Ticino
Zone a luci rosse: Chiasso chiama il Cantone
Redazione
15 anni fa
A Bellinzona altri passi avanti verso una nuova regolamentazione cantonale. E la città di confine vuole vederci chiaro

Il mondo delle luci rosse ticinese sta cambiando. E al contempo si avvia verso una nuova regolamentazione, con un aggiornamento della legge del 2001.Negli scorsi giorni, secondo quanto scrive stamane il Corriere del Ticino, i membri del Gruppo per il monitoraggio sulla prostituzione, presieduto dall'avvocato Guido Santini, direttore della Divisione degli interni, hanno approvato una bozza di progetto che adesso passerà al vaglio del direttore del Dipartimento delle istituzioni, Luigi Pedrazzini, del Governo poi, ed infine - verosimilmente - di un’apposita commissione che avrà il compito di sviluppare la bozza di progetto. Parola d’ordine della nuova legge: regolarizzazione. In sostanza: permettere la creazione di strutture autorizzate in cui lavorino persone in regola. In pratica, se la nuova legge arriverà in porto, in Ticino nasceranno le famose zone a luci rosse dove potranno svilupparsi - ma solo grazie alle necessarie autorizzazioni - i bordelli autorizzati. Arbedo-Castione (che ha già indicato una zona a livello di Piano di indirizzo) e Lugano (l’Oceano di Grancia punta apertamente ad una completa regolarizzazione) potrebbero essere i primi due comuni pronti a fare questo passo. E a questi due potrebbe aggiungersene un terzo: Chiasso. “Le regole stanno cambiando e Chiasso è interessata a capire", ci conferma il sindaco Moreno Colombo. "Per questo - aggiunge - abbiamo chiesto un incontro con il Cantone, in particolare con il direttore della Divisione degli interni Guido Santini. E aspettiamo una risposta”. Nella città di confine i postriboli sono tre: Pompieii, Sixty Nine (ex Pedrocchino) e Rosa Nera. Ma si contano anche svariati appartamenti a luci rosse, un night e un salone di massaggi tantra. Insomma, il movimento non manca. Anzi. “E noi vogliamo essere propositivi – conclude Colombo – e siamo disposti a valutare fino in fondo la questione”.joe.p.

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