Ticino
Zali sulla bocciatura del nodo intermodale: "Troppi comuni nel Locarnese"
Redazione
2 giorni fa
Il consigliere di Stato attribuisce la bocciatura del progetto alla frammentazione istituzionale. E rilancia la sfida delle aggregazioni: "Personalismi e rivalità contrari all'interesse dei cittadini".

"Da una parte sono sollevato che i comuni del Locarnese abbiano bocciato il progetto. Sarebbe stato peggio il caso contrario, ovvero se i comuni l'avessero voluto e il resto del Cantone si fosse messo di traverso. La mia lettura è questa: nella zona di Locarno ci sono troppi comuni e occorrono dei progetti aggregativi. I personalismi e le rivalità sono contrari all'interesse dei cittadini. Credo che qualcuno possa trarre da questo e altri episodi, lo spunto per portare avanti un discorso concreto per ridurre il numero di comuni nell'agglomerato del Locarnese". Non usa mezzi termini il consigliere di Stato Claudio Zali nel descrivere i motivi che hanno portato il no alle urne sul nodo intermodale della stazione Locarno-Muralto. Un progetto sostenuto da politica e istituzioni, ma bocciato per un soffio dalla cittadinanza.

Un percorso travagliato

Nonostante l'invito a unirsi in un ente più grande, i cittadini nei comuni della regione si sono mostrati compatti nel bocciare il progetto, facciamo notare al ministro. "Sì, è solo la parte finale di un percorso che è stato travagliato fin dall'inizio. Se vi fosse stata maggiore unità d'intenti non saremmo probabilmente neanche arrivati a questa situazione. Constato solo che, con decine e decine di progetti d'agglomerato realizzati in tutto il Cantone con un importante finanziamento federale che ora andrà perso, è il primo caso in cui si arriva a referenderare un'opera. Il sistema dei programmi d'agglomerato funziona, i progetti vengono portati avanti in modo condiviso. Qui qualcosa si è inceppato e non lo attribuisco alla bontà o meno del progetto, ma a una situazione locale difficilmente vivibile".

Le aggregazioni tema del DI

Il tema delle aggregazioni nel Locarnese è particolarmente sensibile nella regione e Zali, che potrebbe assume la guida del Dipartimento delle istituzioni (a cui compete il tema delle aggregazioni), non intende imporre una soluzione calata dall'alto. "Le aggregazioni non si fanno con la forza, lo sappiamo tutti. Occorre però che soprattutto la politica locale avvii un processo volto al superamento di steccati che in questo momento, e oggi ne abbiamo una prova tangibile, rende difficile lavorare tutti assieme".