
“Fino a due giorni fa avevo due camere libere su 86, solo questa mattina se ne sono svuotate 30-40”. A raccontarcelo è Paolo Vignone, titolare del Grand Hotel Diana Majestic a Diano Marina, in Liguria. Ieri pomeriggio, quando l’Ufficio federale della sanità pubblica ha inserito la Liguria tra le regioni a rischio, per lui è stato un fulmine a ciel sereno. “Stavo lavorando, anzi stavo prolungando i contratti ai dipendenti perché le cose stavano andando bene, quando hanno iniziato ad arrivare le cancellazioni, sul cellulare ne avevo decine e decine”, ci dice.
Chiusura anticipata
Quest’annata complicata per l’albergatore di Diano Marina avrebbe dovuto concludersi il 18 ottobre, ma i piani sono cambiati. “Noi lavoriamo con gli svizzeri, se ci mancano gli svizzeri l’albergo non si può tenere aperto. Gli italiani non hanno vacanze, tedeschi e olandesi non bastano”. La clientela della Confederazione, ci spiega Vignone, è importante tutto l’anno, ma in questo periodo lo è ancora di più. Così il Grand Hotel Diana Majestic chiuderà il 4 ottobre, giusto il tempo per salutare gli ultimi ospiti e fare le pulizie di fine stagione. “Nel nostro piccolo perderemo qualcosa come 150mila euro di fatturato”.
“Non stava andando male”
L’albergo sulla Riviera di Ponente negli ultimi mesi stava recuperando le perdite dovute al lockdown. “Non stava andando male, abbiamo riaperto il 20 giugno e a oggi abbiamo raggiunto il 50 percento del fatturato. Senza la decisione svizzera si sarebbe potuta finire bene la stagione”, spiega Vignone.
“I clienti arrabbiatissimi”
“Non riusciamo a capire una cosa del genere e non riescono a capirla i clienti. Questa mattina quando sono ripartiti erano arrabbiatissimi”, continua l’albergatore. “Gli alti numeri di casi sono dovuti al focolaio di La Spezia, noi non siamo così toccati”. E, in effetti, i dati lo mostrano: Diano, in provincia di Imperia, è a oltre 200 chilometri da La Spezia e l’incidenza di nuovi contagi nelle ultime due settimane è di 39 ogni 100mila abitanti, sotto al limite di 60 in base a cui decide l’UFSP. Nella provincia di Genova la quota è a 50, mentre in quella di Savona addirittura a 21. Dati contenuti in una lettera del Sistema Sanitario della Regione Liguria che chiede che l’obbligo di quarantena sia ridiscusso e limitato a chi ha soggiornato nella provincia della Spezia.
L’UFSP non fa passi indietro
Dopo le proteste della regione italiana, l’UFSP ha però confermato di non voler fare passi indietro. L’incidenza della Liguria, ha dichiarato all’agenzia Keystone-Ats, è di circa 80 casi ogni 100mila abitanti e una differenziazione all’interno delle regioni non è immaginabile. L’obbligo di quarantena scatterà lunedì 28 settembre.
“Interverrà il governo”
Anche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, dopo aver parlato ieri ha preso nuovamente posizione sulla questione, spiegando con un post su Facebook di aver parlato con Roma, dove il ministro degli Esteri Luigi Di Maio gli ha assicurato un intervento. Toti ha anche aggiunto: “Non accettiamo che i nostri sforzi vengano intaccati da misure che mettono in cattiva luce la nostra regione e danneggiano le nostre imprese: dopo tanti sforzi per ripartire non possiamo permetterci ulteriori stop”.
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