Sanità
"Una macchina da soldi": l’allarme sull’esplosione del business dei familiari curanti
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Redazione
6 ore fa
Una nuova iniziativa parlamentare chiede regole più severe e una retribuzione cantonale per chi assiste i propri cari, per fermare derive speculative e tutelare un ruolo sociale essenziale.

Il ruolo dei familiari curanti è diventato un pilastro del sistema di assistenza svizzero, ma anche il cuore di un problema crescente. È quanto denuncia un’iniziativa parlamentare firmata da Massimo Mobiglia (PVL - GVL) insieme ai colleghi Giovanni Albertini (Avanti con Ticino & Lavoro), Sara Beretta Piccoli (PVL - GVL), Simona Buri (PS, GISO e FA), Matteo Buzzi (Verdi), Maddalena Ermotti Lepori (il Centro+GdC), Lea Ferrari (PC-POP), Alex Gianella (PLR) e Josef Savary (PS, GISO e FA). I promotori ricordano che ogni anno circa 600'000 persone assistono un parente, generando uno sgravio economico stimato dalla Confederazione in 3,71 miliardi di franchi. Un contributo prezioso, che permette cure di qualità e favorisce il rientro a domicilio dei pazienti.

"Un business"

Ma negli ultimi anni, avvertono i firmatari, intorno a questo settore è nato un vero business. Secondo l’iniziativa, alcune aziende autorizzate a fornire cure a domicilio riescono a incassare oltre 90 franchi all’ora grazie ai contributi LaMal e al finanziamento cantonale/comunale, versandone però solo 30–35 al familiare curante. La differenza resta all’azienda. Un sistema che, come denuncia Santésuisse, si è trasformato in "una macchina da soldi": il fatturato annuo è passato da 17 a 100 milioni in tre anni e, se il modello si estendesse a tutti i caregiver, “i costi si ripercuoterebbero sui premi per miliardi”. Per i promotori, questa deriva commerciale rischia di snaturare una funzione che dovrebbe essere “eminentemente sociale e solidale”. Servono quindi tariffe ridotte, regole chiare e una contabilità separata per le prestazioni dei familiari curanti senza formazione sanitaria.

Cosa chiede l'iniziativa

L’iniziativa indica una strada: seguire il recente esempio del Cantone Grigioni, che ha introdotto una retribuzione cantonale diretta tra 300 e 600 franchi al mese per i caregiver. Una soluzione che, scrivono i proponenti, renderebbe “meno attrattive attività speculative” e permetterebbe di valorizzare davvero chi si prende cura dei propri cari. Per questo motivo, i deputati chiedono al Consiglio di Stato di valutare l’introduzione di un articolo di legge specifico che definisca contributi, condizioni e controlli.