
Mentre nel Malcantone continua a imperversare un apparente caos comunicativo in merito alla circonvallazione Agno-Bioggio, da Lugano giunge oggi un altro messaggio di sostegno alla scelta del direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali di scartare il progetto originale a favore di una variante più economica ed ecologica.
A mandarlo è Marco Jermini, consigliere comunale socialista e membro del comitato di referendum contro il Piano di agglomerato del Luganese (PAL2). Un referendum che era riuscito ma che, come ricorderete, si trova attualmente nelle mani dei giudici del Tribunale amministrativo cantonale, dopo che il Consiglio di Stato ha deciso di accogliere il ricorso del leghista Paolo Sanvido, dichiarando "irricevibile" il referendum.
"La parole di Zali sulla circonvallazione danno ora un po' di conforto ai referendisti" scrive Jermini sul Corriere del Ticino. "Zali ha illustrato come sia possibile, volendolo, accantonare una variante sciagurata. Sciagurata perché il tracciato prevede un doppio passaggio sul Vedeggio, lo sventramento di un abitato, una lunghezza di 700 metri e un costo di 20 milioni di franchi superiore rispetto a una variante più diretta."
"Sciagurata perché il tracciato più lungo porterebbe con sé ogni anno 6 milioni di chilometri in più da parte delle 9 milioni di auto che passano da lì" prosegue Jermini. "Non aggiungiamo che la Confederazione non scuce nulla e manco vi diciamo quanti inquinanti in più verrebbero immessi nell'aria e quanto bambini e anziani si ammalerebbero: vi sono evidenti ragioni per proporre qualcosa di meglio."
Jermini ricorda che già nel referendum contro il PAL2 (nel quale è compresa la Agno-Bioggio) erano stati evidenziati gli stessi argomenti usati oggi da Zali: "rapporto costi-benefici scarso, progetto con impatto ambientale insufficiente a lungo termine, troppa voglia politica di far contenti tutti". Ricorda pure che "Berna considera insufficiente il rapporto costi-benefici della Agno-Bioggio, precisa che l'efficacia è insufficiente perché si presenta il rischio di un trasferimento dai trasporti pubblici al traffico motorizzato privato e conclude in modo drastico dicendo che l'opportunità di realizzare una strada di circonvallazione dovrà essere riesaminata."
La posizione di Zali dà quindi conforto ai referendisti, che concludono così: "Chi vivrà vedrà: il ricorso al Tram avrà la meglio sugli interessi di quei politici (di periferia) che operano in modo irrazionale sia dal profilo ambientale che dal profilo economico?"
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