
Un salario studentesco di 1’500 franchi mensili. È quanto propone il Sindacato Indipendente Studenti e Apprendisti per far fronte al preoccupante andamento dell'inflazione e del conseguente aumento del carovita.
Le motivazioni
Secondo il sindacato il contesto attuale precarizza utleriormente la vita studentesca e mette in discussione il diritto allo studio. A tal proposito fa riferimento alle rilevazioni dell'Ust prima della pandemia, secondo cui tre studenti su quattro in Svizzera svolgono un'attività remunerativa accanto a quella universitaria. Un'attività che rappresenta mediamente il 40% delle entrate. “Se prima dell’arrivo della pandemia, molti studenti abbandonavano gli studi per motivi finanziari e problemi dovuti alla difficoltà a seguire i contenuti – perché verosimilmente assorbiti dal tempo dedicato al lavoro per poter garantire il proprio sostentamento – la situazione che si sta profilando in questo periodo rischia di aggravare una condizione studentesca già fortemente precaria”, rileva il sindacato in un comunicato diramato negli scorsi giorni. È per questo che il sindacato propone alle autorità cantonali di introdurre un salario studentesco di 1’500 franchi mensili, come avviene già “con successo in Danimarca”. Non si tratta di una “boutade”, precisa il Sisa. È uno “strumento concreto da affiancare alle borse di studio per garantire il diritto allo studio e per sgravare i costi dai bilanci domestici, rafforzando così il potere d’acquisto a sostegno dell’economia locale e nazionale”.
La questione dei sostegni
Il sindacato ricorda anche la situazione legata alle borse di studio. Con l'introduzione della legge sugli aiuti allo studio del 2015, le autorità cantonali “sono riuscite con un escamotage contabile a ridurre il contributo al corpo studentesco: una fetta considerevole di beneficiari provenienti dalle fasce di reddito medio e medio-basse sono state di fatto escluse”. Nonostante le battaglie del Sisa “abbiano permesso un rafforzamento delle borse di studio – passando dal tetto massimo di un contributo di 16'000 franchi a 20'000, a fronte di una spesa annua di circa 25'000 franchi, come indicato dall’Ust – gran parte della popolazione studentesca che necessiterebbe di un aiuto finanziario non riceve alcun sostegno”.
“Una disparità sociale”
“Proponiamo questo salario di 1'500 franchi sul modello di ciò che avviene già in Danimarca, dove ogni studente universitario prende circa 825 franchi al mese”, spiega a Ticinonews il coordinatore del sindacato Indipendente Studenti e Apprendisti Filippo Beroggi. “Noi abbiamo proposto la cifra di 1'500 franchi per coprire anche i premi di cassa malati, i quali oggi hanno un grande peso sul budget di una famiglia con figli all’università”. Secondo Beroggi, siamo davanti a una grossa disparità sociale. “I figli delle famiglie più abbienti possono seguire gli studi universitari con maggior possibilità di successo perché non devono svolgere un’attività lavorativa”. Inoltre, molti studenti ticinesi frequentano l’università in Svizzera tedesca o francese e questo “comporta dei costi maggiori, dato che non possono frequentare l’università qui in Ticino perché magari non offre così tanti programmi di studio”. Tornando alla Danimarca, circa l’1% del Pil locale “è destinato alla formazione universitaria”. Nelle ultime settimane in Svizzera si vuole invece “incrementare il budget dell’esercito. Dal nostro punto di vista questo aumento non è necessario e si potrebbe investire questi soldi nel settore universitario, ad esempio nel salario studentesco”, termina Beroggi.
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