
Violenza sulle donne e abusi sessuali contro minorenni. Sono i temi delle due interpellanze inoltrate dalle granconsigliere Tamara Merlo e Maura Mossi Nembrini (Più Donne). Partendo dal primo tema, nel loro atto parlamentare le due deputate sottolineano come in Ticino la polizia intervenga ogni anno "circa mille volte" per casi di violenza domestica. Ciononostante, il relativo Servizio della Polizia cantonale “conta appena tre persone e mezzo, un organico drammaticamente insufficiente rispetto alla gravità e all’estensione del fenomeno”. Le interpellanti denunciano inoltre una nuova modalità operativa introdotta recentemente, secondo la quale i reparti di polizia “si limiterebbero all’intervento iniziale, demandando al Servizio violenza domestica tutta la fase d’inchiesta e verbalizzazione”. Questo cambiamento “rischia di allungare i tempi e penalizzare le vittime, che potrebbero non essere più ascoltate subito dopo i fatti”.
Le domande
Si chiede quindi all’Esecutivo se la nuova prassi sia effettivamente entrata in vigore e da quando, e come vengano oggi gestiti gli interventi e le inchieste. Non solo: Merlo e Mossi Nembrini vogliono anche sapere se sia sostenibile, sul lungo periodo, “affidare quasi interamente al piccolo Servizio violenza domestica la presa a carico di tutte le vittime del Cantone e, soprattutto, quali conseguenze ciò comporti per la tutela delle stesse vittime”.
Abusi contro i minorenni
Passando al tema degli abusi sessuali contro minorenni, Mossi Nembrini e Merlo deplorano come, malgrado l’elenco dei casi si sia allungato anche dopo il 2022, "non si è assistito a un rafforzamento delle misure di prevenzione e sensibilizzazione". In questo ambito, scrivono, "ci sono iniziative lodevoli, ma non sufficienti, poiché si tratta di cambiare completamente cultura". Si chiede quindi quali programmi di prevenzione contro gli abusi sessuali su minorenni sono attualmente attivi nel nostro cantone, se sono previste campagne rivolte sia ai minori che agli adulti, e in che misura la scuola integra percorsi educativi volti a insegnare ai bambini e ai giovani a riconoscere i segnali di manipolazione e di disagio. Si domanda altresì quali misure sono in atto per favorire la denuncia tempestiva degli abusi e per sostenere le vittime nel superare il senso di vergogna che spesso impedisce di parlare, e se esistono strumenti di monitoraggio o di coordinamento istituzionale per garantire che casi di abuso non vengano insabbiati o sottovalutati.
