
Momenti di paura mercoledì pomeriggio al Padiglione Conza di Lugano. Alcuni addetti intenti ad eseguire dei lavori di manutenzione all'interno dello stabile, si sono trovati faccia a faccia con un serpente dalla strana colorazione composta da anelli bianco-rossi. Il serpente era intento a procacciarsi il cibo.
Dopo un comprensibile attimo di smarrimento, gli operai hanno deciso di avvisare la Società protezione animali di Bellinzona. La SPAB, intervenuta con l'ispettore Gianpio Aiani, ha quindi proceduto alla cattura del rettile tramite l'apposita pinza in sua dotazione.
La particolarità dell'accaduto risiede anche nel fatto che il serpente in questione non appartiene a una specie autoctona, per cui è stato necessario richiedere la consulenza di un esperto erpetologo per stabilirne esattamente la razza ed l'eventuale grado di perciolosità dell'animale.
Le verifiche dell'esperto hanno potuto stabilire che il rettile non era velenoso e viene volgarmente chiamato falso corallo albino (Lampropeltis triangulus sinaloe albino). Importante da sapere, invece, che il vero serpente corallo, altamente velenoso e dal morso letale, si distingue dal falso solo dalla sequenza dei colori dei suoi anelli.
La domandache tutti si pongono è come abbia fatto un serpente originario del Continente americano a finire al Padiglione Conza.
Le ipotesi sono molte ma una su tutte pare possa essere la più plausibile. Da fine febbraio ad inizio marzo proprio al Conza si è svolta la più grande mostra di rettili d'Europa. Ovviamente il condizionale è d'obbligo e gli accertamenti sull'accaduto sono ancora in corso. Seppure il falso corallo sia un rettile diffuso anche nei terrari anche ticinesi, qualora l'ipotesi di una sua fuga durante l'esposizione dovesse venire confermata dagli accertamenti, ciò getterebbe seri dubbi sull'efficacia delle misure di sicurezza dell'evento e sulle responsabilità di organizzatori e detentori di rettili.
Serpenti di questo tipo possono resistere, se le condizioni come la temperatura e la presenza di umidità o di liquidi sono date, anche diversi mesi senza nutrirsi.
Del ritrovamento al Conza del falso corallo è stato avvisato anche l'Ufficio del veterinario cantonale a cui però non risulta nessuna notifica di fuga di serpenti durante l'esposizione anche se non è da escludere che chi lo ha perso non abbia segnalato il fatto.
La SPAB, da sempre contraria alla detenzione di animali nei terrari, sottolinea come queste povere creature cercheranno per tutta la vita di fuggire e riguadagnare quella libertà che madre natura ha donato loro e che la mano dell'uomo gli nega.
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