
Un gioiello architettonico del Mendrisiotto si prepara – forse – a vivere una nuova stagione. Villa Argentina, capolavoro ottocentesco firmato Antonio Croci e attuale sede dell’Accademia di architettura dell’USI, è al centro di un progetto da 3,5 milioni di franchi per un restauro conservativo con riqualifica energetica. Il Municipio ha sottoposto la richiesta al Consiglio comunale, assieme alla proposta di rinnovo del diritto di superficie in favore dell’Università per i prossimi trent’anni.
Un edificio simbolo da salvaguardare
Costruita tra il 1873 e il 1875 e riconosciuta come bene culturale, Villa Argentina è da tempo al servizio dell’Accademia, ma necessita oggi di interventi urgenti per garantirne la conservazione e l’efficienza. L’investimento richiesto mira proprio a questo: tutelare il patrimonio, aggiornare gli impianti e migliorare il comfort degli spazi senza snaturare l’identità dell’edificio. Il progetto si basa su uno studio approfondito realizzato dall’Accademia stessa, coordinato dagli architetti Franz Graf e Carlo Nozza, che ha portato alla definizione delle linee guida per un restauro rispettoso e sostenibile. Dopo un test effettuato su una parte della Villa, l’intervento completo prevede lavori su facciate, serramenti, impianti, barriere architettoniche e sicurezza antincendio.
Lavori a tappe e attenzione all’attività universitaria
Per non interrompere le attività dell’USI, il restauro sarà suddiviso in fasi, con le operazioni più invasive pianificate durante le pause estive. La durata stimata è di 24 mesi, ma il cantiere sarà organizzato per garantire sempre la funzionalità dell’istituto. Contestualmente, il Municipio propone di rinnovare il diritto di superficie per Villa Argentina e la sua dépendance, attualmente in scadenza nel 2027. Il nuovo contratto avrà durata trentennale (più 10 anni opzionali) e prevede un canone annuo aggiornato a 212’000 franchi. L’USI si farà carico della manutenzione ordinaria; quella straordinaria resterà a carico della Città.
Contributi e costi
Il progetto, inserito nel Piano delle Opere Prioritarie, prevede un contributo cantonale di 465’000 franchi e un sussidio di 200’000 franchi dal Fondo per le energie rinnovabili. Il costo netto a carico della Città ammonterebbe così a circa 2,8 milioni di franchi, ammortizzabili in 35 anni. Con questa iniziativa, il Municipio intende valorizzare un bene storico, migliorare l’efficienza energetica degli immobili pubblici e rafforzare la collaborazione con l’Università della Svizzera Italiana. La palla ora passa al Consiglio comunale, chiamato a esprimersi sulla richiesta di credito e sulla nuova convenzione.