Aviv, di fronte al quartier generale militare di Kirya. Alle 9 una speciale mostra fotografica verrà inaugurata in Piazza degli Ostaggi, aperta al pubblico per tutta la giornata fino alle 18. Il palco principale nella Piazza ospiterà anche discorsi dei familiari degli ostaggi per quasi tutta la giornata. Gli eventi culmineranno con una manifestazione di massa davanti al quartier generale militare di Kirya in programma per le 20 (le 19 in Svizzera).

Una giornata per salvare vite

'Una giornata per salvare vite' è il titolo dato alla manifestazione da Forum delle famiglie, che contesta la decisione del governo Netanyahu di espandere l'offensiva a Gaza, anziché raggiungere un accordo per liberare i 50 ostaggi rimasti, 20 dei quali ritenuti ancora vivi. Proteste e azioni sono previste in 400 località di tutto il Paese.

6 giorni fa
La Svizzera rifiuta nuovi insediamenti israeliani in terra palestinese
"Questi progetti violano il diritto internazionale, mettono a rischio la soluzione dei due Stati e alimentano le tensioni", si legge in un comunicato del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) pubblicato stasera sul social X.

La Svizzera respinge l'annunciata costruzione di migliaia di unità abitative nella Cisgiordania palestinese occupata da Israele, nella fattispecie gli insediamenti a est di Gerusalemme pianificati dal governo israeliano di Benjamin Netanyahu. "Questi progetti violano il diritto internazionale, mettono a rischio la soluzione dei due Stati e alimentano le tensioni", si legge in un comunicato del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) pubblicato stasera sul social X.

Il progetto israeliano: costruire circa 3'400 abitazioni 

Il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha recentemente annunciato il progetto di costruire circa 3'400 unità abitative nell'area tra Gerusalemme Est e l'insediamento di Maale Adumim. L'area è considerata uno dei punti più delicati del conflitto tra Israele e i palestinesi, poiché il suo sviluppo dividerebbe di fatto la Cisgiordania in una parte settentrionale e una meridionale, rendendo molto più difficile, se non impossibile, la creazione di un territorio contiguo per un futuro Stato palestinese.

Gli insediamenti "illegali" secondo il diritto internazionale

Durante la Guerra dei Sei Giorni del 1967, Israele ha conquistato, tra gli altri territori, la Cisgiordania e Gerusalemme Est, dove oggi vivono più di 700'000 coloni ebrei tra circa tre milioni di palestinesi. Gli insediamenti sono illegali secondo il diritto internazionale.

6 giorni fa
Idf: "Iniziate le operazioni a Zeitun, alla periferia di Gaza City"
I soldati stanno lavorando per localizzare esplosivi, eliminare i terroristi e smantellare le infrastrutture terroristiche, sia in superficie che nel sottosuolo. Anche l'aeronautica militare israeliana sta operando nella zona.

I soldati delle Idf della 99a Divisione hanno iniziato a operare nell'area di Zeitun, situata alla periferia di Gaza City, per la prima volta da quando sono state annunciate le nuove operazioni per occupare la città , ha dichiarato l'esercito israeliano. Lo scrive il Jerusalem Post.

"Localizzare esplosivi ed eliminare i terroristi"

L'Idf ha affermato che i soldati stanno lavorando per localizzare esplosivi, eliminare i terroristi e smantellare le infrastrutture terroristiche, sia in superficie che nel sottosuolo. Nell'ambito di queste attività, le forze israeliane hanno colpito e smantellato una struttura dotata di trappole esplosive che custodiva armi.

Anche l'aeronautica militare sta operando nella zona

Anche l'aeronautica militare israeliana sta operando nella zona in coordinamento con le truppe sul campo, colpendo obiettivi militari e terroristi, ha aggiunto l'esercito che ha confermato la chiusura di un tunnel lungo 7 km nella zona di Beit Hanun nella Striscia di Gaza, sigillato dopo un'operazione durata quattro settimane condotta dalle truppe del Corpo di ingegneria del Comando meridionale.

7 giorni fa
"Un piano che seppellirà l'idea di uno Stato palestinese"
Il piano approvato dal ministro delle finanze israeliano comprende 3'400 unità abitative per i coloni in un'area della Cisgiordania all'interno del comune israeliano di Ma'ale Adumim.

Il ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich, falco dell'ultradestra, ha annunciato di aver approvato il nuovo piano di insediamento nella regione E1 della Cisgiordania, che consiste in 3401 unità abitative per i coloni: un piano che, ha detto, "seppellirà l'idea di uno Stato palestinese". Smotrich ha rivelato che terrà una conferenza stampa oggi, indicano i media israeliani, fra cui il quotidiano di lingua inglese The Jerusalem Post, il giornale in linea The Times of Israel e il sito di informazioni Ynet. La zona o corridoio E1 (abbreviazione di East 1) è un'area della Cisgiordania all'interno del comune israeliano di Ma'ale Adumim, adiacente a Gerusalemme Est, copre un'area di dodici chilometri quadrati e ospita numerose comunità beduine e anche una grande centrale di polizia israeliana.

"Non c'è alcuna conferma ufficiale"

Peace Now (letteralmente Pace adesso, un movimento progressista pacifista non governativo israeliano) - scrive The Jerusalem Post - aveva precedentemente definito il piano annunciato da Smotrich un "colpo mortale alla soluzione dei due Stati", perché prevede di dividere di fatto la Cisgiordania in due parti, impedendo lo sviluppo dell'area metropolitana tra Ramallah, Gerusalemme Est e Betlemme. Ynet da parte sua ricorda tuttavia che, sebbene l'annuncio di Smotrich sia stato reso pubblico, non c'è stata alcuna conferma ufficiale in merito all'approvazione del piano. La pubblicazione israeliana ha osservato che i precedenti progetti di edilizia abitativa, ampiamente pubblicizzati al momento del lancio, sono stati ritardati per anni.

9 giorni fa
"Heidi" salpa per Gaza, anche la Svizzera partecipa alla flottiglia umanitaria
© gazafreedomflotilla
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L’imbarcazione farà parte della flotta civile internazionale composta da decine di barche provenienti da 44 Paesi, con l’obiettivo dichiarato di rompere pacificamente il blocco navale di Gaza e consegnare aiuti umanitari alla popolazione civile.

Alcuni cittadini svizzeri parteciperanno alla flottiglia mondiale che intende rompere il blocco marittimo a Gaza. La delegazione svizzera della Global Sumud Flotilla è infatti riuscita ad acquistare la sua prima imbarcazione, la prima delle cinque previste, che salperà verso Gaza alla fine di agosto, carica di filtri per l'acqua e latte in polvere per bambini. Grazie a una raccolta fondi pubblica e donazioni private, l'associazione Waves of Freedom Switzerland (WOFA) è riuscita a coprire l'acquisto dell'imbarcazione, battezzata Heidi. Un nome scelto per richiamare la celebre bambina delle Alpi, simbolo di "compassione e amore per il prossimo".

Una flottiglia internazionale

L’imbarcazione farà parte della flotta civile internazionale composta da decine di barche provenienti da 44 Paesi, con l’obiettivo dichiarato di rompere pacificamente il blocco navale di Gaza e consegnare aiuti umanitari alla popolazione civile. "Quello che sta succedendo è disumano. Vogliamo rompere il blocco, gli aiuti sono sul posto", ha dichiarato oggi ai media a Ginevra Hicham El Ghaoui, presidente di WOFA, un'associazione fondata nel 2025 a Verbier (VS). Il medico, che ha partecipato a diverse missioni a Gaza, spiega che i camion pieni di cibo sono parcheggiati a pochi chilometri dall'enclave palestinese, dove la gente muore di fame.

Le prime imbarcazioni partono il 31 agosto da Barcellona

Con oltre 160 nazionalità rappresentate, la Global Sumud Flotilla è la più grande azione della società civile mai organizzata, ha sottolineato Shady Ammane, delegato per la Svizzera. Decine di imbarcazioni partecipano a questa iniziativa pacifica e non violenta. La Global Sumud Flotilla partirà ufficialmente il 31 agosto da Barcellona, con un secondo convoglio in partenza il 4 settembre da Tunisi. Altre imbarcazioni salperanno da diversi porti del Mediterraneo per unirsi alla missione.

9 giorni fa
Israele approva 39 piani regolatori sul suolo palestinese
Lo riporta l'agenzia palestinese Wafa.

La Commissione palestinese per la resistenza agli insediamenti ha rivelato un piano sistematico di Israele per trasformare numerosi avamposti coloniali di grandi dimensioni in Cisgiordania e intorno a Gerusalemme in veri e propri insediamenti. Lo riporta l'agenzia palestinese Wafa. Diversi piani regolatori riguardano "massicce espansioni" nella colonia di Eli, "nell'ambito di una strategia più ampia per separare la Cisgiordania centrale dalla sua parte settentrionale attraverso un blocco coloniale che si estende tra gli insediamenti di Shilo ed Eli e gli avamposti circostanti, nell'area tra i governatorati di Ramallah e Nablus".

I 39 piani regolatori

Nel solo mese di luglio - afferma il capo della Commissione Mu'ayyad Shaaban, gli enti di pianificazione israeliani hanno esaminato 39 piani regolatori: 34 per gli insediamenti in Cisgiordania e 5 per gli insediamenti all'interno dei confini municipali di Gerusalemme. Di questi, 22 sono stati approvati e 12 sono stati depositati, per un totale di 4.492 unità insediative approvate e 1.095 unità in attesa di approvazione su circa 2.000 ettari di territorio palestinese. Secondo Shaaban, Israle "continua a imporre fatti concreti sul suolo palestinese, il che frammenterà il territorio palestinese e imporrà un sistema di enclave isolate per eliminare la possibilità di un futuro Stato palestinese". "Le gravi violazioni commesse dallo Stato occupante sul territorio non solo violano le capacità e i diritti inalienabili del popolo palestinese - ha osservato -, ma violano anche ulteriormente le risoluzioni della comunità internazionale, le risoluzioni delle Nazioni Unite e le posizioni giuridiche dichiarate".

9 giorni fa
"A Gaza c'è carestia, Israele sblocchi l'accesso alle Ong"
Lo afferma un comunicato diffuso dall'alto rappresentante Ue Kaja Kallas e firmato da vari Paesi Ue ed extra-Ue, inclusa la Svizzera .

"Chiediamo al governo israeliano di autorizzare tutte le spedizioni di aiuti delle ONG internazionali e di consentire agli operatori umanitari essenziali di svolgere le loro attività. È necessario adottare misure immediate, permanenti e concrete per facilitare l'accesso sicuro e su larga scala delle Nazioni Unite, delle ONG internazionali e dei partner umanitari". Lo afferma un comunicato diffuso dall'alto rappresentante Ue Kaja Kallas e firmato da vari Paesi Ue ed extra-Ue, inclusa la Svizzera. "Le sofferenze umanitarie a Gaza hanno raggiunto livelli inimmaginabili. La carestia si sta diffondendo sotto i nostri occhi. È necessario intervenire con urgenza per fermare e invertire la tendenza alla fame. Lo spazio umanitario deve essere protetto e gli aiuti non devono mai essere politicizzati", afferma la dichiarazione.

"La situazione umanitaria rischia di aggravarsi"

"Tuttavia, a causa delle nuove restrizioni in materia di registrazione, le ONG internazionali essenziali potrebbero essere costrette a lasciare immediatamente i territori palestinesi occupati, il che aggraverebbe ulteriormente la situazione umanitaria. Tutti i valichi e le vie di comunicazione devono essere utilizzati per consentire l'afflusso di aiuti a Gaza, compresi cibo, forniture alimentari, ripari, carburante, acqua potabile, medicinali e attrezzature mediche. Non deve essere fatto uso di forza letale nei luoghi di distribuzione e i civili, gli operatori umanitari e il personale medico devono essere protetti".

"Serve un cessate il fuoco"

"Siamo grati agli Stati Uniti, al Qatar e all'Egitto per i loro sforzi volti a promuovere un cessate il fuoco e a perseguire la pace. Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco che ponga fine alla guerra, affinché gli ostaggi siano liberati e gli aiuti possano entrare a Gaza via terra senza ostacoli", conclude la nota.

Chi ha firmato la dichiarazione

"La presente dichiarazione - si legge nel comunicato - è stata firmata da: I ministri degli Esteri di Australia, Belgio, Canada, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Islanda, Irlanda, Giappone, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea, il commissario europeo per il Mediterraneo e il commissario europeo per l'uguaglianza, la preparazione e la gestione delle crisi".

9 giorni fa
Per Israele a Gaza "non c'è malnutrizione diffusa"
Lo afferma un'agenzia del Ministero della Difesa israeliano.

Un'agenzia del Ministero della Difesa israeliano ha pubblicato un nuovo rapporto in cui si afferma che "non vi è alcun segno di malnutrizione diffusa" nella Striscia di Gaza, dove le Nazioni Unite da settimane lanciano l'allarme sul rischio di "carestia diffusa" e la presenza di 300 mila bambini a rischio "malnutrizione acuta". Il Cogat, responsabile israeliana per l'Amministrazione civile nei territori palestinesi occupati afferma di aver condotto una "revisione approfondita" dei dati e delle cifre di Hamas sui decessi dovuti a malnutrizione rilevando "una significativa discrepanza" tra le cifre diffuse dalle autorità palestinesi e "i casi documentati, con dettagli identificativi completi" nei media e sui social network, il che "solleva dubbi sulla loro credibilità".
"L'analisi caso per caso dei decessi pubblicati mostra che la maggior parte delle persone emaciate soffriva di condizioni mediche preesistenti che hanno portato al deterioramento della loro salute, indipendentemente dal loro stato nutrizionale", afferma il Cogat, per cui questi "casi estremi non rappresentano la condizione della popolazione generale della Striscia di Gaza". Cogat conclude che non vi è "alcun segno di malnutrizione diffusa" tra i cittadini di Gaza, denunciando "il cinico sfruttamento di immagini tragiche" da parte di Hamas.

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