
La recente istituzione della zona 30 su via ai Saleggi a Locarno, a partire dall’ingresso dell’autosilo, solleva degli interrogativi. Sul tema si sono chinati adesso anche i consiglieri comunali centristi Giuseppe Abbatiello e Sašo Lazarov, autori di un’interrogazione inoltrata al Municipio. Proprio su questo tratto di strada ha infatti sede il centro di pronto intervento cittadino, da cui accedono e partono i veicoli della polizia comunale, dei pompieri civici e del servizio del SALVA. Secondo Abbatiello e Lazarov, se da un lato l’obiettivo di migliorare la sicurezza stradale è del tutto condivisibile, dall’altro "l’inclusione diretta dell’unico accesso al centro di emergenza in questa misura appare discutibile, poiché costringe i conducenti dei veicoli prioritari a muoversi all’interno di un contesto normativo che può generare ambiguità e conflitti di responsabilità”, si legge nell’atto parlamentare.
La criticità evidenziata
In particolare – proseguono gli interroganti – “i pompieri di picchetto arrivano al deposito come civili dai luoghi più disparati con i loro veicoli privati per ritrovarsi e prepararsi a procedere per gli interventi”. In questo frangente, utilizzando dei veicoli privati, “sono obbligati a rispettare integralmente ogni limite di velocità imposto dalla legge, inclusi quelli introdotti dalla nuova zona 30”. Tale rallentamento “può compromettere la prontezza nella costituzione della squadra e quindi la rapidità dell’intervento”.
Le conseguenze
Pur esistendo margini di manovra per i mezzi in urgenza dotati di sirene e lampeggianti, “non sembra chiaro fino a che punto gli autisti possano legalmente superare il limite senza esporsi a conseguenze personali anche in caso di collisioni o altro”. In caso di dubbi, “molti operatori tendono per prudenza a rispettare i limiti, anche a scapito della tempestività dell’intervento. Non è raro osservare veicoli in emergenza procedere a 30 km/h, pur dovendo raggiungere al più presto una persona in difficoltà, sofferente o addirittura in pericolo”. Per i due interroganti, gli impegni e i rischi assunti ogni giorno da chi opera nei servizi di pronto intervento "non dovrebbero essere ulteriormente aggravati da ostacoli evitabili, tanto più se legati a scelte che potrebbero essere riviste con un approccio equilibrato". Proporzionalità e buon senso "dovrebbero guidare le politiche di sicurezza stradale, soprattutto in punti così strategici", concludono.
Le domande
Si chiede quindi al Municipio se è stata effettuata una valutazione specifica sull’impatto della zona 30 sui tempi e le condizioni operative dei servizi d’urgenza presenti in via ai Saleggi e se i responsabili dei servizi coinvolti (polizia, pompieri, autolettiga) sono stati formalmente consultati nella fase di progettazione. Gli interroganti vogliono anche sapere se esistono direttive chiare, ufficiali e formalizzate che indichino in che misura i conducenti di veicoli prioritari possono superare il limite di 30 km/h durante un intervento con dispositivi di allarme attivi e se queste valgono anche per il personale di picchetto con le auto private che giunge al CPI. Viene altresì chiesto all'Esecutivo se ritiene compatibile la presenza di una zona 30 con l’uscita diretta di veicoli di emergenza, e se sì, su quali basi. “Non ritiene più opportuno spostare l’inizio della zona in questione subito dopo il centro di pronto intervento, in modo da garantire condizioni di partenza più adeguate per i mezzi in emergenza, salvaguardando comunque la sicurezza della restante area?” Infine, si domanda se risultano conseguenze legali o altro, verso conducenti di veicoli prioritari o di picchetto con auto private che transitano nelle zone 30 in urgenza.