
La Liguria chiede alla Svizzera di ritornare sulla sua decisione di inserire la regione nella ‘lista rossa’ delle aree a rischio di coronavirus, con obbligo di quarantena per chi ritorna nella Confederazione. Dopo aver appreso la notizia - scrive l’agenzia italiana Ansa - la regione Liguria ha scritto al console generale di Svizzera in Italia e per conoscenza al ministro degli Esteri Di Maio affinché “le autorità svizzere tornino su una decisione che risulta falsata da dati disomogenei sul territorio regionale” oppure, in subordine, “limitino le proprie prescrizioni alle sole aree regionali maggiormente colpite dal contagio”.
In una nota, la Regione Liguria sottolinea come la misura dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) rientri in un meccanismo automatico che scatta nel caso in cui in una regione si superino i 60 casi su 100 mila abitanti in 14 giorni. “In particolare nel caso della Liguria - si legge nella nota - questa soglia corrisponde a una media di 70 casi al giorno: tale superamento della soglia è interamente ascrivibile al cluster spezzino, mentre il resto del territorio ligure resta prevalentemente al di sotto del parametro indicato”.
Toti: “70 casi su 100mila abitanti solo a La Spezia”
“Il raggiungimento dei 70 casi ogni 100 mila abitanti è stato superato nei giorni scorsi in Liguria solo nello spezzino, un salto legato al cluster individuato nella città che sta diminuendo. Invitiamo la Svizzera a considerare il territorio ligure non come un unicum, ma segmentato nelle varie aree di penetrazione e circolazione del virus”. Lo ha detto il presidente della Liguria Giovanni Toti a seguito dell’inserimento della Liguria nella lista rossa. “Non mi preoccupo affatto del provvedimento preso dalla Svizzera, sapevamo tutti i contorni, la circolazione del virus in Liguria non ce lo devono dire gli svizzeri. È alta in alcune zone. Se no non avremmo varato le ordinanze per La Spezia e il centro storico di Genova. Ritengo squilibrato considerare l’intera Liguria una situazione omogenea”, commenta Toti.
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