
Falsità in atti formati da pubblici ufficiali o funzionari, falsità in documenti, frode fiscale, complicità in amministrazione infedele. 23 pagine fitte fitte con cui il procuratore Arturo Garzoni chiama nuovamente di fronte a una corte delle Assise correzionali i protagonisti della compravendita di villa Violetta.
Come anticipato da Teleticino, sul tavolo delle parti giunge, due anni dopo il primo dibattimento, l’atto d’accusa con cui torneranno a processo l’avvocato Yasar Ravi, il commercialista Sandro Guggiari e le altre persone coinvolte nella vicenda, che risale al 2005. Più un nuovo imputato, il notaio accusato da Guggiari durante il primo processo, portando così l’allora giudice Zali a chiedere un supplemento d’indagine. Detto fatto.
E presto si tornerà in aula per chiarire i coinvolgimenti e le responsabilità della transazione della lussuosa villa di Castagnola, avvenuta parzialmente in nero, che vide protagonisti due coniugi stranieri alla prese con un divorzio. La moglie allestì un contratto per l’immobile e uno per il mobilio. Metodo che permise di ridurre il guadagno dichiarato della vendita dell’immobile. Così al marito sarebbe giunta una parte di denaro inferiore al dovuto.
Per la vicenda finirono in carcere il commercialista Guggiari e anche l’allora deputato in Gran Consiglio Yasar Ravi, avvocato della proprietaria di Villa Violetta. Ma per quella carcerazione a Palazzo di Giustizia scoppiò la bufera, il giudice preposto non aveva infatti confermato l’arresto, chiesto dalla pubblica accusa sulla base del reato di truffa, per il quale però non furono riconosciuti gli estremi. In aula andranno chiarite le singole responsabilità. Chi e come ha progettato l’espediente del doppio contratto per falsare la compravendita di Villa Violetta.
Matteo Bernasconi
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