Ticino
“Vietato vietare l’elemosina”
Foto Shutterstock
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Lara Sargenti
3 anni fa
Fabrizio Sirica e tre deputate PS chiedono al Consiglio di Stato ticinese di abrogare “una legge disumana” dopo il caso della mendicante di Ginevra finito davanti alla Corte Europea dei diritti umani

Una sentenza della Corte Europea dei diritti umani (CEDU) ha dato ragione ad una cittadina rumena che si era opposta alla multa inflittale dalle autorità ginevrine per accattonaggio. Il fatto si era verificato nel gennaio 2014 nel Cantone di Calvino, che ha una legge cantonale che vieta di chiedere l’elemosina. La donna, che non aveva lavoro e non percepiva assistenza sociale, aveva ricevuto una multa di 500 franchi ed era stata incarcerata per 5 giorni per aver chiesto l’elemosina in strada. La Corte europea dei diritti dell’uomo, con sede a Strasburgo, ha ritenuto la condanna non proporzionata “all’obiettivo della lotta alla criminalità organizzata” e ha condannato la Svizzera per aver violato la dignità della donna.

Il caso viene ora riportato alla luce in un’interrogazione indirizzata al Consiglio di Stato ticinese, in cui i deputati PS Fabrizio Sirica (primo firmatario), Anna Biscossa, Gina La Mantia e Laura Riget chiedono al Governo se è intenzionato a proporre una modifica della Legge sull’ordine pubblico per rispettare la convenzione europea dei diritti umani. Convenzione che è stata sottoscritta anche dalla Svizzera per cui la sentenza “è da ritenersi vincolante”.

Secondo i quattro granconsiglieri “è d’obbligo anche per il nostro cantone interrogarsi su quali modifiche sia necessario fare per rispettare questa convenzione che tutela i diritti fondamentali degli essere umani. Infatti anche il Canton Ticino, in maniera analoga a Ginevra, all’articolo 2 cpv della “Legge sull’ordine pubblico” prevede che sia vietata la pratica dell’accattonaggio”, fanno notare i deputati PS nell’atto parlamentare. Una modifica di legge alla quale il partito socialista si era opposto, ricordano i firmatari, ma che alla luce della sentenza “deve essere urgentemente cambiata, non solo per una questione di coerenza giuridica, ma soprattutto perché si tratta di una normativa che affronta la drammaticità di chi deve ricorrere all’accattonaggio con disumanità, punendo coloro che non hanno che la colpa di essere vittime di un sistema che li ha abbandonati, una legge che tenta di spazzare sotto il tappeto ciò che è meglio non dover vedere, per non dover esser costretti a spiegare ai bambini come mai c’è chi non ha nulla, anche in Svizzera. Nel goffo tentativo di non sporcare città e panorami da cartolina con la realtà sociale di troppe persone”.

“Non è un inno pauperistico alla povertà”, precisano Sirica e le tre deputate, “bensì la richiesta di prendere consapevolezza che certi metodi in contrasto col diritto degli uomini e delle donne, non sono accettabili”. I firmatari precisano infine di condividere l’obiettivo di non avere persone che chiedono l’elemosina, “ma non perché represse dalle multe, ma perché vengano prese a carico in maniera tale da non dover compiere questo umiliante atto”.

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