Ticino
Villa Violetta, "Tutti colpevoli"
Villa Violetta, "Tutti colpevoli"
Villa Violetta, "Tutti colpevoli"
Redazione
9 anni fa
Secondo giorno di processo per la controversa compravendita. Il procuratore pubblico: "Tutti e 5 sapevano di commettere un reato"

Sulla compravendita di Villa Violetta il procuratore pubblico Arturo Garzoni non ha dubbi. Tutti e cinque gli imputati sapevano di commettere un reato al momento della stesura del rogito. Dinanzi alla Corte d’appello presieduta dal giudice Giovanna Roggero-Will, Garzoni lo ha ribadito più volte.

Tutti, chi più nei dettagli, chi meno, stando al magistrato conoscevano il trucchetto dei due contratti – uno per l’immobile, l’altro per il mobilio – che ha permesso di vendere parzialmente in nero l’onerosa villa di Castagnola: la proprietaria, che ieri in fase istruttoria ha ammesso di essersi rivolta a un fiduciario con lo scopo di tenersi i soldi per lei e i figli a discapito dell’ex marito, dal quale stava divorziando; l’acquirente, un miliardario petroliere inglese definito da Garzoni “il più scaltro e intelligente di tutti”; il fiduciario Sandro Guggiari, ritenuto dalla pubblica accusa il direttore d’orchestra di tutta l’operazione, colui che appunto avrebbe messo in piedi lo stratagemma dei due contratti. Persino il notaio e l’avvocato ed ex deputato Yasar Ravi, entrambi assolti dalla sentenza di prima istanza, erano consapevoli, ha detto Garzoni, che il prezzo di vendita dell’immobile figurante sul rogito era inferiore a quello reale poiché compensato dal contratto sul falso mobilio.

“Fiduciario, avvocato e notaio hanno agito in team” ha dichiarato a più riprese il magistrato facendo riferimento a diversi scambi di email tra i tre. “Ma il vero timoniere della barca, ha concluso, era Guggiari”. Per lui Garzoni ha dunque chiesto 18 mesi sospesi. 14, invece, i mesi sospesi chiesti per Ravi ed il notaio. 13 per la proprietaria, 12 quelli per l’acquirente.

Tutte pene ampiamente contestate dagli avvocati difensori che si battono per l’assoluzione dei loro assistiti. Nel tardo pomeriggio la palla è passata dapprima alla legale della proprietaria. “La mia assistita voleva soltanto correggere una convenzione di divorzio ritenuta ingiusta” ha spiegato Monica Marazzi. “Non ha mai pensato di ingannare il fisco. Così come, ha concluso, si è completamente fidata di un professionista: il fiduciario, appunto”. Il dibattimento proseguirà domani con le difese degli avvocati Luigi Mattei, Mario Molo, Fulvio Pelli e Tuto Rossi.

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