Ticino
Vecchi e nuovi PPD uniti dall'Inno a Luigi Rossi
Redazione
16 anni fa
Gustoso retroscena sulla cena di Sant'Antonino. La leggenda del proiettile che uccise l'ex ministro

Gustoso retroscena. Una settimana fa il presidente del PPD Giovanni Jelmini, ha convocato a Sant’Antonino ex deputati e ministri del partito. Una cinquantina in tutto, con in testa l’ex consigliere federale Flavio Cotti. Scopo dell’incontro, uno scambio di opinione conviviale, tra nuovi e vecchi dirigenti pipidini, “per non disperdere un enorme patrimonio politico”. Jelmini dixit. Ma durante la cena, a un certo punto, sai che succede? Succede che in tre o quattro si alzano in piedi e attaccano a cantare l’inno del partito. Gli altri, seguono a cascata. E al coro si unisce anche, con particolare trasporto, anche l’ex presidente della confederazione. Tutti a cantare “L’inno alla Guardia Luigi Rossi”: “Rossi a noi davanti sta/ Luigi Rossi a noi davanti sta/ di luce splende la sua ferita/ egli ci addita le vittorie già”. Un canto d’appartenenza tra vecchie e nuove generazioni del partito, unite dall’eroe pipidino per eccellenza: l’ex deputato e ministro, assassinato da un liberale l’11 settembre 1890, sullo scalone del Palazzo del Governo. Si dice anche, ma qui sconfiniamo forse nella leggenda, che il proiettile che uccise Rossi sia stato conservato nei decenni. E oggi sarebbe custodito proprio da Flavio Cotti. Dicono… Inno alla Guardia Luigi RossiSuona la squilla per monti e città, Suona la squilla per monti e città, guardisti in piedi che per l’idea che nutre e crea qui si pugnerà. Ritta nel sole la bandiera sta, Ritta nel sole la bandiera sta, bandiera azzurra dal cuore puro ci sgorga il giuro della fedeltà. Camicia azzurra noi vogliam portar, Camicia azzurra noi vogliam portar, siam del Ticino la primavera l’invitta schiera mai si piegherà. Luigi Rossi a noi davanti sta, Luigi Rossi a noi davanti sta, di luce splende la sua ferita egli ci addita le vittorie già.

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