UBS-Credti Suisse
Ermotti: "Ogni posto di lavoro perso fa male"
©(C)FOTOPEDRAZZINI.CH
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Redazione
2 anni fa
Il ceo ha aggiornato i media sulla decisione di integrare Credit Suisse all'interno di UBS. "La ristrutturazione è necessaria".

Sergio Ermotti ha parlato oggi in conferenza stampa della totale integrazione di Credit Suisse da parte di UBS. "All'inizio eravamo aperti a tutte le soluzioni, ma ci siamo subito resi conto che c'erano solo due opzioni: integrazione completa o outsourcing", ha detto Ermotti. "Ma sia dal punto di vista dei clienti che dei dipendenti una cosa era chiara: con la piena integrazione possiamo salvare più posti di lavoro e questa è anche la cosa migliore per l'economia svizzera". Prima che possa aver luogo l’integrazione, però, è necessaria "anche una ristrutturazione".

"Ogni posto di lavoro perso fa male", ha aggiunto Ermotti. Sul mercato del lavoro svizzero, tuttavia, ci sono ancora molti posti vacanti. "Le persone hanno buone possibilità di trovare un nuovo impiego, anche se questo certamente non facilita la decisione". "Creeremo non solo più valore, ma preserveremo un buon numero di lavoratori nelle unità svizzere, in modo da garantire una maggiore efficienza per i nostri clienti, continuando a contribuire al successo dell'economia svizzera". Prima di poter parlare di sinergia "è però necessaria una fase di ristrutturazione, dopodiché si potrà parlare di una vera e propria sinergia". Quello che succederà in termini di ristrutturazione "sarà quello di integrare i due business con il focus sempre sui clienti". Questo è il motivo per cui entro la fine del 2024 "procederemo in una fase di regolamentazione necessaria per permettere la fusione delle due compagnie. Le due banche continueranno ad operare nel mercato in maniera indipendente". Nel 2024 "avverrà poi la migrazione de clienti Credit Suisse in UBS. Solo lì si potrà iniziare a parlare di sinergie".

A rischio ulteriori impieghi?

La soppressione di posti - 1'000 riguardano l'integrazione di CS Svizzera nel gruppo bancario, mentre altri 2'000 concernono altre aree di attività locali dell'istituto - potrebbero essere il preludio a ulteriori tagli: UBS ha infatti annunciato oggi che entro il 2026 intende ridurre i costi di 10 miliardi di dollari (la valuta in cui tiene i conti), un valore superiore agli 8 miliardi fin qui ventilati dalla dirigenza. A titolo di confronto gli interi oneri di Credit Suisse sono ammontati nel 2022 a 18 miliardi. Il portale Inside Paradeplatz ha già messo online un calcolo speculativo, secondo cui il programma di risparmio dovrebbe comportare nei prossimi anni la cancellazione di 30-35'000 posti. In Svizzera - sempre secondo questa fonte - sarebbero a rischio 10'000 impieghi.

Il Governo deplora i licenziamenti

Il Consiglio federale deplora i licenziamenti decisi in seguito all'acquisizione di Credit Suisse (CS) da parte di UBS. Dietro ogni taglio di un posto di lavoro ci sono persone e famiglie, si legge in una dichiarazione scritta del governo. L'Esecutivo ricorda le sue aspettative, formulate in marzo, secondo le quali occorre cercare soluzioni socialmente accettabili per la riduzione dei posti di lavoro e rispettare gli obblighi esistenti. I piani di UBS sono in linea con le aspettative iniziali del Consiglio federale. Il Governo è invece soddisfatto dell'accordo raggiunto tra le parti sociali del settore bancario, UBS e CS. L'Esecutivo le ringrazia "per aver assunto in modo responsabile il loro ruolo" e per il loro continuo sostegno al processo di integrazione delle due banche.