Ticino
Vivere in autosufficienza è possibile
Ginevra Benzi
3 anni fa
Il consigliere nazionale Bruno Storni ha risanato la sua casa, installando una pompa di calore e un impianto fotovoltaico che gli permettono di dipendere sempre meno dalle aziende elettriche. “La casa produce di più di quanto consuma”

Negli scorsi giorni il Consiglio federale ha deciso di spingere maggiormente sul fotovoltaico, approvando una modifica sull’ordinanza sulla pianificazione del territorio, che permetterà dal primo di luglio di velocizzare la realizzazione di un progetto. Il consigliere nazionale Bruno Storni (PS) ci ha già pensato e ai microfoni di Ticinonews ha spiegato come si è organizzato energeticamente nella sua abitazione.

Un accumulo superiore al consumo
“Probabilmente da mezzogiorno ha piovuto forte e non c’era sufficiente irraggiamento solare. Adesso invece c’è una piccola schiarita e siamo già a 1,6 kW”. Storni mostra ai colleghi di Teleticino il grafico inerente l’accumulo di energia elettrica acquisita dal suo impianto. “Ieri ha prodotto 44 kW/h e oggi, fino adesso, 5,8 kW/h che è probabilmente molto di più di quello che abbia consumato questa casa oggi”. Nonostante un venerdì uggioso e caratterizzato dall’acqua, il saldo è positivo. Il consigliere nazionale ha consumato meno di quanto ha prodotto con l’impianto fotovoltaico che ha istallato sul tetto della sua abitazione di Gordola.

Una scelta consapevole
La scelta di puntare sull’energia verde e vivere una vita a basso impatto ambientale l’ha presa qualche anno fa. “Prima ho risanato e riattato la casa, che era vecchia. Poi ho messo la pompa di calore e per ultimo, un anno e mezzo fa, ho messo l’impianto fotovoltaico”. Quest’ultimo produce molto in quanto il tetto è stato ben coperto e la pompa di calore consuma poco “perché la casa è isolata bene”.

Come funziona
Il conflitto in Ucraina non ha fatto altro che accrescere una situazione già precaria, con il rischio di una penuria elettrica, già ventilata da più parti. E allora serve davvero una svolta. Ma come funziona il fotovoltaico? “Ora ho una parte di autoconsumo, vuol dire che una parte del fotovoltaico la consumo direttamente, mentre la gran parte va in rete”, spiega ancora Storni. “Acquisto meno energia dall’Azienda Elettrica Sopracenerina. Se prima acquistavo 7’000 kW/h, adesso sono 4’500. In rete metto circa 8’500 kW/h, quindi questa casa produce più energia di quella che consuma”. Tuttavia non c’è alcun guadagno perché Storni riceve 9 centesimi al kW/h, mentre lui ne paga 22 all’acquisto.

Investimento ammortizzato in futuro
Storni ha poi mostrato l’impianto attivo a casa sua e l’esperienza è positiva. Stando a Storni, l’investimento iniziale verrà ammortizzato in una decina di anni. Da quel giorno in poi la sua bolletta elettrica sarà nettamente inferiore: un terzo di quanto pagava prima di istallare i pannelli sul tetto. Chi istalla un impianto come il suo ha la possibilità di acquistare una batteria per accumulare energia. Una sorta di riserva per i periodi dell’anno in cui il sole latita. A suo dire non è però conveniente in Ticino. Meglio immettere energia elettrica in rete, ma su questo punto ritiene che le aziende elettriche debbano fare di più, ovvero pagare correttamente l’energia immessa in rete. “Dovrebbero aumentare di 2 o 3 centesimi al kW/h. In questo modo non ci sarebbero più problemi per lo sviluppo del fotovoltaico, anche per chi ha difficoltà a pagare non sapendo neanche se ci sarà o meno un ritorno economico, o perlomeno una copertura dei costi dell’investimento”.

Previsioni future
“Il fotovoltaico sarà comunque fondamentale per fare a meno delle centrali nucleari, della benzina per le automobili (quindi preferire le elettriche) e della nafta e del gas per il riscaldamento delle abitazioni” ha concluso Storni.

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