
Nonostante sia comproprietario di un appartamento in Ticino, dove vivono i suoi nonni, e titolare di un conto bancario proprio in Svizzera, un giovane serbo non potrà venire nel nostro Cantone per frequentare la Scuola superiore alberghiera e del turismo (SSAT) di Bellinzona.
Lo ha sancito il Tribunale cantonale amministrativo (TRAM), che ha respinto il ricorso del 22enne contro la risoluzione del Consiglio di Stato che confermava il rifiuto del rilascio di un permesso di dimora per motivi di studio deciso dalla Sezione della popolazione del Dipartimento delle istituzioni.
A pesare sul mancato rilascio del permesso è stato il fatto che il giovane avesse già ottenuto in Serbia un diploma di maturità nel settore alberghiero. Sia la Sezione della popolazione, sia il Governo, sia il TRAM hanno quindi ritenuto che non fosse sufficientemente dimostrata la sua necessità di continuare la formazione in Svizzera.
Formazione che tra l'altro aveva iniziato, dal 1° settembre al 28 ottobre 2016, nonostante non disponesse di un permesso di dimora.
Inoltre i giudici hanno rimarcato che dopo l'ottenimento del diploma in Serbia, il 22enne aveva già intrapreso degli stages in alcuni alberghi serbi: "ne discende che egli dispone già di conoscenze sufficienti per assicurarsi un avvenire professionale nel suo Paese di origine, di modo che il corso presso la SSAT non gli risulta assolutamente indispensabile" si legge nella sentenza del TRAM.
Infine i giudici evidenziano che "il ricorrente è già stato più volte in Svizzera per rendere visita ai nonni in passato (a partire dal 2001), è comproprietario con gli stessi di un appartamento nel nostro Cantone ed è titolare di un conto bancario."
"Questi elementi denotano che in caso di ottenimento del permesso di soggiorno, la sua partenza dalla Svizzera al termine degli studi entro i termini previsti non potrà essere garantita e lasciano presagire che la prevista formazione potrebbe servire a eludere le disposizioni in materia di ammissione e di soggiorno degli stranieri" scrivono.
Per questi motivi i giudici del TRAM hanno respinto il ricorso del giovane serbo, ponendo a suo carico le spese giudiziarie di 1'500 franchi.
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