Ticino
“Vaccino antinfluenzale per non fare confusione”
Lara Sargenti
4 anni fa
Christian Garzoni esprime soddisfazione per gli ultimi dati ticinesi, ma la grande sfida sarà l’autunno: “Bisognerà capire chi ha il Covid e chi ha l’influenza”

“La popolazione ticinese è molto sensibilizzata sull’emergenza e in Ticino vigono ulteriori misure rispetto al resto del paese (limite di 100 persone per gli assembramenti e obbligo mascherine per il personale nei ristoranti). Se si conferma questo trend, la situazione è sicuramente positiva”. Questo il commento dell’infettivologo Christian Garzoni sui dati ticinesi che, dopo quasi un mese, sono tornati al doppio zero: nessun caso e decesso legato al coronavirus nelle ultime 24 ore.

La grande incognita resta però l’autunno. Secondo l’epidemiologo e membro della Task force nazionale Marcel Tanner il sistema sanitario elvetico rischia di essere messo sotto pressione. “Dovremo stare attenti a non associare ogni colpo di tosse al coronavirus” ha dichiarato oggi l’esperto dalle colonne della NZZ, ribandendo l’importanza di vaccinarsi contro l’influenza, soprattutto le persone a rischio. Un argomento condiviso anche da Garzoni. “È un tema sul quale stiamo lavorando da tempo ed è una delle grandi difficoltà che affronteremo in autunno. La grossa domanda sarà capire chi ha il Covid o una banale influenza. In questo caso ci viene in aiuto il test diagnostico, il famoso tampone, per cui abbiamo fatto passi da gigante a livello di laboratori per avere test disponibili in grosse quantità. Un ulteriore passo è usare il vaccino. Se riusciamo a ridurre il numero delle influenze, avremo meno ammalati che dovremo testare. Fare il vaccino contro l’influenza non fa mai male, per le persone a rischio è meglio farlo per ridurre i decessi”.

A livello globale nel frattempo proseguono le ricerche per trovare un vaccino contro il coronavirus. Ma sulle tempistiche gli esperti si dividono: c’è chi ipotizza che sarà pronto già entro fine anno, chi invece prende in considerazione più tempo. Garzoni si schiera dalla parte di quest’ultimi, cercando di essere realista: “Da qui a dicembre mancano 4 mesi, che vanno molto veloci. Non si tratta solo di avere il vaccino in mano e di somministrarlo, ma di poter monitorare l’effetto del vaccino e la protezione che offre sui vari mesi (se non anni). Questo è un aspetto da considerare. Una volta poi deciso quale sia il vaccino buono (ce ne sono più di un centinaio nel mondo in fase di sperimentazione), bisogna produrlo in massa e distribuirlo. È un’impresa cicloplica. La vedo veramente difficile averlo sotto l’albero a Natale”.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata