Ticino
“Un periodo molto intenso”
© CdT/ Chiara Zocchetti
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Thomas Schürch
3 anni fa
Il consigliere di Stato Christian Vitta ricorda il momento dell’arrivo del Covid in Ticino, quando era Presidente del Governo. “Non siamo abituati ad agire così istituzionalmente”

Era febbraio del 2020 quando il Covid-19 faceva la sua comparsa in Ticino. Di lì a poco, sarebbero arrivate le prime misure di contenimento del virus. Un periodo difficile per tutti, che oggi il direttore del Dipartimento economia e finanze (Dfe) Christian Vitta, allora Presidente del Governo, ha ricordato su Teleticino durante la trasmissione “La ripartenza”. “Ricordo un periodo molto intenso, con decisioni prese di ora in ora”, spiega Vitta. “Noi in Svizzera non siamo abituati ad agire così istituzionalmente. Fra un po’ di tempo, riguardando indietro, ci renderemo veramente conto della particolarità di questi due anni”.

L’evoluzione
La lunga fase pandemica ha attraversato momenti differenti. “All’inizio, durante la prima ondata, sono state tolte delle libertà fondamentali ai cittadini, ed erano addirittura loro stessi a chiederlo. Ci muovevamo in un margine di incertezza, presi tra due “fuochi”: da una parte Berna parlava di “allarmismo”, mentre dall’altra l’Italia chiedeva protezioni per i lavoratori frontalieri”. Anche trovare un punto di incontro con il Consiglio federale non è sempre stato facile... “Ricordo che un giorno, un giovedì, Alain Berset era in visita in Ticino. Era in vigore un certo tipo di ordinanza che ci dava la possibilità, come Cantone, di adottare alcune misure più restrittive. Venerdì, poi, il Consiglio federale ha aggiornato quell’ordinanza “togliendo” parte dell’autonomia ai Cantoni. E noi avrevamo preparato tutta la nostra decisione proprio su quella base. Sono stati giorni molto intensi. Se la Confederazione non avesse riconosciuto lo statuto di finestra di crisi al Ticino, si sarebbe creata una grossa frattura fra il Ticino e Berna”.

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