
I riflettori del mondo sono puntati su Lugano dove si sta tenendo l’Ukraine Recovery Conference. A Palazzo dei Congressi tra ieri e oggi ministri, capi di stato, diplomatici e rappresentanti del settore privato e della società civile sono riuniti per discutere come gettare le basi per la ricostruzione dell’Ucraina. Ma cosa hanno scritto della prima giornata i media locali, nazionali e internazionali? Ecco una breve rassegna stampa dei quotidiani usciti questa mattina.
Corriere del Ticino
Lino Terlizzi, nel suo editoriale odierno, ha risposto ad un quesito: ha senso parlare di ricostruzione quando non si è ancora trovato il modo di fermare la distruzione? “Se si guarda in modo equilibrato il quadro, la risposta è che sì, ha senso fare entrambe le cose, lavorare per la difesa dell’aggredito e per la pace e nel contempo lavorare per la ricostruzione. Questo per l’Ucraina, come è giusto che sia, ma anche per i valori della democrazia e della crescita economica internazionale basata sull’apertura e sullo sviluppo del libero scambio.” “Da questa conferenza di Lugano – conclude Terlizzi- non ci si può aspettare una soluzione completa. Ma se ci sarà almeno qualche passo in questa direzione, sarà già un risultato apprezzabile. Poi altri passi andranno fatti, è chiaro, ma l’alternativa del non muoversi attendendo la scala intera non è valida, meglio tentare di costruire un gradino dopo l’altro.”
LaRegione
Per il quotidiano bellinzonese “resta la sensazione di una Conferenza spiazzata come tutti noi dall’invasione del 24 febbraio. Concepita -prima del conflitto- per soccorrere un malato non grave e rimasta in calendario fino ad oggi che la prognosi è più che riservata.” Una domanda resta sospesa per LaRegione: “Non sappiamo dove, come, quando e se la guerra finirà. Bisogna farsi trovare pronti, dicono. Tutti sappiamo per chi, resta da capire per cosa.”
Neue Zürcher Zeitung
Secondo il quotidiano zurighese la Dichiarazione di Lugano, che dovrebbe essere adottata verso le 12 di oggi, è composta da sette punti. L’elenco inizia con una condanna dell’aggressione militare da parte della Russia all’Ucraina. Il secondo punto riguarderebbe l’integrità territoriale dell’Ucraina che va applicata “entro i confini riconosciuti a livello internazionale”. Si parla, in terza sede, di riforme istituzionali che dovrebbero portare l’Ucraina verso l’Unione Europea. Il quarto punto riguarda il rafforzamento dello stato di diritto e la partecipazione democratica della popolazione. Si sottolinea, in seguito, che le donazioni per la ricostruzione devono essere presentate in modo trasparente in modo da evitare casi di corruzione. Il sesto punto riguarda l’uguaglianza di genere. A chiudere la Dichiarazione di Lugano ci sarebbe infine il rispetto dell’accordo di Parigi sul clima e l’Agenda 2030 dell’ONU nella ricostruzione dell’Ucraina. È importante notare che non tutti i 39 stati e le 16 organizzazioni presenti all’Ukraine Recovery Conferenze firmeranno, secondo quando scritto dalla NZZ, la Dichiarazione finale.

Le Temps
“A Lugano la speranza di gettare le basi per una nuova Ucraina” titolata il quotidiano romando.
La Stampa
Sul quotidiano torinese un articolo titola “Una ricostruzione da 750 miliardi.” “’Anche la Russia dovrà pagare’”. “A Lugano la conferenza per la rinascita dell’Ucraina: 800 mila edifici distrutti. Von der Leyen “L’Ue vi aiuterà”. “Zelensky: congeliamo i beni degli oligarchi”, sottotitola il giornale.
Le Figaro
Il giornale francese dedica un articolo all’URC 2022 che si è aperta ieri a Lugano e lo titola “L’Europa progetta la ricostruzione dell’Ucraina”.
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